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Attualità | 25 gennaio 2024, 08:00

Quarant’anni a consegnar lettere: la Mari, postina simbolo di Arenzano, è andata in pensione

Meritato riposo per Maria Teresa Artino: aveva iniziato negli anni Ottanta. “In paese è un po’ come essere in una grande famiglia, a volte è capitato di portare le medicine a qualcuno che stava male passando di lì, ogni giorno si poteva aiutare qualcuno”

Quarant’anni a consegnar lettere: la Mari, postina simbolo di Arenzano, è andata in pensione

Più di trent’anni trascorsi a consegnare la posta, in motorino, per le strade di Arenzano: per Maria Teresa Artino, conosciuta da tutti come Mari, il 31 dicembre 2023 è arrivata l’ora della meritata pensione. Arenzanese di nascita, ha iniziato a lavorare alle Poste seguendo le orme del papà, anche lui postino nel ponente ligure, prima facendo qualche ‘trasferta’ a Genova e a Savignone, per poi tornare in pianta stabile nella sua città.

“Dal 1995 non ho mai cambiato area, sono sempre rimasta qui - racconta Mari, rigorosamente senza la ‘y’ finale - Ho poi sempre cercato di avere assegnata la zona di piazza Golgi, quella vicino alla stazione con i palazzoni rosa: in questi anni è sempre stato il mio posto preferito, e anche se spesso le zone sono state rimescolate nel corso del tempo, anche con l’arrivo di nuovo personale. Qui mi conoscono tutti, è una piazza che ho sempre girato a piedi. In più mi è sempre piaciuto star qui perché anche quando c’è tanto vento o fa freddo si sta meglio, è più riparato”.

Una vita passata in sella allo scooter o a piedi, a seconda delle zone di consegna assegnate: “Negli ultimi anni ho lavorato molto anche in centro storico, dove si gira a piedi soprattutto. Qui è davvero casa mia, Arenzano è la mia coperta di Linus. Di mattina portavo la posta alle amiche con cui al pomeriggio andavo a prendere il caffè o con cui uscivo la domenica”.

Mari ha deciso di diventare una postina fin da ragazza: “Ho cominciato seguendo le orme di papà, facendo semplicemente domanda: negli anni Ottanta era più facile essere chiamati. Ho iniziato a lavorare per tre mesi, ma nei due anni successivi hanno continuato a contattarmi per proseguire. In quel periodo ho lavorato a Genova, nella zona di Principe, e mi facevo anche tutti i vicoli: passare da Arenzano, dove siamo un po’ ‘principini’, a via Pré era stato un po’ strano. C’era un altro tipo di persona in giro, ma anche lì alla fine mi ero trovata bene. A quei tempi effettivamente le corrispondenze che portavo erano telegrammi ed espressi, quelli che oggi chiamiamo prioritari, e la maggior parte arrivavano dall’indirizzo del carcere… spesso erano i mariti, i figli o le madri a scrivere alle famiglie”. Poi un concorso, la graduatoria, fino alla chiamata a tempo indeterminato arrivata nel 1990: “Appena avuto il contratto ho cominciato a prestare servizio a Savignone, ma nemmeno sapevo dove fosse (ride). Anche lì però stavo bene, in mezzo a tanta campagna… a volte andavo a coprire anche la zona del monte Maggio, arrivando fin quasi a Crocefieschi. Ho tanti bei ricordi anche di quel periodo”.  

 

Dal 1995 in poi l’attività è proseguita ad Arenzano, e proprio da quegli anni arriva un ricordo indelebile: “Insieme ad altre colleghe siamo andate, d’accordo con il direttore del momento, alla scuola materna con un sacco di iuta rosso per andare a prendere le letterine per Babbo Natale scritte dai bambini con l’aiuto delle loro maestre, è proprio uno dei momenti che mi sono rimasti più impressi”. Ma non solo: “In paese è un po’ come essere in una grande famiglia, a volte è capitato di portare le medicine a qualcuno che stava male passando di lì, ogni giorno si poteva aiutare qualcuno”.

Per tutti gli abitanti di Arenzano sarà difficile non incontrare ogni giorno il sorriso solare di Mari, sempre in sella al suo scooter e sempre pronta ad affrontare con ironia anche le giornate più difficili. Una delle postine più apprezzate della riviera di ponente resterà però a vivere nella sua città d’origine, continuando a sorridere a tutti coloro a cui ha consegnato pacchi e lettere per oltre trent’anni. Il suo sogno, però, è quello di fare un lungo viaggio in moto con il marito: “Ora che sono in pensione mi piacerebbe tanto andare con mio marito a Capo Nord. Siamo biker, abbiamo girato tutta l’Europa in moto, a giugno scorso siamo stati in Scozia ed è stato bellissimo. L’idea principale quindi è questa, arrivare fin là in moto sperando che il diavolo non ci metta lo zampino: ci voglio almeno una ventina di giorni per girare con calma, e chiaramente le ferie non sarebbero bastate. Abbiamo pensato che questo potrebbe essere un buon modo per cominciare la vita da pensionata”.

Chiara Orsetti

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