Una donna potentissima che con la sua tenacia è stata capace di sconvolgere le regole dell’arte e della società del Seicento, segnando un punto di svolta per le artiste future.
Artemisia Gentileschi è stata ed è ancora esempio di fermezza e coraggio, le stesse qualità che porta nel nome, quell’Artemide che, in un terreno dominato dagli uomini, si fa simbolo di intraprendenza e forza senza mai venire meno alla femminilità.
A lei è dedicata la mostra allestita nei saloni dell’Appartamento del Doge a Palazzo Ducale, visitabile da domani e fino al prossimo primo aprile 2024.
Un percorso in dieci sale, curate dallo storico dell’arte Costantino D’Orazio, che segue le orme di Artemisia, dalla formazione in cui l’impronta caravaggesca emerge via via più forte, alla violenza di Agostino Tassi, amico del padre Orazio, denunciato dalla pittrice per cui lei stessa subisce un vero e proprio processo mediatico, proseguendo negli anni della maturità.
Artemisia Gentileschi con la sua arte è stata capace di celebrare le donne grazie a composizioni geniali assemblate dalla grazia di un talento fuori dal comune.
La sua vocazione la porta a essere la prima donna ammessa alla prestigiosa Accademia delle Arti del Disegno, ma di Artemisia si hanno notizie di soggiorni a Genova e a Napoli.
“È una delle donne più importanti della storia - racconta Serena Bertolucci, direttrice di Palazzo Ducale - perché, con il suo gesto di denuncia fece davvero qualcosa di rivoluzionario. Lo fece anche come artista e in questa mostra vogliamo celebrare entrambi questi aspetti di Artemisia: la grande artista e il suo coraggio, oltre a riflettere attorno all’eredità dei Gentileschi a Genova”.
Diversi i passaggi suggestivi della mostra che, con grande attenzione, si arricchisce di spazi immersivi.
A proposito, Bertolucci prosegue: “Ne abbiamo una che ricostruisce un luogo in cui non si può più accedere; poi lo snodo con la stanza immersiva centrale, cardine della vita e della pittura di Artemisia; per Genova Capitale del libro 2023 abbiamo un libro importantissimo che è la raccolta degli atti ufficiali del processo di Artemisia che giocano un ruolo importante. Un altro video molto interessante è quello legato allo scoppio di Beirut che danneggiò in modo importante un quadro e che qui è presente in maniera restaurata. Quindi una mostra di rinascite, quella di alcune opere e quella di una donna”.
Alla presentazione ha preso parte anche il sottosegretario alla Cultura e storico dell’arte Vittorio Sgarbi: “Negli ultimi tre anni sono state fatte numerose mostre di Artemisia, farla a Genova, nel più bel palazzo italiano delle esposizioni, è una ragione di sicura intelligenza. La cosa più importante per Genova è l’intarsio con i dipinti genovesi. È straordinario vedere Assereto, Strozzi e altri, tutti connessi con lei nel nome di Caravaggio ma anche nell’influenza, una volta confermato il soggiorno genovese di Artemisia, che lei, con la sua personalità così forte, ha avuto sui pittori genovesi del Seicento”.
Vari sono gli spunti che si aprono all’interno dell’esposizione e che approfondiscono la storia dell’artista, donna rivoluzionaria nella sua tenacia, femminista ‘ante litteram’, capace di sovvertire le regole dell’epoca e oggi manifesto per le donne che, ancora troppo spesso, devono fare i conti con la violenza.
Un viaggio emozionante in cui Artemisia Gentileschi conduce il visitatore attraverso la sua arte, riflesso ininterrotto della sua vita. Si succedono ‘Susanna e i vecchioni’, ‘Giuditta e Oloferne’, ‘Cleopatra’ le sue Maddalene e ‘Sansone e Dalila’, tracce inequivocabili di un’esistenza che, come di disse di lei il marito Pietrantonio Stiattesi, ‘Le valse…il non conoscer paura alcuna’.