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Politica | 25 settembre 2023, 11:30

Rigassificatore, consiglio regionale infuocato contro Toti. Arboscello: "Se c'è una persona che fa terrorismo è lei" (FOTO)

I consiglieri di minoranza puntano il dito contro il presidente e commissario. Nel pubblico presenti i sindaci di Quiliano, Bergeggi, Spotorno e Noli

Rigassificatore, consiglio regionale infuocato contro Toti. Arboscello: "Se c'è una persona che fa terrorismo è lei" (FOTO)

"Non è più credibile, ha adottato il solito metodo, prima decido, poi lo condivido e poi comunque lo impongo. Se c'è una persona che fa del terrorismo quello è lei. Si sta incartando e sta dicendo cose sensa improponibili".

Non ha usato mezzi termini il consigliere regionale del Partito Democratico Roberto Arboscello in apertura del consiglio comunale monotematico sul rigassificatore e il posizionamento della nave rigassificatrice Golar Tundra a 4 km dalla costa di Vado Ligure e da 2.9 km di Savona, davanti ad un folto pubblico di savonesi, di sindaci (presenti i primi cittadini di Quiliano Isetta, Bergeggi Rebagliati, Spotorno Fiorini, Noli Ambrogio Repetto), i sindacati (in aula il segretario della Cgil Andrea Pasa) e le associazioni.

Nel frattempo dopo la protesta davanti alla sede della Regione i tanti savonesi occorsi a Genova stanno esprimendo la propria contrarietà in Piazza De Ferrari.

“Dentro e fuori il consiglio la battaglia di un intero territorio non di una parte politica. Toti si assuma la responsabilità della sua scelta e fermi questa procedura. Nessuno può barattare la salute con una compensazione - ha spiegato Arboscello - Quella di oggi dentro e fuori il consiglio regionale non è la battaglia di un parte politica, ma di un intero territorio che, compatto e coeso, dice no al rigassificatore tra Vado e Savona e chiede rispetto. A prendere le distanze da questo progetto sono cittadini, categorie economiche, industriali. Gli stessi consigli comunali di Savona e Bergeggi, comprese le liste che sostengono Toti, hanno votato contro il rigassificatore. Questo conferma che non c’è nessuna strumentalizzazione politica, come invece Toti vorrebbe far credere, ma solo l’appello dei cittadini che chiedono la tutela della propria costa”.

“Non esiste nessuna motivazione tecnica - ha precisato Arboscello - per lo spostamento della nave Golar Tundra da Piombino a Savona, verrà spostata per una mera scelta politica, quella di Toti (come ha confermato in commissione), che deve assumersi le responsabilità di questa decisione che svende il territorio ligure e la sua costa per compiacere il governo. Con questa scelta il presidente ha tradito il suo mandato verso i liguri. Impone ai savonesi di sacrificarsi per un interesse solo personale e non per il bene comune, come invece vuol far credere. Non siamo più in emergenza climatica e non ci sono compensazioni o promesse di compensazioni che tengano quando al centro c’è la tutela delle persone; del mare; di un’area marina protetta e di un’economia che da tempo si è rilanciata puntando sul turismo. Nessuno può barattare la salute con una compensazione.

“Non si tratta di sindrome Nimbi: è inaccettabile criticare e puntare il dito contro un territorio che ospita due discariche, un porto tra i più importanti d’Italia, insediamenti produttivi di ogni genere e che non si è mai opposto alla sviluppo industriale e portuale e che sta cercando in tutti i modi e faticosamente di far convivere tutto questo con la vocazione turistica e l’ambiante. Savona non può essere il posto dove finisce tutto quello che il presidente Toti e il sindaco Bucci non vogliono. Savona non può essere la soluzione ai problemi di altri territori. Basta schiaffi” ha concluso il consigliere dem Arboscello.

"Lei ha scelto per un'intera regione, questo non è governare, è imporre. Non può ignorare quelle 16mila persone. E' una battaglia di rispetto, di sicurezza, di futuro, la Liguria già ospita un rigassificatore. Non si può mettere tutto nella provincia di Savona, Vado non è la discarica della Liguria" il commento del consigliere regionale Ferruccio Sansa.

"È un progetto scellerato che confligge con il modello di sviluppo savonese è contro lo sviluppo portuale, contro la logistica, contro l'ambiente, contro il turismo, l'industria. È profondamente sbagliato dal punto di vista di merito e di metodo. Semmai si investano risorse su politiche industriali serie e necessarie per il territorio savonese; ripristino Funivie, ambientalizzazion Italiana Coke e poi in generale per risolvere le vertenze aperte (Piaggio, Laerh, Sanac e Alstom) tutti comparti strategici per il paese - il commento del segretario generale della Cgil Savona Andrea Pasa - La Regione non ha idee su politiche industriali e neppure si come risolvere le situazioni più complesse. Infine chi rappresenta il territorio in Regione (gli attuali consiglieri regionali di maggioranza Vaccarezza, Brunetto, Mai e Bozzano) non posso 'usare' il territorio per avere voti hanno la responsabilità politica di difenderlo il territorio e quindi dovrebbero finalmente dire quale posizione hanno su questo scellerato progetto così cone i Sindaci del territorio e i consiglieri comunali tutti".

"È rimasto solo il presidente a voler andare fino in fondo a questo progetto. Insostenibile per tutto il territorio. Senza confronto senza discussione. Solo imposizioni. Profondamente sbagliata. Un solo sindaco su 69 della provincia si è detto favorevole e il presidente della provincia di Savona, tutto il resto è contrario: le comunità, le associazioni datoriali, le imprese, i balneari, gli albergatori i sindacati Confederali, i comitati, tutte le associazioni. Se ne faccia una ragione signor Presidente, signor Commissario. E se ne facciano una ragione anche i consiglieri regionali di maggioranza eletti a Savona" conclude Pasa.

"Il trasferimento del rigassificatore da Piombino a Vado è scelta politica di Toti, Snam ha chiarito che non c'è nessuna motivazione tecnica. Azione non si è mai tirata indietro nel sostenere scelte anche impopolari per sostenere le transizione energetica. Calenda ha affrontato più di una volta la popolazione restia a consentire la realizzazione di impianti necessari al Paese, compreso i rigassificatori", commenta Pippo Rossetti, consigliere regionale di Azione.

"La questione di Vado Ligure va però oltre e viene prima della discussione sulla necessità di avere attiva la Golar Tundra . La scelta di delocalizzare la gasiera FRSU da Piombino non riguarda il bene del paese e la necessità di avere un impianto di questo tipo. Snam ha chiesto l'autorizzazione a tenere l'impianto a Piombino per 20 anni e ha dichiarato che non ci sono ostacoli tecnici per superare la VIA e continuare ad operare lì. Allora perché spendere soldi degli Italiani per portare la nave e l'impianto industriale a Vado? Toti e Meloni saldano i rapporti tra il centro destra e il presidente, Toti ha dato la disponibilità a risolvere un problema posto dal sindaco di FdI che non vuole il rigassificatore". 

"Ha ottenuto il benestare dalla sindaca di Vado che dopo aver dato il suo consenso si è dimessa e in poche settimane è stata nominata dallo stesso Toti amministratrice della nuova agenzia regionale dei rifiuti. Giochi politici accompagnati da un sorprendente tentativo del Presidente prima di ritardare le informazioni agli enti locali, poi di estromettere il Comune di Savona dalla conferenza dei servizi e infine di rifiutare ogni forma di confronto con i Comuni e con la popolazione", prosegue Rossetti. 

"Così facendo la cultura del voler fare a tutti i costi è diventato il miglior complice dei signori del no. A Savona dagli industriali al vescovo, da forze di centro sinistra a quelle di centro destra, dai comuni ai comitati di cittadini sono tutti compattamente contrari alla realizzazione dell'impianto. Senza entrare nel dibattito gassificatore si gassificatore no, abbiamo scritto e votato con PD 5S e Linea Condivisa un ordine del giorno in cui si esprime contrarietà alla proposta di ricollocazione del rigassificatore perché non motivata da chi governa ed esprime un giudizio pesantemente negativo sul comportamento del commissario Toti che ha evitato di informare la popolazione e di coinvolgere le amministrazioni locali". 

"In un paese normale si farebbe la VIA dove l'impianto già opera e, solo dopo questo atto, se negativo, si avrebbe motivo di discutere della delocalizzazione", conclude Rossetti.

Luciano Parodi


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