Attualità - 07 gennaio 2024, 16:19

Ex Ilva, situazione drammatica allo stabilimento di Cornigliano. L’allarme lanciato da Fim Cisl

Produzione in calo nel 2023: prodotte 112mila tonnellate di zincato in meno rispetto al 2022 e 34mila tonnellate in meno di banda stagnata

Il segretario generale della Fim Cisl Liguria, Christian Venzano, ha esposto la situazione critica dello stabilimento di Cornigliano delle Acciaierie d'Italia (ex Ilva). 

Nel 2023, la produzione di zincato è diminuita di 112mila tonnellate e quella di banda stagnata di 34mila tonnellate rispetto al 2022. Attualmente, lo stabilimento produce solo 79mila tonnellate di stagnato, ben al di sotto delle 350mila tonnellate potenziali, e 287mila tonnellate di zincato, invece delle 700mila tonnellate se gli impianti funzionassero a pieno regime.

"Deve esserci finalmente una svolta anche nello stabilimento di Cornigliano di Acciaierie d’Italia. Ci sono numeri che fanno capire lo stato di abbandono: attualmente sta producendo 79mila tonnellate di stagnato contro le 350mila potenziali  se gli impianti fossero mantenuti  e 287mila di zincato contro le 700mila tonnellate se gli impianti girassero a pieno regime. 

Basti pensare che dal 2022 dove la produzione era già al disotto delle potenzialità del sito di Genova Cornigliano nel 2023 c’è stato un ulteriore calo di produzione di 112mila tonnellate di zincato e 34mila tonnellate in meno per il ciclo di latta’’, spiega il segretario generale della Fim Cisl Liguria Christian Venzano in vista dell’incontro di domani quando il governo vedrà Mittal.

"Serve il cambio di governance se vogliamo salvare l’ex ILVA. Il Governo deve salire a maggioranza facendo valere i 680 milioni di euro messi l’anno scorso e i 340 milioni di euro che servono adesso, ma è chiaro che questo apre la strada ad un cambiamento che però poi va attuato in tutti i suoi aspetti perché serve un management del settore in grado di progettare, sviluppare e programmare il rilancio della Siderurgia nel nostro paese con scelte importanti e giuste. 

Dopo anni di inattività dal punto di vista degli investimenti e in un momento importante per le transizioni in atto, come quella energetica ed ecologica e digitale bisogna dare gambe anche tramite il PNRR alla riconversione del ciclo a caldo di Taranto, ma anche investire sulle linee, quelle dello stagnato  che ricordiamo è una particolarità del sito genovese, così come dello zincato con un aumento per entrambi i prodotti dei volumi produttivi e della qualità per andare incontro alle richieste di un mercato che ha fame di acciaio.

Per questo noi vogliamo che l’8 gennaio sia una data storica dove il Governo decida di prendere in mano il rilancio della siderurgia salvando un industria indispensabile per l’economia del paese e più di 20.000 famiglie”, conclude Venzano.

Redazione