Attualità - 23 dicembre 2023, 09:42

Chiusura dei centri sociali, il grido d’allarme: “Genova non è una città per giovani”

La polemica dopo la demolizione di luoghi come Terra di Nessuno, lo sfratto dello Zapata, la chiusura della Veranda di Oregina e lo sfratto del Buridda. Oggi pomeriggio una manifestazione a sostegno di queste realtà

Sale la polemica sulla chiusura dei centri sociali a Genova. È prevista per oggi pomeriggio un momento di protesta in piazza De Ferrari. Per chi difende queste realtà, questi spazi rappresentano molto più di meri edifici. Sono case per coloro che non possono permettersi gli attuali affitti, offrono assistenza e rendono accessibili attività altrimenti fuori portata.

“Genova è la città più vecchia d’Italia, che è tra le nazioni con età media più vecchia del mondo - scrive in una nota Rifondazione Comunista - Logica vorrebbe che Genova facesse di tutto per “coccolare” i suoi giovani, favorirne le inclinazioni, lo sviluppo, l’occupazione stabile. Casa, scuola, cultura, lavoro e, perché no, socialità e divertimento.

Invece no. Sempre meno soldi per la scuola (anche quella comunale), idem per la cultura. Lavoro? Container di passaggio e Genova turismo-mordi-e-fuggi = precariato. Socialità e divertimento? Come no! Centri commerciali e Mediaset a de Ferrari a capodanno, qualche passerella, qualche ombrellino, qualche scivolo in via XX per Bucci miss maglietta bagnata.

Chi cerca altri contenuti culturali e di socializzazione? Chi si oppone al consumismo? Sinora aveva poche alternative. Tra queste i Centri Sociali. Ma figuriamoci se Genova Meravigliosa li può tollerare! Se l’assessore alla sicurezza stile repubblica di Salò può prendere atto del grande lavoro svolto da questi spazi occupati! E allora, chiusura e demolizione di Terra di Nessuno, sfrattato lo Zapata, chiusa la Veranda di Oregina, sfratto del Buridda.

La storia di quest’ultimo si colora di grottesco, se pensiamo che la sua prima collocazione, quella di via Bertani, quella del precedente allontanamento per “pubblica utilità”, è ancora lì, dopo lustri, vuota, in pieno degrado. Strano che questo non crei difficoltà al rettore o alle autorità.

Il problema non sono le sedi dei centri sociali, ma che queste siano autogestite, che diano strumenti ai/alle giovani per realizzare un pensiero critico, autonomo, non condizionato dalle ideologie dominanti. E questo fa paura a Bucci, al Rettore o al potentato di turno.

E’ per questo, per rivendicare la libertà di pensiero, di organizzazione, di autogestione che Rifondazione Comunista aderisce alla manifestazione dei centri sociali prevista per il pomeriggio di sabato 23 dicembre, a de Ferrari”.

Redazione