Attualità - 17 dicembre 2023, 08:00

Meraviglie e leggende di Genova - L’alloro di Natale

Tante sono le tradizioni che accompagnano il periodo natalizio all’ombra della Lanterna. Forse una delle meno conosciute riguarda l’albero di Natale che a Genova era l’alloro

Non c’è Natale senza il tradizionale albero.

Piccolo o grande che sia, vero o ecologico, l’abete natalizio è capace di rendere l’atmosfera natalizia e catapultare grandi e piccini nel clima delle feste. 

Ma paese che vai, albero di Natale che trovi e anche Genova ha una sua tradizione particolare.

Forse non tutti sanno che nella Superba non era usanza decorare l’abete ma un’altra pianta, l’alloro.

In ogni casa, così come per le strade, si trovavano piante d’alloro che durante le feste natalizie venivano decorate con frutta secca, arance e mandarini.

Simbolo di pace e prosperità, l’alloro già dal 1300 era usato nella cerimonia del Confêugo: i rappresentanti dal Bisagno, dal Polcevera e da Voltri arrivavano a Palazzo Ducale e incontravano il Doge a cui consegnavano il grande ceppo da bruciare.

Appiccato il fuoco, il ceppo veniva spento con una brocca di vino, zucchero e confetti; la fumata, a seconda se l’ascensione avveniva in modo lineare o tremolante, era l’auspicio per l’anno a venire per la vita della città.

I resti del falò venivano poi spariti tra la popolazione vista la credenza diffusa che potessero portar fortuna.

Nelle case si decorava ‘u cimello’, un grosso ramo d’alloro a cui venivano appese arance, mandarini, dolci e maccheroni di Natale, i Natalini che la sera di Natale vengono preparati in brodo.

Ancora, si trovava frutta secca di vario tipo come noci, fichi e prugne, legati con nastri rossi e bianchi, come i colori della città

Curiosi di decorare l’albero alla maniera genovese?

Ecco il ‘Trallalero dell’èrbo’ per un Natale tipicamente genovese.

Trallalero là là, trallalero là là.

Trallalero là là, trallalero là là

Pe fâ un’erbo a dovéi

voéi savi cöse ghe veu?

Ghe veu tanti maccaroin

Quelli lunghi, quelli fin.

Poi se ligan cö spaghetto

gianco e rosso, pe caitae,

perché questi son i colori.

I colori da çittae. 

Trallalero là là, trallalero là là…

Pe fà l’èrbo ancon ciù bello

Gh’ppendemmo i mandarin, 

I çetroin, e fighe, e noxe,

I candì e i torroni.

Oua l’èrbo o l’è jaeto

Poi veddilo anche vôi

sciù ciocchaeghe un bell’applauso

Meglio ancon se na fake duì 

Trallalero là là, trallalero là là… 

Traduzione

Per fare un bell’albero

Sapete cosa occorre?

Occorrono tanti maccheroni

Quelli lunghi sottili.

Poi si legano col nastrino

Bianco e rosso, mi raccomando!

Perché questi sono i colori, i colori della città

Per fare l’albero ancora più bello

Vi appendiamo i mandarini

Le arance, i fichi, le noci

I canditi e i torroncini

Adesso l’albero è fatto

Potete vederlo anche voi

Sù, fategli un bell’applauso

Ancora meglio se ne fate due.