Nonostante i numerosi allarmi, gli studi, le sperimentazioni e le numerose proposte di intervento, nel corso degli ultimi mesi l’invasione della vespa velutina (o calabrone asiatico) si sta facendo sempre più pesante sul territorio di Genova e provincia, con continue segnalazioni sia sulla costa che nell’entroterra e sulle alture.
“Una diffusione che ha in parte colto alla sprovvista anche i nostri apicoltori – commentano Luca Dalpian e Paolo Campocci, Presidente e Direttore di Coldiretti Genova – se non altro per la rapidità con cui si è diffusa all’interno del territorio”. Un problema che arriva d’oltralpe e che ormai da anni interessa l’intera regione, da ponente a levante, ma che nell’ultimo periodo sta purtroppo vessando il genovesato in maniera particolare, causando danni non da poco su diversi fronti e rischiando di creare problemi anche gravi sia al comparto apistico che alla salute della popolazione.
“La vespa velutina – spiega Roberto Sartori, Presidente dell’Associazione Agrimercato di Genova, responsabile dei mercati Campagna Amica della provincia ed esperto apicoltore – è arrivata in Europa dall’Asia ormai diversi anni fa, giungendo in Italia attraverso la vicina Francia. Negli ultimi anni, però, la sua espansione è aumentata anche per la chiusura del programma di contrasto finanziato dall’Unione Europea, che ha causato una riduzione esponenziale delle risorse dedicate alla lotta di questo pericoloso insetto”.
A seguito del via libera del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (oggi Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, ndr) al progetto“L’avanguardia tecnologica difende le api dalla vespa velutina”, a partire dal 2019 Regione Liguria e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta – in collaborazione con il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA-AA) e le Associazioni di Apicoltori ApiLiguria e Alpa Miele – hanno effettivamente attivato una nuova programmazione per arginare la diffusione del calabrone asiatico. Purtroppo, però, nonostante l’espansione del fenomeno in Liguria e nel genovesato sia stata continua, repentina ed esponenziale, “ad oggi ancora non è possibile identificare in maniera univoca chi possa effettivamente intervenire per debellare i numerosi nidi che vengono ritrovati – aggiungono Campocci, Dalpian e Sartori – poiché su Genova non sembra vi sia più nessuno abilitato o adeguatamente formato. Auspichiamo, pertanto, nel supporto della Regione per risolvere questo impasse quanto prima e trovare una soluzione al problema: si pensi che un solo nido può generare oltre 300 regine e circa 12-13mila individui, ciascuna delle quali può, accoppiandosi, riprodursi e formare nuovi nidi. E questo nonostante una parte di esse muoia durante la diapausa invernale”.
E se l’azione di sterminio delle velutine sulle api è ormai assodata, ancora non vi è un alert adeguato circa i pericoli per l’uomo. Si tratta di insetti molto protettivi e aggressivi, il cui veleno di un solo esemplare corrisponde a quello di dieci vespe “normali”: una sola puntura può essere letale per una persona allergica a causa dello shock anafilattico, mentre 3-4 punture potrebbero mandare un uomo di robusta costituzione in ospedale. Senza contare che tali esemplari non nidificano solo sugli alberi, ma ovunque, anche nei cespugli o sottoterra. “È necessario che tutti prendano coscienza quanto prima di quelli che sono i reali pericoli legati alla diffusione di questa “vespa-killer” – concludono – mentre invitiamo la popolazione a fare segnalazioni ogni qualvolta venga in contatto con nidi di tale pericoloso insetto. È importante, inoltre, quando possibile, “trappolarne” gli esemplari con bottiglie contenenti vino bianco o birra, sia nel prossimo periodo autunnale che in quello invernale, ma ancor di più in quello primaverile, verso marzo-aprile, per limitarne quanto più possibile la riproduzione. Ora più che mai è necessario l’aiuto di tutti”.