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Attualità | 12 ottobre 2023, 15:36

Maxischermo, raccolte in poche ore 2.500 firme per chiedere un messaggio pacifista

La richiesta arriva da Genova che Osa

Maxischermo, raccolte in poche ore 2.500 firme per chiedere un messaggio pacifista

In poche ore 2.500 cittadini di Genova hanno sottoscritto una petizione lanciata dall'associazione "Genova che Osa" con l'obiettivo di chiedere a Regione Liguria di proiettare sul maxischermo del palazzo di piazza De Ferrari il testo "per la pace, contro la guerra”.

"Questa mattina abbiamo scritto a Pierpaolo Giampellegrini, segretario generale della Regione e gli abbiamo inoltrato la lista dei firmatari e la nostra richiesta. - dichiara Lorenzo Azzolini di Genova che osa - Ora attendiamo una pronta risposta dalle istituzioni.”

Di seguito il testo della petizione:

L'Italia ripudia la guerra, ma Toti sfrutta il maxischermo di Piazza de Ferrari per sostenere una delle parti all'interno di un conflitto pluridecennale.

Di fronte al riaccendersi di un conflitto le nostre istituzioni dovrebbero impegnarsi per favorirne la risoluzione pacifica.

Toti ha deciso di esporsi, come presidente della regione, sostenendo una delle parti in guerra. Non è accettabile.

Il conflitto israelo palestinese si protrae da quasi un secolo e Toti esprime la sua posizione come fosse una partita di calcio, con un messaggio retorico e superficiale su un maxischermo, a nome nostro.

Ripudiamo la guerra, e ribadire questa posizione adesso è più urgente che mai. Non appoggiamo la violenza, non appoggiamo il militarismo, non appoggiamo il conflitto armato. Vogliamo che la Regione ci rappresenti: togliete quel messaggio e prendete posizione per la pace. 

Il dibattito politico sul maxischermo è stato acceso fin da inizio settimana con i consiglieri regionali Selena Candia (Lista Sansa) e Gianni Pastorino (Linea Condivisa) che hanno messo in discussione l’utilizzo propagandistico dello strumento.

“Del maxischermo si può fare a meno – dice Candia – consuma inutilmente energia (quando il messaggio dovrebbe essere di ridurla, specie se superflua) e deturpa un palazzo storico. E visto che utilizza un bene pubblico e soldi pubblici, abbiamo anche il diritto di vederci chiaro, per questo abbiamo chiesto alla Giunta chi sceglie, e in base a cosa, i messaggi proiettati. Ricordo che stiamo parlando del palazzo di un’Istituzione nella piazza principale di Genova e non, come ha scritto Ferruccio Sansa, della bacheca Facebook del presidente Giovanni Toti”.

“Non è accettabile che il presidente Toti utilizzi un medium comunicativo che dovrebbe promuovere le bellezze della Liguria per proporre uno slogan, oltretutto poco corretto, su una questione che dal 1948 ha lasciato dietro di sé una scia di sangue e violenza - commenta Pastorino - La questione palestinese, che in questi giorni infiamma le cronache mondiali – conclude Pastorino – merita ben altra considerazione e ben altra serietà. Se proprio dobbiamo tenere questo maxi schermo di dubbia bellezza, che venga usato per scopi diversi”.

Redazione

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