Attualità - 15 ottobre 2023, 17:22

Elezioni in Ecuador, lunghe code alla Sala Chiamata del Porto: “Votiamo per un cambiamento e la fine delle violenze”

In Liguria sono circa 13 mila i potenziali votanti. Tante donne oggi in coda per esprimere la propria preferenza nel ballottaggio tra i due candidati Luisa González e Daniel Noboa

Già da stamattina alle 9 si sono formate lunghe code alla Sala Chiamata del Porto di Genova per le elezioni in Ecuador.

Oggi fino alle 19 la comunità ecuadoriana residente in Liguria ed Emilia Romagna è chiamata al voto nel capoluogo ligure per l'elezione del binomio presidenziale.

“C’è stata una grande affluenza - ci spiega Manuel Aragundi, consigliere del Municipio Centro Ovest - Attraverso il nostro voto vogliamo cambiare con la speranza che il voto porterà tranquillità e l’Ecuador diventerà di nuovo un paese pacifico com’era prima. Per questo motivo le persone si sono unite in questo momento e stanno partecipando in massa”. 

Dopo la prima chiamata alle urne dello scorso 20 agosto oggi gli elettori dovranno esprimersi nel ballottaggio tra Luisa González, affiliata al movimento Revolución Ciudadana, vicino all'ex presidente Rafael Correa, e Daniel Noboa, giovane imprenditore di Accìon Democratica Nacional. 

Il 20 agosto González ha ottenuto il 33,31% delle preferenze, mentre Noboa ha ricevuto il 23,66% delle preferenze.

Nel voto telematico del 20 agosto però qualcosa è andato storto: la maggioranza delle persone che hanno provato a votare non ci è riuscita. Impossibile esprimere la propria preferenza. Numerosi uffici consolari hanno segnalato la difficoltà nel voto telematica tanto che, dopo diverse proteste, si è deciso di far votare oggi per i due candidati al ballottaggio e i rispettivi vice, aggiungendo anche il voto per i parlamentari esteri.

“Ho notato una grande partecipazione delle donne - continua Aragundi - Allo stesso tempo ho notato che hanno partecipato al voto pochi giovani”. 

Le elezioni in Ecuador sono state caratterizzate da una campagna elettorale difficile, macchiate anche da un tragico omicidio di uno dei candidati: Fernando Villavicencio.

Anche dall’estero vogliamo che il nostro paese sia com’era prima. Oggi l’Ecuador è un paese del narcotraffico, c’è una conseguente crisi del turismo. Ecco: vogliamo un paese più sicuro, più tranquillo, dove si possa investire di più”, conclude Aragundi.

La situazione politica in Ecuador

L'Ecuador ha affrontato una serie di cambiamenti politici e controversie negli ultimi anni. L'ex presidente Rafael Correa, al potere dal 2007 al 2017, ha polarizzato la politica nazionale. Correa è stato accusato di aver creato una rete di corruzione per finanziare il suo partito ed è attualmente esule in Belgio, con una condanna a otto anni di carcere per corruzione aggravata e 25 anni di inibizione da incarichi pubblici.

Nel 2017, Lenín Moreno ha assunto la presidenza, provenendo dallo stesso partito di Correa, ma ha gradualmente preso le distanze dal suo predecessore. Il suo mandato è terminato nel 2021, segnato da proteste sociali dovute a misure di austerità. Moreno ha accusato Correa di aver orchestrato le agitazioni. 

Nel 2021, Guillermo Lasso è stato eletto presidente unendo il fronte anti-Correa. Tuttavia, il suo sostegno è diminuito a causa di accuse di corruzione, che affermavano che non aveva concluso un contratto tra la Flotta petrolifera ecuadoriana e il consorzio Amazon Tankers, causando un danno alle casse statali. Lasso ha poi rassegnato le dimissioni.


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