Fai Liguria lancia un nuovo allarme per il settore autotrasporto in virtù anche di alcuni dati che sono emersi a fine 2023 che riguardano l'intero comparto.
“Questa situazione è dovuta al fatto che le categorie non ragionano in modo sistemico ma individuale. Manca una cabina di regia nazionale per l’interesse della filiera della logistica e dei trasporti. In assenza di un disegno strategico non si riescono a fare previsioni e programmazioni a lungo termine e questo crea instabilità e frammentazione anche tra i singoli operatori.
Per questo 2024 abbiamo una sfida importantissima da non sbagliare anche in Liguria, quella della digitalizzazione attraverso l’uso dei fondi PNRR con i quali sarò possibile interconnettere tutti gli anelli della filiera. E’ fondamentale anche qui avere un’unica cabina di regia che abbia come obiettivo il massimo efficientamento e soprattutto un lavoro di collaborazione mirata e strategica di ogni categoria coinvolta nel processo.” spiega il Presidente di Fai Liguria Davide Falteri.
In riferimento alla Liguria la situazione peggiore si registra nei porti e nel comparto dell’autotrasporto connesso strettamente all’ IMPORT / EXPORT di container. Il settore infatti è caratterizzato da un elevato numero di imprese che fa i conti con i costi della materia prima in costante rialzo, una notevole riduzione dell’offerta di trasporti (-25%) ed una concorrenza che diviene sempre più spietata anche per il costante afflusso di operatori dell’Est Europa sul nostro territorio; questi operatori spingono giù i prezzi considerando i loro costi inferiori ma anche talvolta il mancato rispetto dei CCNL (gli autisti di questi operatori non sono iscritti ad alcun sindacato) ed i regimi fiscali del paese ospitante.
"In Liguria, il disagio è sentito oltremodo con autisti che hanno consumato tutti i giorni di ferie ed i permessi fino a quel momento maturato e le aziende che hanno sostenuto costi fissi pari a 5000/7000€ mese per camion senza produrre alcun fatturato.” Puntualizzano da Fai Liguria. “Gli agenti marittimi e gli spedizionieri parlano di merci e viaggi in calo del 30%. È stato inoltre un Natale molto amaro quello che è appena trascorso per il porto di Genova, più di ogni altro porto italiano e tutto il rispettivo comparto che vi è connesso. La situazione richiede manovre immediate a sostegno di tutte quelle realtà medio piccole, specializzate nei trasporti di container e servizi di supporto ai traffici intermodali visto che il 25% dei mezzi delle nostre flotte è fermo.” evidenzia il VicePresidente di Fai Liguria Claudio Sensi
“Nei porti non c'è la congestione di automezzi, accessi e ingorghi a cui abbiamo sempre assistito, colpa certamente della crisi generale e del calo dei consumi, ma cosa faremo in questo inizio 2024 quando lo stato di crisi sarà palese e la concorrenza dell’est Europa sarà sempre più aggressiva ?” una domanda mirata da parte di Fai Liguria che evidenzia un problema sempre più tangibile.
“Il problema non è percepito per tutti allo stesso modo e nello stesso momento perché il settore è caratterizzato da un’elevata frammentazione . Player di levatura internazionale, colossi intermodali e logistici, consorzi, medie imprese e tante piccole imprese specializzate. La crisi che si registra nel comparto marittimo - soprattutto presso gli scali ligur i- non si sente ancora in tutti gli altri settori , ma se non si interviene urgentemente con misure finalizzate ad ammortizzarne gli effetti, vivremo un inverno di grandi tensioni.
Chiediamo all'Autorità Portuale di convocare, con la massima urgenza, un Tavolo tra tutte le categorie portuali - in primis Autotrasportatori, Armatori, Terminalisti, Spedizionieri e Agenti marittimi - così da poter confrontarsi, alla luce dei dati in possesso di ogni soggetto, i possibili trend del settore container e mettere in atto quanto occorra per sostenere il settore trasportistico.” conclude il segretario di Fai Liguria Gianfranco Tiezzi.