Epoca d’oro per la Repubblica di Genova, il Secolo dei Genovesi per Anna Orlando non ha segreti. La storica dell’arte, profonda conoscitrice della pittura genovese e fiamminga genovese che si sviluppa a cavallo tra la metà del Cinquecento e la metà del Seicento, negli anni l’ha raccontata con passione, portando al grande pubblico la bellezza del patrimonio artistico che in città è nato o è conservato.
Lo studio meticoloso e l’impegno nella divulgazione della cultura hanno portato Orlando a essere un punto di riferimento nel panorama tanto che, nel novembre del 2019, il sindaco di Genova Marco Bucci ha deciso di coinvolgerla nel Tavolo della Cultura, un organo consultivo che affianca l’assessore (delega attualmente in mano al Bucci n.d.r) nel parare scientifico sulle proposte in ambito culturale.
Venticinque anni di passione e impegno, con numerose rinunce ma con grandi soddisfazioni per la storica dell’arte che ha messo al centro della sua attività proprio Genova e il suo vasto patrimonio: “Il mio coinvolgimento in ambito comunale per dare un contributo continuativo - racconta - è un traguardo importante. Per chi, per anni, ha seminato occupandosi di cultura, di arte, è un traguardo di grande soddisfazione. Vuol dire che quello che si fa non rimane all’interno delle pubblicazioni che, spesso, sono lette da pochi, ma si espandono e permettono di trasferire questa conoscenza a un pubblico più ampio, facendo sì che si viva il proprio patrimonio cittadino”.
L’incarico che Orlando sta portando avanti da quattro anni l’ha portata ad avere una sempre maggiore consapevolezza dell’impegno, svolto soprattutto per la città con un senso di responsabilità molto forte.
Questo non l’ha risparmiata da critiche, spesso anche feroci: “Ho imparato a farci l’abitudine - spiega - io rispondo alla mia coscienza e sono convinta che la pratica migliore sia quella del famoso ‘non ti curar di loro ma guarda e passa’; l’approccio positivo disinnesca circoli viziosi ed evita situazioni fini a sé stesse”.
La storica dell’arte prosegue: “Il mondo della cultura, come tutti gli ambienti, non è facile. Ci sono personalismi, strumentalizzazioni ma quello che sto continuando a imparare rende tutto molto stimolante. Dico sempre che studiare i quadri è bello perché ogni opera racconta una storia diversa e da ogni tela si impara qualcosa di nuovo. Questo è il vantaggio del mio mestiere. Quando, come nel caso della mostra dedicata a Rubens, si ottengono risultati importanti, poi, vuol dire che l’impegno è arrivato al pubblico che ha apprezzato il risultato”.
“Sono consapevole di essere uno ‘strumento’ per lavorare al progetto culturale della città e questa consapevolezza per me è molto più sentita di prima. Lo devo alla fiducia che il sindaco Bucci e il vicesindaco Piciocchi mi hanno dato e voglio meritarmi ancora di dar loro ragione. Chi mi conosce sa che sono una gran lavoratrice, si è visto anche con Genova Jeans. La nomina mi ha colta di sorpresa, sono entrata in emergenza e ho studiato e approfondito molto per rispondere al compito che mi era stato affidato. Abbiamo messo a fuoco bene l’iniziativa e ci sono importanti prospettive di crescita tanto che il sindaco mi ha riconfermato per l’anno prossimo”.
Ma se le parole di Orlando possono sembrare una difesa dell’amministrazione pubblica, la storica ribadisce che non è così: “Il mio ruolo è tecnico e non politico, ma bisogna riconoscere che la crescita nel settore della cultura è arrivata durante l’amministrazione di Bucci. Organizzare il Tavolo della Cultura, di cui sono formalmente membro, e inserirlo nell’organigramma del Comune perché affianchi l’assessore nelle decisioni dimostra come lo stesso sindaco abbia imparato negli anni, forse molto più di quanto non sapesse prima come lui stesso ammette, di quanto la cultura sia importante e strategica e di come si incroci con una serie di asset strategici trasversali. Questo tavolo funziona, tutti sano che esiste e che esprime pareri su contenuti, vaglia proposte, da supporto tecnico in un argomento così complesso come quello della cultura. C’è necessitò di questo perché non è una materia semplice e ha aspetti tecnici che vanno trattati con molta attenzione”.
La proposta culturale della città si sta componendo di numerose alternative, capaci di incuriosire molteplici interessi, spaziando dall’arte moderna alle installazioni contemporanee sempre mantenendo un’altissima qualità.
Accanto alle esposizioni, poi, si inserisce la riscoperta della storia e del patrimonio cittadino: percorsi culturali tra i vicoli del centro storico sono ormai all’ordine del giorno ma non mancano gli sviluppi verso altre zone della città e verso i percorsi outdoor.
Il tutto ricorda che Genova non ha nulla da invidiare alle ben più rinomate città d’arte italiane, come spesso la stampa estera ha sottolineato.
“Finora forse non siamo stati abbastanza bravi a comunicarlo - sostiene Orlando - Bisogna salvaguardare l’aspetto della comunicazione; un cambio di atteggiamento verso una città che vuole raccontarsi ha ricadute anche sulla cultura. Finché non c’è la possibilità di raccontare quello che si fa e di condividerlo, l’efficacia è un decimo”.
Il racconto e la divulgazione, sempre sostenuti dallo studio e dalla ricerca, sono alla base della formazione di Orlando che ha scelto di non accettare il posto in Soprintendenza ottenuto dopo aver vinto un concorso: “Ho deciso di fare una scelta diversa perché credo che essere sul campo, in mezzo alla gente, e fare un lavoro improntato alla condivisione era già appropriato per me”.
Una carriera che ha visto la studiosa protagonista di numerose importanti mostre allestite in città come la già citata dedicata a Rubens nel sesto centenario della pubblicazione del volume dedicato ai palazzi e alle chiese di Genova. Tanti i quadri che Orlando ha potuto osservare e che ne hanno ‘segnato’ il vissuto, ma sceglierne uno particolare è difficile: “Sono molto fresca della grande soddisfazione di aver portato a termine il progetto del restauro della Circoncisione dipinta da Rubens che Regione Liguria sostiene con sessantamila euro. È una scelta di straordinaria importanza; in più, la Fondazione Pallavicino sosterrà il costo del volume. Vuol dire che il lavoro che ho portato avanti per un anno e mezzo a questa parte ha dato un esito molto positivo. In questo momento, se devo scegliere un quadro, dunque, è questo. Potrei raccontarne tutta la storia, è un’opera manifesto in sé e per me ha un significato fondamentale. La mostra su Rubens del 2022 era il mio sogno nel cassetto e il successo ottenuto ha spinto il sindaco ad affidarmi la curatela della mostra dedicata ad Antoon van Dyck che sarà nell’autunno del 2025 per cui sto già lavorando”.
Una vita divisa tra ricerca e quotidiano su cui Orlando scherza molto: “Mi sveglio all’alba, quando gli altri ancora dormono così posso isolarmi a studiare e scrivere. Spesso sacrifico anche le vacanze. Quelle di Natale da anni non so cosa siano, mi prendo periodi di riposo in altri periodi dell’anno”.
Un senso dell’impegno forte che per molti dovrebbe essere ulteriormente riconosciuto con la nomina ad assessore alla Cultura: “Eh, che dire - ride - Ogni volta che ci sono situazioni che lasciano aperte delle posizioni leader nell’ambito della cultura, non ultima quella per la direzione di Palazzo Ducale, nell’immaginario collettivo viene in mente il nome di Anna Orlando. Quello che rispondo è in coerenza con quello che sostengo: sono e mi sento a servizio della città. Che cosa poi questo possa comportare non dipende solo da me ma da una serie di fattori e valutazioni. La fiducia del sindaco, per cui l’ho sempre ringraziato, è sempre stata oggetto del mio lavoro perché venisse ripagata. Io sono a disposizione e lo dimostra anche la curatela generale di Genova Jeans, che ho accettato senza esitazioni nonostante il grande impegno richiesto anche per la mia formazione. Lo ribadisco, sono a disposizione”.