Attualità - 17 novembre 2023, 10:33

Sciopero contro la manovra, in migliaia in piazza anche a Genova

La manifestazione è organizzata in varie città italiane da Cgil e Uil. Cori contro il ministro Salvini e ancora polemiche sulla precettazione

È partito questa mattina il corteo genovese indetto da Cgil e Uil per manifestare contro la Legge di Bilancio e sollevare questioni importanti riguardanti la Legge 146 sui servizi essenziali. 

Migliaia di persone sono scese in piazza partendo dal Terminal Traghetti per  attraversare la città e arrivare davanti alla Prefettura, passando per via Gramsci, largo Zecca, piazza Portello e via Roma.

Mario Ghini, segretario generale UIL Liguria, spiega: “In questa manovra nulla funziona: non c’è risposta a nessuno dei problemi:  alle pensioni, ai salari, alla sicurezza, al sistema previdenziale e sanitario, per renderlo degno di un paese civile. Sono tante le cose che non vanno bene e pensiamo sia giunto il momento di dire basta a riforme che aiutano sempre i soliti noti e si dimentica di chi porta avanti il paese quotidianamente”. 

Duro anche il commento di Maurizio Calà, segretario generale di Cgil Liguria: “Le ragioni delle manifestazioni sono concrete e riguardano quella finanziaria che ha ribaltato le promesse elettorali fatte dalla destra di Matteo Salvini e della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Avevano detto che avrebbero cancellato la legge Fornero ma l’hanno peggiorata, non hanno alzato i salari, non hanno fatto niente più di quanto fatto da Mario Draghi. Ci hanno detto che avrebbero investito soldi su sanità e sociale dopo la pandemia, ma  in realtà ci sono stati tagli da 350 milioni, una vergogna per la disabilità. Meloni ha dato la cittadinanza a una bambina disabile londinese, ma non si occupa dei bambini italiani a cui verrano tagliati i fondi. Anche i Comuni hanno subito tagli pesanti, con meno servizi e maggiori tasse locali. È una finanziaria terribile, complicata, e oggi a Genova abbiamo anche una ragione in più per essere qua in piazza: abbiamo una storia di democrazia molto antica, che Salvini e Meloni non conoscono, la storia della lotta partigiana, che la città ha interpretato nel migliore dei modi. Il diritto allo sciopero non possono toccarlo, è una libertà delle persone che per aderire rinunciano a una parte di stipendio: ma loro non sanno neanche di cosa stiamo parlando”.

M. Garibaldi, C. Orsetti