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Attualità | 30 settembre 2023, 07:10

Raccontare l’arte ai più piccoli, la scommessa (vinta) di Palazzo Reale

Per la mostra Highlights, allestita negli spazi del Teatro del Falcone di Palazzo Reale, è stato realizzato un percorso per i più piccoli per spiegare loro i principi e le caratteristiche delle opere esposte, avvicinando i bambini e non solo al patrimonio storico-artistico contenuto nelle collezioni dei musei nazionali

Raccontare l’arte ai più piccoli, la scommessa (vinta) di Palazzo Reale

Raccontare la bellezza e le meraviglie del patrimonio storico-artistico raccolte nelle collezioni dei Musei Nazionali ai bambini, portandoli a muoversi nello spazio e stuzzicandone la curiosità.

È la scommessa, vinta, di Palazzo Reale che con ‘Highlights’ ha proposto un percorso ad hoc per i giovanissimi visitatori.

Una mostra che è stata un successo, tanto da essere prorogata (chiuderà il prossimo 8 ottobre e non il 24 settembre come inizialmente deciso) grazie all’idea di portare le opere a un punto di vista inconsueto, intrecciandole con gli spazi del Teatro del Falcone e regalando ai visitatori rimandi visivi e colpi d’occhio suggestivi.

A questo si è aggiunto un percorso per avvicinare i giovanissimi e, perché no, i loro genitori, guidandoli a osservare le opere e a vivere gli spazi del museo come luoghi accoglienti e divertenti.

Anna Manzitti, curatrice della mostra, ha fatto il punto: “Siamo rimasti tutti molto contenti del risultato di questa prima proposta di far vedere intrecciate, nelle stesse sale, le opere dei due palazzi [Palazzo Reale e Palazzo Spinola n.d.r.], che costituiscono il patrimonio dei Musei Nazionali. Vedere l’interesse che ha suscitato ci ha reso soddisfatti e contenti. Anche la qualità dei riscontri, al di là dei numeri che, sì sono importanti ma non sono tutto, è stata ottima”.

Nel bilancio positivo, un valore aggiunto arriva proprio dai giovani e giovanissimi visitatori grazie al percorso messo in piedi proprio da Manzitti e da Elisa Strizoli che da anni cura i servizi educativi di Palazzo Reale.

Cerchiamo di rendere il museo accogliente - ha proseguito la curatrice - riuscire a farlo in una mostra temporanea per noi è stata una cosa nuova. Ci sentiamo all’inizio e abbiamo voglia di misurarci con la prossima occasione per migliorare ancora di più questo approccio”.

Un percorso costruito in modo semplice per non sovraccaricare i bambini di nozioni ma per dare loro le chiavi di lettura semplificate del patrimonio custodito nei musei che, invece, è molto ricco ma che può essere alla portata di tutti tramite i diversi livelli di lettura.

I pannelli di sala, come hanno raccontato Manzitti e Strizoli, sono letti anche dai genitori, sì per tradurli ai loro bambini ma anche per loro stessi. Accanto alle spiegazioni generiche, poi, sono inserite le didascalie: “Hanno una lente d’ingrandimento - specifica Manzitti - che vuole suggerire non una ‘caccia al tesoro’ ma un percorso da intraprendere avvicinando i bambini a determinate opere. Non possiamo dire quanti le abbiano lette fino in fondo ma ci siamo resi conto, guardando il pubblico, che i bambini le seguivano e per noi questo è un dato importante”.

Sulla costruzione del percorso, Strizoli aggiunge: “Abbiamo fatto una scelta di fondo importante, che è stata quella di mettere un pannello in ogni sala. Un pannello tematicamente vicino al tema della sala ma non necessariamente una traduzione del pannello degli adulti”. 

Cardine della selezione è stata l’accessibilità declinata nella fruizione delle tematiche per cui si è cercato di rendere gli argomenti il più possibile chiari e semplici.

Per i pannelli - approfondisce Strizoli - abbiamo scelto in base a quale argomento può creare difficoltà all’interno di una sala. Volendo essere più aperti possibile, abbiamo scelto di dedicare i pannelli, uno per ogni sala, dedicandoli alle tecniche, al tema della cristianità e della religione, della mitologia e della ritrattistica proprio perché volevamo che ci fosse un’idea generale”.

Le didascalie del percorso per i bambini che si incontrano nelle sale non sono molte: “Si tratta di un numero limitato in ciascuno spazio, non perché le opere non meritassero di essere maggiormente approfondite o non potessero essere portate ai bambini ma non volevamo avere sale con 8 o 10 didascalie perché si rischia l’effetto opposto, ossia ‘spegnere’ la curiosità dei bambini”.

Ogni didascalia, oltre a essere ben visibile e con caratteri ad alta leggibilità, ha una lente d’ingrandimento che permette una facile individuazione e vuole spingere a osservare con attenzione.

Un tono colloquiale, associato alla descrizione, aiuta i più piccoli a guardare questi capolavori portando l’attenzione ai punti essenziali. Che sia un ritratto, una scena religiosa o un mito, la chiave è l’osservazione, eliminando tutte le sovrastrutture, grazie all’individuazione dei temi giusti che, anziché respingere, avvicinano.

Tra le tante proposte, un desiderio è rimasto inespresso: “Avremmo voluto far leggere le didascalie ad altri bambini, mettendo un qr code di collegamento per fare in modo che i bimbi più piccoli, che non sanno ancora leggere, potessero ascoltare la descrizione. Ci siamo andati molto vicini ma non ci siamo riusciti. Siamo sicuri che lo faremo presto”.

Non una novità visto che tra le proposte dei servizi educativi sono molteplici e si avvalgono anche della tecnologia.

In tempo di Covid, abbiamo realizzato le passeggiate a Palazzo Reale in cui il palazzo è raccontato dai bambini. Si chiama RealForKids ed è composto di sette video, fruibili sul canale YouTube che ci aiutano a portare il più possibile a partecipare alla spiegazione e alla divulgazione, attraverso questi elementi”.

I bambini hanno sempre più la voglia e la necessità di condividere - conclude Strizoli - la scuola è cambiata e c’è una sempre maggiore capacità partecipativa. Lo vediamo anche nei laboratori con le famiglie. Raccontare il museo non è facile, perché il tipo di arredo, l’allestimento, sono tali per cui non ci sono didascalie ma pannelli orientativi. Abbiamo realizzato mappe che speriamo possano soddisfare la curiosità del pubblico nel capire cosa si trovano intorno ma coi bambini è diverso e le attività didattiche sono pensate appositamente: arrivano al museo e possono avere un grande A3 pieno di indovinelli che, seguendo il percorso del museo, li stimolano a guardare e rispondere scoprendo il patrimonio. Nelle mostre temporanee abbiamo ‘mano libera’ per cercare di rendere i contenuti alla portata di tutti”.

Abituare alla bellezza e avvicinare alla cultura e al patrimonio sin da bambini è la base per formare gli adulti di domani, capaci di costruire una società fondata sulla comprensione e sull’accoglienza, e in questo i Musei Nazionali stanno contribuendo in modo attento.

Isabella Rizzitano

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