Il Movimento Lilla - nato nel 2021 e che coinvolge giovani, adulti, famiglie e tutti coloro che conosco da vicino i disturbi del comportamento alimentare (DCA) - scende nuovamente in piazza, chiedendo che queste patologie vengano finalmente inserite nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) come malattie a se stanti, dunque con un budget autonomo e un obbligo per ogni regione di dotarsi di tutti i livelli di cura.
"Questo non perché i DCA non siano anche e soprattutto malattie mentali, ma perché sono anche patologie multifattoriali che necessitano di interventi specialistici multidisciplinari, interventi che semplici reparti di psichiatria e Centri di Salute Mentale non sono in grado di assicurare" spiegano dal Movimento.
"Intanto i numeri crescono e diventano spaventosi, eppure nell’ultimo rapporto del Ministero della Salute sulla salute mentale i DCA non sono nemmeno citati. E invece di anoressia, bulimia, binge eating e di tutte le sfumature meno conosciute di DCA si muore. Si muore non perché siano malattie incurabili, ma perché non ci si può curare subito e bene. Accedere alle cure non può essere un privilegio, ma oggi lo è, ed è ciò contro cui si batte il Movimento Lilla".
La manifestazione, la seconda di cui il Movimento è portabandiera, avrà luogo il 9 Novembre 2023, dalle ore 14:00, presso Piazza Castellani, nei pressi del Ministero della Salute, a Roma.
"Anche nel 2023 in Italia si continua a morire di disturbi alimentari per mancanza di cure - continuano a spiegare -. Secondo i dati ReNCam (Registro Nominativo Cause Morte) sono circa 4.000 le morti ogni anno per la mancanza di cure nel trattamento delle malattie del comportamento alimentare.
Il Movimento Lilla alza la voce e chiede un cambiamento concreto. La richiesta è chiara: i disturbi alimentari devono avere un budget autonomo nei Livelli Essenziali di Assistenza (L.E.A). Questo permetterebbe ad ogni Regione di garantire i livelli essenziali di cura, consentendo alle persone di ricevere supporto senza dover intraprendere lunghi viaggi in tutta Italia.
Le liste d’attesa sono solo un altro problema che ritarda la possibilità di ricevere una diagnosi e quindi l’accesso alle cure: si parla di tempistiche da otto mesi fino ad un anno per l’ambulatorio DCA, tre o quattro mesi per il centro diurno e per la residenza.
Un tema allarmante perché iniziare un trattamento in modo tempestivo aumenta la probabilità di un esito positivo, mentre è proprio il tardivo riconoscimento della malattia uno dei maggiori ostacoli nella cura dei disturbi alimentari: il ritardo nella diagnosi influenza infatti gravemente l’evoluzione del disturbo. I disturbi alimentari sono un'epidemia silenziosa, non perché incurabile ma perché chi ne soffre è una categoria “fragile”, composta da persone che vivono un dramma aggravato da stigma e indifferenza.
Il 9 Novembre a Roma il Movimento Lilla vuole combattere questo silenzio assordante invitando tutte le persone interessate a unirsi a questa battaglia, dando voce a chi, in questo momento, non ha la possibilità di farlo".