Attualità - 11 gennaio 2024, 18:07

Skymetro, ecco il progetto alternativo che il Comune non ha più preso in considerazione

Una monorotaia a 5 metri di altezza con treni automatici più piccoli (100 passeggeri anziché 400), costi di realizzazione ridotti e più accessibile. Il proponente: “La gara attuale non ci convince”

Il progetto Skymetro può essere realizzato in tempi brevi e con costi ridotti? Secondo Fernando De Simone, rappresentante della società svizzera Intamin Transportation, sì. Negli scorsi anni l’azienda ha già presentato al Comune di Genova un progetto alternativo per il sistema di trasporto pubblico cittadino.

Il progetto che lo stesso De Simone ci ha illustrato si basa su treni più piccoli, capaci di trasportare 110 passeggeri ciascuno, gestiti automaticamente da un sistema computerizzato.

“Il progetto è stato consegnato all’allora assessore Balleari ed è simile al progetto di Bologna che abbiamo realizzato nel 2021 - dice De Simone - Si tratta di uno dei progetti, se non l’unico, che ha fatto guadagnare 150 mila euro al Comune. Normalmente le linee di trasporto pubblico sono tutte in perdita.

Nel 2019 abbiamo ricevuto Balleari che ha potuto vedere in prima persona il progetto di Bologna che stiamo realizzando. Da lì abbiamo iniziato a lavorare a un progetto sia per la  Val Bisagno che per Erzelli, tutto a spese nostre.”

Ci sono però dubbi circa la gestione, la manutenzione e il finanziamento del progetto comunale. Il rappresentante dell’azienda elvetica suggerisce che la gestione dovrebbe essere affidata a chi presenta il progetto, con la possibilità di gestire parcheggi per garantire un finanziamento autosufficiente.

“Noi siamo abituati a partecipare a gare internazionali ma una gara come quella di Genova non l’abbiamo capita sinceramente: abbiamo presentato i nostri due progetti, siamo stati chiamati ufficialmente da Comune di Genova ma nel giro di due mesi è cambiato l’assessore competente (Matteo Campora ha preso il posto di Stefano Balleari che, nel frattempo, è stato eletto in consiglio regionale ndr) che però non ci ha fatto più sapere nulla nonostante le chiamate nei mesi successivi - continua De Simone - A un certo punto ci hanno detto che c’è stata una gara che è stata vinta da un altro gruppo ma noi non capiamo quale gara ci sia stata.

Altri gruppi, come il nostro, hanno presentato una proposta, questo progetto viene mandato a Bruxelles e, successivamente, si apre la gara ufficiale. Noi non abbiamo alcuna notizia di questo. Non c’è una gara al momento. Come si fa a dire che inizieranno i lavori se non c’è ancora un vincitore della gara?

In tutto il mondo ci sono almeno 20 aziende come la nostra che costruiscono treni di questo tipo, ognuna di queste aziende ha un suo modello di treno specifico che ha le sue dimensioni, il suo peso. Le caratteristiche tecniche cambiano da azienda ad azienda. Se quindi si decide di andare avanti con un progetto poi non si può andare a gara perché i due progetti non potranno essere compatibili o interscambiabili”.

Per quanto riguarda i costi di questo progetto si prevedono 20 milioni di euro a chilometro. Considerando che il progetto in Val Bisagno ha una lunghezza di circa 7 chilometri si arriverebbe alla cifra di 140 milioni di euro. A questo va aggiunto il costo dei mezzi e per la realizzazione di un deposito per un totale di circa 200 milioni di euro in due anni di cantieri con i lavori affidati alle aziende del territorio. 

Perché nel progetto attuale i mezzi sono troppo grossi secondo voi?

“Leggo, ad esempio, che il Comune ha previsto delle vetture da 440 posti - continua - Noi non siamo d’accordo su questo perché nelle ore di punta è possibile che il mezzo sia pieno ma nelle altre ore un mezzo del genere con solo 10 persone dentro è fallimentare.  

Chi paga la manutenzione? Chi paga la gestione? Chi vuole partecipare alla gara di affidamento realizza un progetto a sue spese e sua sarà anche la gestione del servizio. Leggo invece che il servizio sarà gestito dalla società di trasporti di Genova (Amt ndr), questo però non quadra con il project financing. Bisogna fare una gara aperta dove chi vince presenta il suo progetto con le sue strutture in gestione.

Poi chi finanzia come rientra delle spese? Con gli incassi dei biglietti si rientra solo del 30% dei costi, se anche questo viene affidato all’azienda del Comune come rientra chi realizza il progetto?”.

Che cosa non vi convince nella procedura di gara?

“Siamo abituati a partecipare a gare internazionali ma non capiamo come poter partecipare a questa gara. Attualmente l’impatto e i costi sono pazzeschi e secondo noi il progetto, così come è stato presentato dal Comune, non sta economicamente in piedi. Il nostro progetto prevede delle vetture più piccole (110 posti) su una sola linea, un solo binario con scambi alle fermate. Questo già riduce l’impatto: al posto di avere due pilastri noi ne abbiamo uno. Il numero ridotto di persone comporta un costo minore di energia per spostare il mezzo e una struttura più leggera e meno impattante che possa sorreggere il treno. 

Inoltre le nostre vetture non hanno autista, sono automatiche. Abbiamo nel nostro progetto pensato a un deposito dove il computer rileva in automatico le presenza dei viaggiatori in ogni stazione e in automatico calcola quante vetture devono attivarsi sulla linea e quante invece devono rientrare in deposito. Così facendo abbiamo un notevole risparmio di energia elettrica.

Per il rientro dei costi cosa prevedete?  

“Solo con i biglietti con le tariffe attuali, avendo una concessione di 35/40 anni, riusciamo a rientrare del 30%. Se invece ci concedono ad ogni fermata la gestione di un parcheggio auto allora il progetto sta in piedi e si auto finanzia”.

Con oltre 200 piloni previsti, l’attuale progetto solleva diverse criticità che spaziano dalla gestione del territorio alla sicurezza stradale e ambientale.

“Abbiamo letto le 6347 pagine e tavole del progetto e vogliamo diffondere parte delle gravi criticità che vediamo - commenta Enrico Testino del Comitato Opposizione Skymetro – Val Bisagno Sostenibile - Il progetto che si può consultare, quindi, è quello che verrà proposto, con piccolissime modifiche, per partire con i cantieri. Durante la Conferenza dei Servizi il progetto, pubblicato in ritardo dal Comune, è stato letto dai tecnici del nostro Comitato (architetti, ingegneri, medici di salute pubblica, sociologi e urbanisti) e dai tecnici delle associazioni che hanno partecipato alla fase delle osservazioni pubbliche, che hanno dialogato e che ci supportano portando la loro esperienza: MobiGe, Amici di Ponte Carrega, Legambiente, Italia Nostra”. 

Uno degli aspetti più dibattuti riguarda l'ampiezza dei cantieri, ciascuno dei quali sarà più largo del marciapiede attuale. Questo solleva la possibilità di rimozione di corsie stradali, innescando preoccupazioni sulla sicurezza stradale e sull'impatto sul traffico cittadino.

“In molte parti del tragitto le strade sottostanti alla sopraelevata dovranno essere ridotte sia per i piloni che per le stazioni e le opere accessorie - continua Testino - La strada di scorrimento della sponda sinistra, per esempio, a monte del cimitero non sarà più a quattro corsie, dato che in certi casi sarà inevitabile realizzare delle strettoie. In tutto il progetto non esiste sezione o planimetria che tenga conto di questo aspetto. La riduzione di larghezza delle corsie stradali ridurrà anche la sicurezza stradale e genererà colli di bottiglia”. 

La demolizione e ricostruzione dell'argine del Bisagno, sotto il quale scorre il marciapiede, presenta ulteriori incertezze. La mancanza di dettagli sulla gestione degli eventi alluvionali e sul rispetto delle normative di tutela del bacino solleva dubbi sulla sicurezza ambientale dell’opera.

“Da nessuna parte viene descritto in maniera chiara e progettuale come l’opera interferisce con gli argini del Bisagno - aggiunge Testino - Il progetto contiene al suo interno parti copiate senza modifiche dal precedente progetto di prefattibilità, che prevedeva una linea a binario unico costruita su un impalcato retto da piloni posizionati sull’attuale argine del Bisagno, con metà sezione all’interno dell’alveo stesso. Se lo skymetro si intende realizzarlo ancora a stretto contatto con l’argine, questo significa che l’argine quasi nella sua totalità verrà demolito e ricostruito per permettere l’edificazione dei 229 piloni, ma da nessuna parte viene descritto l’impatto sulla stabilità di un muro oggi continuo che viene demolito e ricostruito a pezzetti, ogni poche decine di metri, perdendo ogni continuità statica per uno sviluppo di quasi sette chilometri di argine di un torrente esondabile, la cui gestione è sensibile, problematica e soggetta a differenti leggi, enti e regolamenti. Nel caso in cui i piloni fossero a qualche metro dall’argine, allora verrebbe compromessa sia la viabilità e la sicurezza delle strade adiacenti, sia la sicurezza dei passeggeri che dovranno salire e scendere dalle stazioni in percorsi (marciapiedi e scale) stretti e adiacenti le strade. Tutte informazioni mancanti, qualunque sia la situazione che si creerà e che non è stata progettata nel dettaglio”.