Sanità - 10 gennaio 2024, 11:58

Liste d’attesa anche per prenotare i vaccini dei bambini: “Posti a mesi di distanza e in altri comuni”

La denuncia di una mamma, costretta a riprogrammare l’appuntamento a causa dell’indisposizione della figlia: “Solo dopo tutta una serie di telefonate sono riuscita a trovare assistenza. In altre regioni l’accesso è diretto”

Che i tempi di attesa per accedere a prestazioni sanitarie siano molto spesso lunghi non è certo una notizia: sono all’ordine del giorno segnalazioni da parte di utenti che, dopo aver seguito le procedure di prenotazione, si ritrovano con appuntamenti fissati in date lontane nel tempo; che per poter adempiere all’obbligo vaccinale per i neonati e per i bimbi molto piccoli si incontrino problematiche simili sembra però essere un ulteriore problema. 

Dal 2017 in Italia sono obbligatorie per tutti i nuovi nati le vaccinazioni antipoliomielitica, antidifterica, antitetanica, antiepatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae B, antimorbillo, antirosolia, antiparotite e antivaricella. 

Altre vaccinazioni previste nell’attuale calendario sono invece definite “raccomandate”, come l’antipneumococco, l’antimeningococco, l’antirotavirus: queste vaccinazioni non sono meno importanti delle altre, ma è previsto che le famiglie possano scegliere consapevolmente se sottoporre o meno i bambini a questo percorso. 

Alcuni di questi vaccini devono essere somministrati con tempistiche rigorose, ma avendo difficoltà nel trovare posti liberi alcuni genitori si trovano costretti a effettuare spostamenti in altri comuni per riuscire ad adempiere a obblighi o a rispettare i calendari previsti. 

È il caso di A.P., una lettrice della Voce di Genova, che ha segnalato di avere difficoltà di prenotazione entro i tempi previsti, mettendo così a repentaglio la sicurezza e la salute della sua bambina, che proprio nelle prossime settimane compirà i suoi primi sei mesi di vita. 

“Non c’è mai un posto libero per effettuare le vaccinazioni - spiega - non importa quale sia il quartiere di residenza: se hai bisogno di un appuntamento nel breve periodo non si trova da nessuna parte. Di solito le prenotazioni si fanno con largo anticipo, e non ci sono problemi; capita però che i bimbi si ammalino, e i vaccini non si possono somministrare se ci sono stati episodi febbrili, quindi vanno rimandati. Il problema è che quando si chiama il CUP per disdire e riprenotare, non ci sono posti se non a mesi di distanza. 

Mia figlia ha avuto la febbre per tutto il periodo delle feste, ho così disdetto il nostro appuntamento previsto per metà gennaio: mi hanno fissato un nuovo posto per marzo. Inoltre, alcuni vaccini non si possono fare per legge dopo i sei mesi di vita, come per esempio quello contro il Rotavirus, ma se passa troppo tempo si va oltre e non è più consentita la somministrazione. Mandando però la bambina all’asilo nido significa mettere a repentaglio la sua salute”. 

A.P. non si è persa però d’animo, continuando a insistere con gli operatori del centro vaccinale, finché non è riuscita a ottenere un nuovo appuntamento: “Esiste un numero telefonico da poter contattare per cercare soluzioni nel momento in cui gli appuntamenti prenotati non riescano a rispettare i tempi previsti dal calendario vaccinale, e sono riuscita così ad avere una prenotazione per le settimane successive, aggiungendo un appuntamento alla fine della giornata per venire incontro alle nostre esigenze, ma per farlo ho dovuto fare diverse telefonate. Purtroppo non tutti i genitori hanno il tempo e il modo di spostarsi per portare i figli in giro per diversi ambulatori”. Uno dei problemi riscontrati da A.P. è che non esiste la possibilità di un accesso diretto per questo tipo di prestazione: “In altre regioni è possibile accedere alle vaccinazioni anche senza un appuntamento, mettendosi pazientemente in fila fino al proprio turno. Avendo bimbi così piccoli ci vorrebbe la sfera di cristallo per sapere se e quando saranno ammalati”.

I vaccini, come si legge sul sito di ASL3, “rappresentano il mezzo più efficace per prevenire le malattie infettive che hanno provocato epidemie nel passato con milioni di morti e di disabili, principalmente fra i bambini”; talvolta, però, il rischio è che non si riesca a trovare un posto per mettere i piccoli al sicuro nei tempi e nei modi corretti.

Redazione