I delegati Fim-Fiom-Uilm di Acciaierie d’Italia hanno proclamato in queste ore uno sciopero generale in tutti gli stabilimenti italiani per il 20 ottobre.
“Abbiamo deciso di generalizzare la lotta e lo sciopero per respingere l'atteggiamento della società e chiedere investimenti subito e interrompere la cassa integrazione - si legge nell’ultima nota congiunta inviata dai sindacati - La situazione negli stabilimenti di tutto il gruppo è diventata insostenibile, quasi quotidianamente segnaliamo alle autorità competenti e alla direzione i problemi dovuti alla mancanza di manutenzione sugli impianti: non può continuare così!”.
È indubbio che il settore siderurgico italiano stia attraversando una delle fasi più critiche della sua storia: produzione ridotta al minimo, carenze nella manutenzione degli impianti e il rischio per la sicurezza dei lavoratori.
A questo si aggiunge poi l’aumento della cassa integrazione nonostante la forte domanda nel mercato dell'acciaio. La situazione è giudicata insostenibile dai sindacati, che hanno espresso preoccupazione per la sicurezza dei lavoratori e la tenuta del settore siderurgico, fondamentale per l'economia del paese.
Tutte problematiche già evidenziate da tempo: la scorsa settimana, il 2 ottobre, anche a Cornigliano è scattato lo sciopero di 24 ore. Lavoratori e sindacati denunciavano l'incertezza riguardante le prospettive future dell'azienda chiedendo risposte concrete dall'azienda e dal governo.
Lo scorso mercoledì l’incontro dei sindacati con il presidente Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci dove si è sottolineata l'importanza strategica della siderurgia ma anche la mancanza di chiarezza da parte del governo e dell'azienda. La Fiom ha fatto appello affinché si discuta dell'accordo di programma e dell'uso delle aree ma ha anche sottolineato che questo non può prescindere dalla continuità di reddito e occupazione dei lavoratori ex Ilva Genova. La ridiscussione dell’accordo di programma ha rappresentato un’apertura senza precedenti per la Fiom, ora però si richiedono risposte concrete.
“Dal Governo mi è stato assicurato che l’intenzione è quella di proseguire con il piano industriale già tracciato e di utilizzare ulteriori fondi, quelli legati a REPowerEu e al Pnrr, per portare avanti gli investimenti strategici, dalla decarbonizzazione alla transizione verso l’elettrico, e che sono in corso riunioni tra il ministero dello Sviluppo Economico e il gruppo Mittal per chiarire quali sono le determinazioni dell’azienda per arrivare al definitivo assetto del comparto - ha dichiarato settimana scorsa Toti al termine dell’incontro con i lavoratori - Come Regione e Comune chiederemo un nuovo incontro per capire i tempi e i modi di questo percorso e se, alla luce delle rimodulazioni degli investimenti, il piano industriale sia da ritenersi ancora attuale”.
Sul tema è intervenuto nei giorni scorsi anche Claudio Burlando, l'ex presidente regionale della Liguria che nel 2005 ha firmato l'accordo di programma per lo stabilimento di Corigliano. Egli ha dichiarato che i lavoratori hanno ragione nelle loro preoccupazioni e ha sottolineato che a Genova gli accordi di programma sono stati rispettati, mentre altrove non è stato così. Secondo l’ex governatore l'accordo di Genova, siglato 18 anni fa, ha portato a una serie di realizzazioni positive nella regione, tra cui la chiusura dell'altoforno, la bonifica dell'area, lo sviluppo di Ansaldo Energia e la riqualificazione di Cornigliano. Tuttavia, Burlando ha osservato che ci sono ancora alcune questioni irrisolte, come la viabilità sul Polcevera, un parco e una scuola che dovrebbero essere oggetto di attenzione.