Attualità - 22 dicembre 2023, 11:00

Asti saluta una nuova grande opera: l’auditorium della Banca di Asti

Grazie a un investimento di 15 milioni di euro e dopo 5 anni di lavori è stato accuratamente recuperato e ammodernato lo storico 'Canton del Santo'

Foto a cura di Merfephoto - Efrem Zanchettin

A conclusione di un mastodontico intervento architettonico – che ha comportato il completo abbattimento e la successiva realizzazione di un nuovo edificio, sviluppato nel pieno rispetto di quello preesistente, impegnando progettisti e impresa realizzatrice per circa 5 anni – questa mattina è stato ufficialmente presentato il restyling completo del ‘Canton del Santo’, storico edificio di proprietà della Cassa di Risparmio di Asti sito all’angolo tra via Garibaldi e via Astesano, da cui si accede alla struttura.

Composta da tre piani fuori terra, in cui hanno trovato collocazione molteplici uffici del gruppo Cassa di Risparmio di Asti, sotto ai quali vi è un modernissimo auditorium, che misura circa 20 metri per 15, in grado di ospitare circa 500 persone e che il gruppo bancario committente dei lavori ha voluto dotare delle più moderne tecnologie attualmente disponibili. Una decisione lungimirante, adottata con la prospettiva di destinarlo alla formazione del proprio personale.

UNA RISORSA PER LA CITTA'

Fermo restando che “può diventare un’importante risorsa a disposizione della comunità astigiana”, come ha sottolineato Giorgio Galvagno, presidente del gruppo bancario, riconoscendo nel contempo i meriti del suo predecessore Aldo Pia, presente in sala, che ha fortemente creduto nel progetto così come l’amministratore delegato Carlo Demartini.

“E’ un concept moderno, per ragazzi (i nuovi dipendenti, ndr.) che devono sentirsi proiettati al futuro – ha affermato quest’ultimo – Abbiamo operato con l’obiettivo di recuperare un immobile molto importante per la città, ponendo grande cura nel recupero delle forme originarie e nella capacità di esecuzione della società incaricata”.

UN PROGETTO ORGOGLIOSAMENTE ASTIGIANO

L’astigianità del progetto è stata orgogliosamente rimarcata anche dal dottor Pia: “Il mio legame con la Cassa è così forte che la sento ancora mia”, ha esordito. Aggiungendo che “Questo importante progetto è stato realizzato interamente da professionisti astigiani: abbiamo scommesso sulle professionalità del territorio e il risultato è assolutamente all’altezza delle aspettative”.

Un forte legame con il territorio ribadito dal presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Mario Sacco: “Spesso e volentieri diamo per scontate determinate cose – ha affermato –, ma ricordiamoci che questa Banca è rimasta sul territorio a differenza che in altri luoghi in cui sono svanite. Qui ad Asti noi abbiamo la fortuna di avere la Banca: certo che si può fare di più, ma alla base non vanno dimenticate trasparenza e disponibilità economica, senza fare cose azzardate”.

RASERO: SI INTEGRA NEL PROGETTO DI SVILUPPO TURISTICO

Le Fondazioni sono un punto fermo del territorio gli ha fatto eco il sindaco di Asti e presidente della Provincia Maurizio Rasero –, senza cui molte cose non si potrebbero fare e per fortuna che hanno saldamente in mano le redini delle banche”.

“Questo auditorium – ha aggiunto è un vero arricchimento per la città, perché uno spazio simile mancava. E’ un tassello che si va a integrare perfettamente anche nel progetto di sviluppo turistico: finora abbiamo perso importanti occasioni per ospitare grandi convegni perché mancavano posti dove dormire, e ci stiamo lavorando, ma anche perché mancava una struttura di livello in cui potersi riunire”.

“Io già mi immagino – ha concluso il primo cittadino – 300 medici che si riuniscono qui a convegno, magari accompagnati dalla compagno a dal compagno con cui, fuori orario di convegno, vanno a cena o visitano i nostri musei”.

CINQUE ANNI DI 'CANTIERE APERTO' TRA MOLTE COMPLESSITA'

Soddisfazione unanime, in sostanza, per l’esito del progetto. La cui realizzazione, non va dimenticato, è stata lunga e complessa e non priva di problematiche da affrontare. Dalla difficoltà tecnica della fase di demolizione della struttura preesistente alla altrettanto delicata realizzazione del progetto sviluppato dallo Studio dell’architetto Gianni Cavallero e materialmente realizzato dall’impresa Malabaila & Arduino. Il tutto con il prezioso supporto dello staff tecnico del gruppo bancario, guidato dall’ingegner Alberto Vercesi.

“Questo progetto è la pura espressione di professionisti del territorio ha rimarcato Vercesi – Ad un certo punto eravamo 18 professionisti, tutti astigiani, e ciascuno di noi ha messo un tassellino per realizzare ciò che ora vedete intorno a voi. E tutto questo è stato possibile solo avendo alle spalle la Banca, che ci ha sempre supportati”.

UN INVESTIMENTO DA 15 MILIONI DI EURO

Anche e soprattutto finanziariamente, fin dallo stanziamento, disposto nel 2014, di 15 milioni di euro per sviluppare l’opera. Una cifra obiettivamente molto rilevante che, causa pandemia e conseguente esplosione dei prezzi delle materie prime, avrebbe potuto facilmente aumentare a dismisura, ma così non è stato. Anzi, stando ai progettisti, il cantiere si è chiuso a fronte di una spesa di poco più di 14 milioni di euro.

Investiti in quello che l’ingegner Paola Malabaila – amministratore delegato della Malabaila & Arduino, che in occasione del suo intervento ha voluto accanto a se il padre Guido, fondatore dell’azienda – ha definito “un cantiere complesso”. Abbiamo scavato fino a 8 metri di profondità, qui dove ci troviamo ora, e portato via circa 8.000 metri quadrati di terra, operando in pieno centro città con tutte le difficoltà ulteriori che questo comporta. Ma, grazie alla Banca, è stato possibile realizzare un importante intervento di rigenerazione urbana. Concetto di cui tanti parlano ma che in realtà pochissimo realizzano”.

Abbiamo scelto di non modificare questo pezzo di città, ripulendo semplicemente le aree esterne riportandole all’origine – ha aggiunto l’architetto Cavallero – Ovvero un’operazione di valorizzazione e conservazione molto accurata, affiancata dalla realizzazione di una macchina avanzatissima dal punto di vista tecnologico”.

“Quello che vedete in questa sala – ha concluso è circa il 10% di ciò che è stato materialmente fatto: chilometri e chilometri di cavi e connessioni per una piena fruibilità domotica”.

Tecnologie all'avanguardia, senza trascurare un ulteriore aspetto enormemente importante per un auditorium: quello acustico. Grazie a un accurato studio, infatti, i relatori possono far sentire la propria voce, senza sforzarla, anche senza ricorrere a microfoni. Un'ulteriore riprova della estrema cura con cui è stato realizzato il progetto.

Gabriele Massaro