Centinaia di persone si sono riunite oggi per protestare contro la costruzione della funivia nel quartiere del Lagaccio, a Genova.
La manifestazione è il culmine di due anni di opposizione da parte dei residenti di Lagaccio, Oregina, San Teodoro e Granarolo. Essi sostengono che la città non necessita di un'opera monumentale, ma piuttosto di una visione urbana incentrata sulle esigenze della comunità, la tutela del territorio e la valorizzazione del patrimonio culturale.
“Sono passati quasi due anni dall’inizio delle proteste dei cittadini - scrivono in una nota comitato e associazioni presenti - Due anni in cui l’Amministrazione ha continuato a sottrarsi a un reale confronto, a sostenere l’assurda idea che sia un’opera utile e necessaria, a svendere il benessere dei genovesi e del territorio per interessi privati.
Nell’ultima commissione in Consiglio Comunale del 9 novembre scorso è emersa la volontà della Giunta di iniziare i lavori entro la fine dell’anno, contando sulla chiusura della Conferenza dei Servizi il 7 dicembre; questo malgrado l’addio dell’ing. Michelini, Responsabile Unico di Progetto, ufficialmente per l'inconciliabilità degli impegni pubblici e privati.
In quell’occasione il vicesindaco Piciocchi ha anche ribadito l’importanza della funivia come fattore di rilancio turistico della città e di riqualificazione dei forti, peccato che solo pochi mesi fa la sua maggioranza in Consiglio Comunale abbia votato una delibera per la cessione ai privati di alcuni dei forti. Tra questi spicca la vendita di forte Begato (inserito sul sito Opportunity Liguria) e la destinazione di forte Sperone ad alloggi di lusso.
Costruire la funivia, con soldi pubblici, è quindi un regalo ai privati non un’opera per i genovesi, ben che meno un’infrastruttura di Trasporto Pubblico Urbano, e apre la strada all’ennesima operazione di svendita del nostro patrimonio artistico e culturale.
La struttura, secondo gli stessi progettisti di Collini - l’azienda che insieme a Doppelmayr si è aggiudicata la gara - avrà una “vita” di 30 anni, un intervallo di tempo decisamente breve considerando l’impatto sociale e ambientale e il costo (a oggi 40,5 milioni di euro).
“E dopo cosa succederà?” si chiedono gli abitanti del quartiere “continueremo ad avere dei piloni di oltre 70 metri in mezzo al quartiere, davanti alle nostre finestre, sopra le nostre teste?”.
Oltre a questa criticità se ne aggiunge un’altra di cui finora il Comune ha consapevolmente ignorato: la capacità di carico dell’area. Il parco delle Mura è un’area protetta, un ecosistema di flora e fauna che deve essere preservato ed è quindi necessario controllare e limitare il numero di persone per evitarne il deterioramento.
“Il Comune punta alle masse di crocieristi, promuovendo un turismo indiscriminato. Secondo i calcoli di Doppelmayr-Collini la funivia ha una portata massima di oltre 800 persone l’ora per un numero stimato di 9.000 passeggeri al giorno ma la capacità di carico dell’area protetta è di 2.400 persone, quasi un quarto. Questo significherà distruggere il patrimonio naturale dei forti”.
L’ennesima dimostrazione che l’unica priorità del Sindaco è quella di costruire la funivia, indipendentemente dalla riqualificazione dei forti e senza minimamente considerare l’impatto che avrà su decine di migliaia di cittadini, sul territorio e sul tessuto socio-economico dell’intera città.
I quartieri soffrono da decenni l'incuria e l'abbandono dell'amministrazione pubblica che non considera le reali esigenze degli abitanti, che devono fare i conti con la costante perdita dei servizi essenziali”.