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Attualità | 24 novembre 2023, 09:56

"Costi lievitati di 150 milioni e noi fuori dall’aula": la rabbia dei comitati contro lo Skymetro

In corso il presidio fuori da Palazzo Tursi mentre si svolge la commissione dedicata all'infrastruttura

"Costi lievitati di 150 milioni e noi fuori dall’aula": la rabbia dei comitati contro lo Skymetro

Mentre in Comune è in corso la commissione “SkyMetro: approfondimenti sul progetto e soluzioni relative alla viabilità nella Val Bisagno”, il comitato di opposizione al progetto ha organizzato un presidio fuori da Palazzo Tursi, in via Garibaldi, per ribadire ancora una volta la propria contrarietà.  

I proponenti denunciano che, nei documenti, si passa dall’iniziale costo presentato al Ministero di 398 milioni di euro alla cifra di 545 milioni e 327 mila euro, e che alcune associazioni che hanno chiesto di essere audite dalla Commissione sono state escluse. 

Nel volantino che i partecipanti hanno diffuso per informare la cittadinanza, si legge una lunga spiegazione sul progetto: “L’amministrazione Comunale ha presentato il PFTE (Progetto di fattibilità tecnico-economica) del prolungamento della metropolitana verso Molassana. È prevista una sopraelevata con i binari a 9 metri di altezza, sormontati da un tunnel artificiale alto 6 metri, necessario per sostenere pannelli fotovoltaici e la linea elettrica di alimentazione.

L'altezza totale sarà di quasi 14 metri, arrivando a fronteggiare il quarto piano delle case. Il serpentone aggrappato all'argine del Bisagno sarà lungo 6,7 Km ed avrà un impatto pesantissimo, non solamente per le abitazioni che si troveranno al limite dei 10 metri previsti dalla normativa dal tunnel artificiale, ma anche per la quotidianità e la qualità della vita di chi abita nella valle.

Ciononostante, e malgrado il progetto sia tra i più significativi in termini di somme stanziate e prossimo all'apertura dei cantieri, il Comune:

  • non ha effettuato alcuno studio di valutazione che tenga conto di tutti gli impatti economici, sociali e ambientali;
  • non ha avviato alcun percorso di confronto con la cittadinanza, mentre la partecipazione dovrebbe essere un percorso obbligato per calibrare al meglio interventi così profondi e impattanti sul territorio e sulla vita delle persone. Una partecipazione che dovrebbe coinvolgere la città tutta, con tutti i suoi attori sociali - istituzioni, università, organizzazioni, associazioni, imprese, singoli cittadini e singole cittadine -, per mettere in rete, condividere e valorizzare i propri saperi e le proprie competenze”.

Viene poi fatto il punto sui costi e sui tempi di realizzazione: “Più di 500 milioni di euro solo per la realizzazione con costi di gestione presumibilmente alti per la manutenzione delle fermate sopraelevate (ascensori, scale mobili, ecc.). In realtà sembrano valutazioni ottimistiche. Ci vorranno 3 anni, ma il piano di finanziamento arriva addirittura al 2036”.

Per quanto riguarda gli impatti economici, sociali ed ambientali, spiegano i comitati: “Le infrastrutture sopraelevate sono di concezione novecentesca e fonte di degrado per la sporcizia, l'abbandono di rifiuti e il senso di insicurezza che generano. Oggigiorno vengono demolite o riconvertite in parchi urbani, almeno nelle città del mondo occidentale. Lo sa anche il Comune di Genova, che nel progetto preliminare del tunnel sub-portuale definisce la sopraelevata Aldo Moro "incompatibile con la fruizione turistica, ricreativa ed abitativa dell'area, ormai risanata" del Porto Antico e prevede di abbatterla;

  •   pur essendo il Bisagno in condizioni disastrose, abbandonato dall'Amministrazione, ricettacolo di rifiuti ed eroso dai cinghiali, i suoi argini appartengono alla comunità che ne fa un luogo di incontro, di passeggio e di jogging. E uno spazio di socialità che verrà sottratto alla cittadinanza;
  •   sebbene nel progetto preliminare non sia specificato, dai disegni si deduce che potrebbero essere abbattuti alcuni alberi che si trovano sulle rive interessate dalla struttura;
  •   poiché i piloni supporteranno un peso notevole e concentrato e il terreno su cui poggia è alluvionale, saranno necessarie profonde palificazioni e non è chiaro se la falda sotterranea presente da Staglieno in giù sarà intaccata e quali saranno i rischi idrogeologici;
  • gli immobili che vi si affacciano perderanno valore e contestualmente cambierà il tessuto economico e sociale del territorio, venendo meno il delicato equilibrio su cui poggia attualmente la qualità della vita dei quartieri interessati.

Ma non solo: lo studio condotto dal comitato di opposizione ha analizzato anche gli impatti sulla qualità del trasporto cittadino: “A fronte di ingenti costi di gestione, AMT tenderà a diradare le linee degli autobus parallele alla metro, con un evidente peggioramento del servizio, sia per chi usa il trasporto pubblico per tragitti brevi, sia per le persone più fragili: le fermate infatti sono poche e distanti tra loro (in media 1,100 m per fermata), ingombranti (lunghe più di 150 metri e larghe 16 metri!) e raggiungibili solo attraverso ascensori. Poiché a monte di Piazza Garassini la linea si troverà in aree lontane dalle residenze, ai tempi di percorrenza si dovrà aggiungere il tempo e la scomodità per raggiungere le fermate, vanificando gli obiettivi dichiarati (es. un residente a 5. Gottardo, per prendere la metro alla Sciorba, dovrà raggiungere il Ponte Gallo, attraversare il Bisagno e salire a 9,80 metri d'altezza);

Inoltre, poiché non verrà minimamente toccato lo spazio dedicato al trasporto privato e quello pubblico sarà scomodo e distante, difficilmente l'opera potrà disincentivare l'uso di auto e scooter”. 

Quello che ancora una volta viene proposto come alternativa, richiesta a gran voce da tempo, riguarda i tram: “AMT ha ricevuto finanziamenti per 470 min di euro, per introdurre 4 linee di forza per Genova, una delle quali da Prato alla Foce servita da filobus o autobus elettrici. Sommando questi 470 min ai So e oltre min destinati a questa opera sbagliata, si potrebbero costruire i primi km di assi di qualità per il TRAM per tutta la città - spiegano -.

  • Il tram è stato scelto nel 2011 da un autentico percorso di partecipazione nella valle; • AMT stessa, nel progetto dei 4 assi, afferma che il tram è più utile per la città rispetto al filobus (sebbene sia costretta a scartario per costi e problemi sulla linea di levante);
  •   il tram è espandibile e può arrivare a trasportare 6.000 passeggeri l'ora;
  •   il tram passa vicino alle residenze ed è accessibile a tutti/e in autonomia, anche a chi è in carrozzina;
  •   gli assi di qualità, ovvero corsie protette, continue, dotate di semaforizzazione intelligente, permettono tempi di spostamento di tutto rispetto (da Molassana a Brignole in 25 minuti, senza eroici attraversamenti del torrente, magari in piena tramontana invernale);
  •   il tram può attraversare zone pedonalizzate e con esso è realizzabile una città più a misura d'uomo, come lo sono diventate tante nel resto d'Europa;
  •   con il tram potrebbero essere riorganizzati i servizi nel sottosuolo e realizzato un tunnel tecnologico;
  •   i tempi di realizzazione sono paragonabili a quelli della Skymetro, la realizzazione avverrebbe per lotti e il traffico in valle può essere gestito;
  •   il tram è più sostenibile e migliora la qualità della vita” concludono.

Redazione


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