“Entro una grotta di porcellana, sorbendo caffè, guardavo dall’invetriata la folla salire veloce”.
Sono i primi versi di ‘Genova’, la poesia scritta da Dino Campana, che si leggono sulla grande insegna verde che si affaccia su salita Pollaiuoli, proprio accanto all’ingresso del Caffè degli Specchi, uno dei punti di riferimento dei genovesi, e non solo, dal 1908.
Un luogo carico di fascino, poco distante da Palazzo Ducale, da piazza De Ferrari e dal cuore pulsante della città, caratterizzato dalla sua volta piastrellata con piccole maioliche color crema, e dagli specchi che grazie alla loro disposizione riescono ancora oggi a catturare lo sguardo dei nuovi avventori e di chi frequenta assiduamente.
Fondato nel mese di giugno di 115 anni fa da Remo Caprioglio, il locale inizialmente vendeva esclusivamente liquori, andando a sostituire un negozio di polli. Nel 1919, e precisamente il 29 novembre, l’attività venne ampliata, tramutando il nome ‘Bar Splendid’ e iniziando a ospitare, sempre con maggior frequenza, artisti, letterati e intellettuali, catturati dall’affascinante ambientazione.
Negli anni ’20, infatti, non era difficile imbattersi nel poeta Dino Campana, insieme agli amici Mario Novaro e Camillo Sbarbaro, e ai pittori Aurelio Craffonara e Federico Maragliano: tutti seduti ai tavolini del caffè a osservare la folla intenta a passeggiare nel dedalo di vicoli che si intreccia oltrepassandone la soglia.
La ‘grotta di porcellana’ continua negli anni ad affascinare il mondo delle arti: nel 1974 Dino Risi sceglie questa preziosa location per il suo film ‘Profumo di donna’, con Moira Orfei tra gli interpreti. Il bar, nel frattempo, ha cambiato il suo nome in ‘Caffè Splendido’, per andar incontro alle esigenze del momento: le parole straniere non erano ben viste. Il nome ‘Caffè degli Specchi’ viene ufficialmente assegnato all’attività nel 1988 da Armando Belfiore, e continua ancora oggi a campeggiare sull’insegna nonostante i passaggi di proprietà avvenuti negli anni seguenti. Oggi ne è proprietario il gruppo che gestisce un’altra attività ben nota in città, Douce Patisserie Café.
Cambiano i gestori, ma il fascino resta immutato e ancora oggi le sale del prestigioso locale hanno affascinato gli scrittori Bruno Morchio e Ilja Leonard Pfeijffer, che proprio in questo luogo hanno ambientato alcuni momenti dei loro romanzi. Sarà perché il locale racconta oltre un secolo di storia, con la sua vista dal basso su piazza Matteotti, le sue sale curate, la scala interna ripida e suggestiva che ancora oggi riescono ad attirare il pubblico più vasto, dalla colazione all’aperitivo, sempre osservando ‘fuori dall’invetriata’.