Oggi anche Genova è stata teatro di un significativo corteo a favore della Palestina, organizzato dal movimento Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni (BDS), che ha visto la partecipazione di numerose associazioni, partiti, sindacati e oltre mille manifestanti provenienti da diverse realtà sociali.
La manifestazione ha avuto un obiettivo: chiedere il cessate il fuoco immediato, la fine dell'assedio a Gaza e porre fine al genocidio che sta colpendo il popolo palestinese. La richiesta di pace è stata accompagnata da un grido unanime di condanna nei confronti degli atti violenti perpetrati dallo stato sionista, definiti come veri e propri crimini di guerra.
“Non possiamo restare in silenzio di fronte al genocidio in mondo visione che Israele sta compiendo contro la popolazione palestinese della striscia di Gaza: un massacro che ha ucciso 11 mila persone (di cui 4 mila bambini) e ne ha ferito 30 mila - scrive il BDS - Oltre 30 mila tonnellate di esplosivo sono state sganciate colpendo scuole, ospedali e altri edifici protetti dal diritto internazionale. Questi atti sono da chiamare con il nome che hanno: crimini di guerra e pulizia etnica. Un milione e mezzo di civili è stato costretto senza acqua, cibo, elettricità, carburante, medicinali ad abbandonare la propria casa. Una nakba continua, una catastrofe umana!”.
Nel corso della manifestazione, sono emersi striscioni e cartelli con messaggi chiari e incisivi: "Free Palestine", "Free Gaza", "Generazione dopo generazione fino alla liberazione", "Stop genocide", "Fermate i bombardamenti" e "Le vite palestinesi contano". Tra le richieste, anche quella di escludere Israele dall'Università, una presa di posizione contro le politiche discriminatorie e violente perpetrate dallo stato sionista.
“Il genocidio perpetrato a Gaza viene spacciato dalle democrazie occidentali come necessario diritto alla autodifesa di Israele - continua il BDS - Dobbiamo renderci conto che giustificare un genocidio con il diritto all’autodifesa è un abominio che conferma un ritornello storico affatto nuovo. E' la cieca legge dei due pesi due misure: incapace di riconoscere Israele come responsabile, animata da un ideologia razzista e in grado di offuscare il disastro che il popolo palestinese vive.
A questa cecità si stanno opponendo milioni di persone che in queste settimane si sono mobilitate in tutto il mondo per ribadire il loro sostegno alla lotta di liberazione palestinese. Non sostenere la resistenza palestinese significa non solo rendersi complici dell’ingiustizia ma anche rinnegare quella legge della Storia secondo cui i popoli, lottando, scrivono e riscrivono il loro destino”.