Liliana Segre, senatrice a vita e testimone della Shoah, è stata premiata oggi con il Premio Nazionale Ipazia all'Eccellenza al Femminile a Genova.
La cerimonia si è svolta presso il Teatro Eleonora Duse. Prima della premiazione, la senatrice ha potuto dialogare con la giornalista e scrittrice Lucia Annunziata, seguito da un momento musicale e dalla lettura di estratti dai suoi libri, interpretati dagli allievi della Scuola di Recitazione "Mariangela Melato" del Teatro Nazionale di Genova.
“La leadership non è una questione di forza ma una questione di pura capacità di egemonia e l’egemonia è un dato morale, etico, personale che non si guadagna né con i soldi né con il posto di lavoro né con le promozioni né con la supremazia, qualunque cosa essa sia - spiega Lucia Annunziata - L’egemonia è la capacità di imporre un punto di vista e la si conquista con una vita giusta, senza scandali, senza grandi compromessi. Una vita che possa essere, per quanto possibile, esemplare”.
Una riflessione che porta alla stretta attualità, all’omicidio di Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato:
“Sabato ci sarà una grande manifestazione per Giulia, mai come prima questa storia è stata capita anche dagli uomini - spiega Annunziata - L’egemonia vuol dire avere la capacità di avere più punti di vista, per questo amo moltissimo Liliana perché ha sempre avuto una visione larga”.
La storia di Liliana Segre e tragicamente legata anche Genova: nel gennaio del 1944 quel convoglio carico di persone e bambini come la stessa Liliana, partito da Milano, passò anche in Liguria e raccolse gli ebrei genovesi per poi esse deportati nei campi di concentramento.
“Non capitano molte volte dei momenti così decisivi - dice Segre - La parola scelta l’ho privilegiata perché ci sono quelli che non fanno la scelta, si voltano dall’altra parte. È sempre più comodo non fare la scelta.
In quel momento, con i miei 14 anni compiti ad Auschwitz feci una scelta morale, non potevo diventare come quella che di colpo faceva come un SS. Non avrei mai potuto uccidere nessuno, non potrei mai uccidere.
In tutta la mia testimonianza portata avanti per 30 anni nelle scuole non ho mai trovato le parole giuste (ho anche provato in altre lingue) per dirlo, quell’orrore.
Le parole per dire Auschwitz non ci sono”.
"Credo che mai un premio sia stato così calzato sulla persona che lo riceve, perché è un riconoscimento alla vita e alla testimonianza di quella vita. Questa sera, ascoltando le parole della senatrice Liliana Segre, ho pensato questo: è stato scritto che il male può essere banale, ma il bene può essere espresso con una grande mitezza che, come dimostra la senatrice Segre, può essere forte come l'acciaio". Così il presidente della Regione Giovanni Toti, intervenuto questo pomeriggio al Teatro Duse di Genova per consegnare il Premio Ipazia Eccellenza al Femminile 2023 alla senatrice Liliana Segre. "La vita e il coraggio della senatrice Segre sono una continua fonte di ispirazione per tutti noi e per tutti coloro che scelgono di combattere l’intolleranza, il razzismo, l’antisemitismo, l’istigazione all’odio e alla violenza. Liliana Segre ha voluto donare la sua vita al dovere di non dimenticare, diventando una testimone attiva della Shoah e un esempio per le giovani generazioni, oltre che un antidoto all’indifferenza. Questo premio – conclude il presidente Toti - ha una valenza particolare soprattutto in questo periodo. in cui in tutto il mondo ci sono rigurgiti pericolosi di antisemitismo”.