USANA - azienda americana specializzata nella formulazione e produzione di integratori per il benessere psico-fisico, attiva anche in Italia - ha scelto di avvalersi per il proprio business del modello della vendita diretta, e in particolare del social selling. Presente in 24 Paesi nel mondo, la società oggi dispone di una rete di oltre 640.000 collaboratori.
Ma quali sono i lati positivi di questa particolare metodologia di vendita che, complice la grande diffusione dei social network, sta prendendo sempre più piede negli ultimi anni? Ce lo raccontano quattro incaricate italiane di USANA, quattro donne con storie ed esigenze diverse, ma accomunate dalla voglia di crescere, far valere le proprie capacità e, perché no, averne anche un adeguato riscontro economico.
Francesca, 41 anni, romana, dopo essersi diplomata come tecnico del suono, ha lavorato per qualche anno nel settore radiofonico. “Nella mia vita ho bruciato le tappe: a 20 anni sono andata a vivere da sola, a 23 mi sono sposata, l’anno successivo sono diventata mamma e a 28 anni mi sono separata. Non volevo tornare a casa dei miei genitori, ma il mio impiego da commessa part time non mi garantiva entrate sufficienti. Il mio desiderio più grande era trovare un lavoro che mi consentisse di essere un punto di riferimento per mio figlio e di passare del tempo con lui”, racconta Francesca. “Ho conosciuto il network marketing 7 anni fa grazie ad un’amica e per me è stata davvero una seconda chance. Mi sono appassionata molto a questo lavoro e in breve tempo mi sono licenziata dal mio vecchio impiego. Per me il network marketing è un’attività che fa crescere molto a livello personale, grazie al confronto con tante altre persone, e che spinge a superare costantemente i propri limiti, ad ogni età. Ad esempio, nel mio team ci sono nonne che curano i propri nipoti ma vogliono essere impegnate anche in qualcosa d’altro, oppure mamme casalinghe che però non vogliono isolarsi dal mondo esterno. La cosa più importante per me è essere riuscita a dimostrare a mio figlio che se davvero vuoi realizzare qualcosa nella vita, il modo di farlo c’è”.
Martina, 34 anni, di Roma, ha iniziato a lavorare giovanissima come commessa, subito dopo il diploma di liceo linguistico. “I miei erano separati, non stavo bene a casa e volevo andare via il prima possibile. Ho lavorato per 7 anni full time, 6 giorni a settimana, senza permessi e pochissime ferie. A 22 sono riuscita ad accendere un mutuo per l’acquisto di una casa, ma ero totalmente insoddisfatta, mi sentivo in gabbia e da solare ed empatica sono diventata sempre immusonita e triste. Finché un giorno, la persona che mi stava decorando le pareti di casa mi ha parlato del network marketing”, spiega Martina. “Ho iniziato ad andare agli incontri, quasi tutte le sere dopo il lavoro. Dopo circa 2 anni e mezzo sono rimasta incinta e mi sono licenziata dal negozio; ora mio figlio ha 7 anni e grazie a questo tipo di lavoro riesco a seguirlo al meglio. In questi anni ho lavorato solo per due aziende, la terza è USANA. Sono stata la prima ad essere contattata per creare la rete vendita italiana, ho accettato perché ho scoperto un’azienda con 30 anni di storia alle spalle, più di 1 miliardo di fatturato, quotata in Borsa dal 1994… ma soprattutto un’azienda che voleva creare una rete vendita con dei valori, dandomi la possibilità di scegliere le persone e plasmare il lavoro a mia immagine e somiglianza”.
Sara, 44 anni di Savona, dopo il liceo linguistico ha frequentato all’università Conservazione dei beni culturali, indirizzo archeologico: “Ma a 4 esami dalla laurea mi sono fermata perché avevo bisogno di lavorare. Ho sempre fatto la commessa, arrivando a diventare capo area con la responsabilità di una quindicina di negozi, ma con la paga di uno solo. Per due anni ho lavorato tantissimo perché i negozi andavano rilanciati, poi l’azienda è entrata in bancarotta fraudolenta e io mi sono ritrovata da un giorno all’altro senza lavoro e con un affitto alto. È stato un vero shock, dopo qualche mese ho trovato lavoro in un altro negozio ma a quel punto mi pesava troppo rimanere rinchiusa tutto il giorno tra quattro mura”, racconta Sara. “Volevo un lavoro online e nel 2015 ho iniziato col network marketing; sono stata tra le pioniere del social selling, ricevendo anche molte critiche. Nel giro di tre mesi ho raggiunto lo stipendio che percepivo in negozio, quindi ho deciso di licenziarmi e dedicarmi solo al network marketing. È un lavoro che potenzialmente tutti possono fare, ma ci vogliono una mentalità imprenditoriale, una grande determinazione, impegno e costanza”.
Infine per Valentina, 34 anni di Schio (Vicenza), il network marketing è stata anche l’opportunità per cambiare il proprio carattere chiuso e per aprirsi al mondo. “Ho frequentato il liceo artistico a indirizzo architettura e design, poi un corso di due anni per architettura di interni e ho iniziato a lavorare nel settore. Il mio lavoro mi piaceva, ma lo stipendio era basso, mi avrebbe fatto comodo un’entrata in più. Una ragazza che conoscevo su Facebook mi ha parlato del network marketing, ma io ero estremamente timida, non pubblicavo nulla sui social, addirittura chiedevo ad altri di ordinare per me al ristorante!”, spiega Valentina. “Quindi non pensavo proprio di poterlo fare. In realtà già dal terzo mese ho iniziato a guadagnare come il mio stipendio e quando ho deciso di licenziarmi la mia famiglia mi ha appoggiato, anche se all’inizio erano un po’ scettici. Il social selling mi ha dato la possibilità di passare più tempo con la mia nipotina, che non vedevo mai, e stare con mio papà che ha problemi di salute, per me questa è la cosa più importante. E soprattutto, mi ha permesso di superare i miei limiti: dall’essere così timida, a marzo parlerò sul palco della convention europea di USANA!”.
Storie diverse, dunque, situazioni ed esigenze differenti, ma tutte accomunate da un sapore di rivalsa, di successo, di soddisfazioni economiche e personali ottenute non senza impegno e fatica, ma che nel mercato del lavoro tradizionale è spesso impossibile raggiungere.
USANA pone al centro dei propri valori aziendali il benessere dei propri incaricati, a cui offre supporto, costante formazione, retribuzioni adeguate agli obiettivi raggiunti, ma soprattutto etica e un forte senso di “essere in famiglia”, come hanno sottolineato Francesca, Martina, Sara e Valentina.
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USANA
Attiva in 24 Paesi nel mondo, USANA crea, testa e produce la maggior parte dei suoi prodotti nel proprio stabilimento all'avanguardia di Salt Lake City, nello Utah, seguendo le Good Manufacturing Practices (GMP) per gli integratori alimentari. Per la ricerca e sviluppo la società collabora con oltre 80 scienziati - biochimici nutrizionisti, biologi molecolari e cellulari, farmacologi e esperti di scienze dello sport - per ricercare e sviluppare prodotti basati sulle più recenti scoperte scientifiche nutrizionali.
Conferma la validità dei prodotti USANA il fatto che nella Guida comparativa NutriSearch sugli integratori nutrizionali, che confronta centinaia di integratori in vendita in Nord America per determinare quali siano i prodotti di più elevata qualità per la salute, CellSentials di USANA è l'unico integratore ad aver ottenuto il rating “Platinum+” a cinque stelle. Inoltre, circa 4.500 atleti di altissimo livello affidano la loro salute a USANA, come Alex Bublea (Muay Thai), Allison Pineau (Pallamano), Elisa Nakab (Freestyle), Adrian Delgado Baches (Pallanuoto), la squadra di sci e snowboard degli Stati Uniti e la squadra di pattinaggio di velocità del Canada.
USANA, che opera con il business model della vendita diretta ed è la 14esima azienda a livello mondiale nel settore, si avvale della collaborazione di 640.000 risorse.