Attualità - 12 ottobre 2023, 17:00

Invasione di mosche a Genova, l’esperto spiega perché

Stefano Vanin, entomologo e docente all’Università di Genova: “Cambiamenti climatici, temperature più elevate, mancanza di aree verdi e soprattutto di specie insettivore, oltre ad alta concentrazione di sostanze organiche in decomposizione”

Un tempo i nostri antenati sostenevano che portassero bene, ma a giudicare dall’enorme quantità di mosche che circola in aria in queste giornate, vien quasi da dire che è una fortuna fin troppo eccessiva. Se ne sono accorti un po’ tutti: non c’è un luogo dove non si venga assaliti da questi insetti, non un parco pubblico, non un marciapiede, non una spiaggia che possa definirsi immune. 

Ma come mai? A spiegarlo è l’entomologo Stefano Vanin, docente all’Università di Genova e considerato uno dei principali esperti di insetti a livello nazionale e internazionale: “Cambiamenti climatici, temperature più elevate, mancanza di aree verdi e soprattutto di specie insettivore, oltre ad alta concentrazione di sostanze organiche in decomposizione. È tutto un mix di fattori, insomma”.

Secondo Vanin, “anzitutto bisogna dire che si tratta di una situazione momentanea. Non c’è nulla di allarmante, non c’è nessuno scenario tipo Armageddon. Tra qualche giorno le temperature scenderanno e le mosche spariranno. Le temperature, per l’appunto, sono uno dei primi motivi di questa presenza massiccia: è un inizio autunno indubbiamente caldo, che arriva dopo un’estate strana, molto calda ma anche con parecchie precipitazioni. Sono le condizioni ideali per la riproduzione e il mantenimento delle mosche, insieme a questa forte umidità”.

Ma non c’è solo il fatto delle temperature, a sentire il parere dell’esperto. “In questi giorni - prosegue Vanin - abbiamo sospeso i monitoraggi, ma c’è da dire che quando le mosche sono così tante, come in effetti sono, non può dipendere solamente dalle temperature. Evidentemente c’è un aumento di sostanze organiche in stato di decomposizione: possono essere le frazioni dei rifiuti, ma anche topi, piccioni o altre specie su cui si depositano”.

E poi, come anticipato da Vanin, mancano sempre più le specie insettivore: “È questo il nodo centrale. Mancano sempre più gli uccelli che mangiano gli insetti, in particolare i pipistrelli. E mancano perché in città non trovano più le condizioni per vivere. Non ci sono aree verdi, quelle che vengono create lo sono solamente sulla carta. C’è troppo cemento e finché non si troverà un compromesso, la situazione resterà questa. L’uomo ha alterato l’equilibrio naturale, quasi azzerando l’agente che consentiva di controllare la quantità di mosche in circolazione”.

Si tratta di mosche “comunissime, e non sono pericolose per l’uomo, a meno che le loro zampe non entrino in contatto con qualche batterio, e allora lo possono spargere. Ma, ovviamente, danno fastidio e in certi casi ribrezzo. Inoltre, non possiamo non notare l’aumento anche di blatte e di ratti. Tutto perché, tra presenza di cibo e posti dove nascondersi, abbiamo creato loro delle condizioni molto favorevoli”.

Per il futuro, “bisogna pensare a strategie di lotta. La Regione lo fa bene sulle zanzare, occorrerà ampliare il campo. E, soprattutto, bisognerebbe ricreare vere condizioni naturali, che favorissero ad esempio il ritorno degli insettivori”.