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Attualità | 29 novembre 2023, 15:40

Salva dall'abbandono un uliveto, torna a produrre l'olio e vince un importante premio nazionale: la storia di Antonella Cheli

A Portovenere la bella avventura di una famiglia che tiene viva una tradizione ligure: oggi ci sono quattrocentottanta piante su ottomila metri quadrati

Salva dall'abbandono un uliveto, torna a produrre l'olio e vince un importante premio nazionale: la storia di Antonella Cheli

Forse non stupirà sapere che a Portovenere, una delle perle della riviera ligure di Levante, sia estremamente complesso lavorare la terra, coltivare alberi, dedicarsi all’agricoltura. La vera sorpresa è invece poter raccontare la storia della famiglia di Antonella Cheli, che partendo da zero è riuscita a ottenere un prestigioso riconoscimento per l’olio di oliva prodotto proprio nel verde del borgo marinaro, che riesce a essere domato solamente da pochi coraggiosi: si tratta del premio “Bicchiere d’Oro”, ricevuto al Milan International Olive Oil Award 2023. Gli esperti di APOL (Associazione Produttori Olivicoli della Liguria) hanno definito l’olio “Orti del Timone” come un prodotto “Fruttato verde di media intensità, amaro e piccante leggeri ed equilibrati, armonico, sentori freschi di carciofo, mela verde e buccia di banana”.

 

Il nostro uliveto è parte integrante del panorama di Portovenere - racconta Cheli dopo aver conseguito il traguardo -. Che si arrivi qui via terra o via mare, subito salta all’occhio un’area verde che sovrasta la piazza e circonda il paese. Nella parte alta del borgo, la vegetazione arborea della macchia mediterranea lascia progressivamente il posto agli ulivi - dal verde più scuro si passa al verde tipico dell’oliveto - con i suoi riflessi argentati. Per noi che siamo ristoratori in Liguria da tre generazioni, l’olio è l’ingrediente degli ingredienti, materia prima che vale come l’oro. Così, quando qualche anno fa abbiamo acquistato pezzo dopo pezzo l’uliveto, abbiamo potuto coronare un sogno. Utilizzare nelle nostre cucine olio extravergine di oliva prodotto da noi, senza veleni o additivi: un valore aggiunto inestimabile. 

Della qualità del nostro olio biologico, soprattutto quando è servito a crudo, se ne accorgono anche i nostri clienti. Perché non è semplice condimento, ma ingrediente in grado di completare un piatto, di conferire aromaticità e spessore a diversi piatti.

La famiglia di Antonella Cheli è da anni ben radicata sul territorio, avendo la gestione di due locali a Portovenere, il ristorante pizzeria “Il Timone” e “L’Antica Osteria del Carugio”. Quel che mancava era la riqualificazione dei terreni circostanti: prendendosi cura dei terrazzamenti, dei muretti a secco, coltivando con amore olive, ortaggi, e ragionando in verticale per sfidare il mare.  

Oggi l’uliveto conta quattrocentottanta piante, disposte su circa ottomila metri quadri di terreni.  “Il nostro olio non è certificato biologico, ma è biologico per nostra scelta e, inoltre, viene prodotto all’interno del Parco Naturale Regionale - continua a spiegare Cheli -. La particolare esposizione dei nostri terreni consente agli alberi di prendere sole dalla mattina presto fino al tramonto. La campagna olearia è precoce, andiamo a raccogliere olive quasi verdi a partire dalla metà di settembre, per avere una migliore capacità di tenuta dell’olio nel tempo - grazie alla maggiore acidità, nonché una profumazione ottimale del prodotto finale.

Le olive utilizzate sono di varie cultivar, tra cui la Lantesca, la Pignola, la Razzola, il Leccino e la Preveza, tipica di Portovenere. Si tratta di un’oliva tondeggiante, a forma di ciliegina, con una piccola punta apicale. Tipica di Portovenere, è lei che conferisce la nota elegante al nostro olio”. 

La produzione avviene in modo naturale, senza l'uso di agenti chimici, dalla coltivazione all'imbottigliamento. La potatura è a vaso policonico, e viene effettuata in inverno, nei periodi senza umidità, quando soffiano venti di Tramontana. La molitura avviene direttamente in giornata, a freddo presso il frantoio Lucchi e Guastalli di Santo Stefano Magra.  

Portovenere sa essere accogliente in ogni stagione: per chi passasse dal paese, l’invito è quello di recarsi all'Antica Osteria del Carugio e richiedere una degustazione dell’olio nuovo del 2023.

Chiara Orsetti

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