Tutti in spiaggia con cappellini e occhiali da sole, proprio come fosse estate.
Questa la protesta degli attivisti e delle attiviste di Generazione P che, insieme a Legambiente, Adiconsum Liguria/referente Conamal Liguria, La Supernova, Genova che osa, Fridays For Future - Genova, Italia Nostra, Comunità San Benedetto al Porto, The Black Bag, protagonisti già di una prima manifestazione sul tema, lo scorso 28 luglio a Quinto, si sono ritrovati nella spiaggia sottostante l’abbazia di San Giuliano per chiedere che venga garantito il diritto all’accesso al mare.
“Le spiagge libere sono un nostro diritto, il mare in corso Italia sembra a un passo, ma come si raggiunge?” Lo hanno chiesto i manifestanti in un giorno non scelto in maniera casuale: oggi, infatti, a Viareggio è in corso la seconda Conferenza Nazionale per il Mare Libero che vuole sottolineare il diritto sancito dalla Costituzione di poter accedere gratuitamente al mare.
Un diritto che, ricordano i manifestanti, in Liguria continua a essere calpestato, per colpa – anche – di un pessimo lavoro politico a livello nazionale.
La direttiva europea Bolkestein, dal 2010, impone la liberalizzazione delle concessioni, mentre il Governo ha già dichiarato di voler procedere con l'ennesima proroga delle concessioni in essere fino al 2025.
In Liguria i dati sono stati ricordati recentemente in Consiglio regionale: il 53% delle spiagge liguri è affidato ai privati, 21 Comuni su 63 (tra quelli dotati di un Piano di utilizzo demaniale) non rispettano la soglia minima del 40% di litorale ad uso libero e libero-attrezzato, con casi limite nel savonese, in cui le spiagge in concessione ai privati rappresentano anche l'86,91% del totale, e più in generale della Provincia di Savona in cui sono concentrati ben 15 Comuni, sui 21 totali, inadempienti per le percentuali di spiagge ad uso libero.
Gli organizzatori del flash mob hanno voluto ribadire l’importanza della qualità e dell'accessibilità delle spiagge libere in Liguria: spesso sono fazzoletti di terra alle foci dei torrenti, lontane dai centri e dalle stazioni dei treni. Spesso non sono nemmeno spiagge, ma scogli.
“Vogliamo più del 50% di spiagge libere in ogni Comune; concessioni rilasciate in via eccezionale; la presenza sulle spiagge solo di strutture strettamente necessarie alla balneazione, in materiale ecocompatibile e di facile rimozione”, rimarca Micol Manca di Generazione P.
A livello locale il tema tornerà d'attualità la prossima settimana nella discussione del Bilancio regionale. La situazione normativa non è rosea. La Legge Regionale del 1999 ha fissato la percentuale minima di spiagge libere al 40%. “Il nostro obiettivo è arrivare al 50%”, dicono gli organizzatori della protesta.