Nemmeno il tempo di aprire una bottiglia di Erbaluce, patrimonio delle Colline moreniche della Serra, per festeggiare il Nuovo Anno che il nostro territorio, patrimonio Unesco di creatività, torna alla ribalta nazionale per fatti di cronaca. Senza entrare nel merito dell’accaduto veniamo inondati da servizi giornalistici in cui non si sa se Rosazza, censito tra i borghi più belli d’Italia vogliamo sottolinearlo, è compreso tra Biella e Vercelli.
Sarebbe curioso ricostruire con Google Maps il percorso e itinerario fatto se si passa da Torino o Milano prima di inforcare le ardite salite verso la Valle Cervo che portano a Rosazza. Ogni volta è un presentare sotto una cattiva luce il territorio come quando il Corriere della Sera sulle orme di un refrein legato ad Aiazzone presentò il nostro territorio come una sequela infinita di capannoni svuotati sacrificati sull’altare di un consumismo/edonismo di un tempo che fu; come se i favolosi anni 80 fossero stati un retaggio esclusivo della provincia biellese.
E così dal Merolone all’uomo con tre braccia per evitare il vaccino è una gara a sbeffeggiarci e sinceramente saremmo anche un po’ stufi. Lanciamo pertanto una sfida ai giornalisti nazionali, vi offriamo un caffe, anzi un po’ di canestrelli, o meglio un aperitivo, visto che Carpano era di queste parti e vi facciamo visitare un biellese diverso, alternativo, bello, dove l’outdoor si fonde con la manualità delle stoffe migliori del mondo. Vi aspettiamo. Venite?