Sono circa tremila le persone che, a partire dalle ore 10 di questa mattina, si sono radunate davanti alla stazione ferroviaria di Genova Pra’ per prendere parte al corteo organizzato dai comitati del Ponente Genovese. L'Aurelia è stata chiusa al traffico per il tempo della manifestazione, e da Pra' la marcia ha proseguito in direzione Pegli, dove si è fermato ai Giardini Catellani.
Dopo la grande manifestazione dello scorso 25 marzo, quando scesero in strada cinquemila persone, il Ponente genovese torna a farsi sentire, questa volta con un po’ meno partecipazione, per ribadire il proprio no a ulteriori servitù e per chiedere un miglioramento nel rapporto tra insediamenti produttivi e abitazioni.
La protesta è contro le modalità di realizzazione della nuova diga, a cominciare dal cantiere logistico che sta comparendo al Sesto Modulo del Porto di Pra’ (la notizia che inquieta maggiormente i comitati, in queste ore, è il fatto che il sindaco Bucci sia stato nominato commissario di questa grande opera che rappresenta la punta degli investimenti del Pnrr).
Si manifesta anche contro lo sversamento dei fanghi in mare, contro i cantieri per la Gronda, contro la presenza dei depositi chimici a Multedo, contro il cantiere dei cassoni di fronte a Pegli Lido (ipotesi tutt’altro che archiviata), contro i progetti di espansione portuale a Sampierdarena e Voltri e per la difesa e la salvaguardia delle spiagge del Ponente.
Fra gli slogan recitati dai vari striscioni, si leggono frasi provocatorie come “Cercasi sindaco capace e competente, assunzione immediata”, “Non vogliamo morire di Porto” e “Toti la Liguria non è la discarica dei tuoi affari”.
Due sono le petizioni in piedi che i cittadini hanno rivolto al ministero dell’Ambiente e all’Europa. “Noi cittadini di Genova e in particolare del ponente genovese, rivolgiamo un accorato appello allo Stato affinché non rimanga sordo alle nostre preoccupazioni” si legge nel volantino diffuso dagli organizzatori. “La modalità di esecuzione di opere che vengono presentate come fondamentali sta mettendo a rischio il nostro territorio e la nostra salute. Le istituzioni locali sembrano ignorare il nostro appello e concentrarsi esclusivamente sugli interessi economici di pochi.
Chiediamo con forza un intervento urgente e deciso da parte delle cariche più alte dello Stato per fermare la Regione, il Sindaco e le aziende che stanno speculando sulla nostra città e sulla nostra salute. È inaccettabile che coloro che dovrebbero proteggere il nostro territorio e la nostra salute stiano predisponendo azioni che minacciano tali diritti. Facciamo appello a chi ha il potere di agire: Vi preghiamo di ascoltare i nostro grido di aiuto e di intervenire subito con determinazione per preservare il nostro territorio e il benessere dei cittadini”.