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Attualità | 03 novembre 2023, 18:09

Come arginare il fast fashion e virare verso una moda sostenibile: il laboratorio al Festival della Scienza

Quattro tavoli, ciascuno con il proprio gruppo, permettono di ragionare su altrettanti temi: ecologico, socio-ambientale, politico ed economico

Foto di Bruno Oliveri e Lorenzo Gammarota - Festival della Scienza

Foto di Bruno Oliveri e Lorenzo Gammarota - Festival della Scienza

In media, in occidente si acquistano abiti per il 400% in più rispetto a vent’anni fa e il settore tessile, nel 2020, è stato la terza fonte di degrado delle risorse idriche e dell’uso del suolo. Basti pensare che per produrre una maglietta si impiega lo stesso quantitativo di acqua che un uomo beve in due anni.

Senza contare che il settore è uno dei principali in cui avviene la discriminazione di genere.

Il fast fashion è un fenomeno sempre più ampio che ha importanti ricadute sociali, economiche e ambientali.

Lo sanno bene le ricercatrici e i ricercatori del gruppo di ricerca interdisciplinare Società della Conoscenza dell’IRPPS - CNR che, insieme all’ufficio Comunicazione, hanno realizzato il laboratorio ‘Decide your print - Che stile dai al mondo in transizione?’, proposto nell’ambito del Festival della Scienza 2023 e supportato dal progetto europeo gEneSys.

Tutto parte da poche domande, per comprendere quali siano le abitudini dei giovani in fatto di abbigliamento per poterli guidare poi a un confronto e a scelte consapevoli.

Moda e sostenibilità, grazie alla guida dei ricercatori coinvolti nel progetto, sono il fil rouge che i partecipanti seguono mentre si muovono tra le problematiche legate al consumo, alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti dell’abbigliamento.

Il lavoro di gruppo fa entrare ancora di più nella complessità dell’argomento: quattro tavoli, ciascuno con il proprio gruppo, permettono di ragionare su altrettanti temi (ecologico, socio-ambientale, politico ed economico) e a proporre soluzioni secondo due domande spunto per una riflessione che abbraccia sia l’ambito locale sia quello globale.

Si discute poi, insieme, per capire se le decisioni dei singoli gruppi possono essere sostenibili in tutti gli ambiti e per accrescere la consapevolezza nei confronti di un tema che abbraccia diversi campi come la transazione energetica, l’innovazione tecnologica, il mondo del lavoro e gli scambi commerciali.

Tradurre in buone pratiche le numerose proposte lanciate dai ragazzi non è cosa semplice, soprattutto in un periodo come quello attuale dove si vive un cambiamento che deve spingere sempre di più a porsi interrogativi di vari tipi per sviluppare il ragionamento.

Una cosa è certa, è possibile lasciare la propria impronta sul futuro con scelte che sappiano cogliere sempre di più la connessione tra scienza, tecnologia e società verso una visione d’insieme sempre più etica in ogni ambito.

Isabella Rizzitano

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