Politica - 20 settembre 2023, 07:36

Depuratore, Campora a La Voce di Genova: “Si può fare a Cornigliano. Nel 2024 si parte con il progetto” (Video)

Tra i temi affrontati nella lunga intervista all'assessore ad ambiente e mobilità, il prolungamento della metro, lo Skymetro, pedonalizzazioni e piste ciclabili

Dissalatore, ma anche prolungamento della metropolitana, Skymetro, pedonalizzazioni e piste ciclabili. Sono diversi i punti affrontati nel corso dell'intervista all'assessore comunale ad ambiente e mobilità Matteo Campora, nella seconda puntata della trasmissione de La Voce di Genova 'La Voce di...'



Partiamo dalla linea metro: ci sono tanti cantieri già pronti a partire, altri già partiti per il. A che punto siamo con il prolungamento?  

“La città di Genova ha ricevuto molti finanziamenti. La storia della metro genovese è una storia con tanti intoppi, infatti in 20-25 anni si sono fatti solo pochi chilometri. Oggi stiamo ripartendo con i prolungamenti della metro in Valpolcevera e nel Levante verso Piazza Martinez, avremo la nuova stazione in piazza Martinez Terralba, è la nuova stazione di Canepari. Questo permetterà di andare a servire il quartiere di San Fruttuoso e tutta Certosa fino ad arrivare poi a Rivarolo perché anche su Rivarolo abbiamo ottenuto un finanziamento. L’obiettivo però è anche quello di pensare alla metropolitana del futuro che dovrà arrivare fino a San Martino con due fermate. La fermata dove abbiamo l’entrata principale di San Martino e la fermata pronto soccorso, abbiamo poi nel cassetto un progetto, un piano di fattibilità che riguarda l'estensione della metropolitana fino a Fiumara con quattro fermate e poi abbiamo un’opera che si avvierà nel 2024 che è lo Skymetro”. 

Sono tutti i progetti già finanziati oppure si stanno ancora cercando dei finanziamenti per alcuni progetti? 

“I progetti finanziati sono i cantieri già aperti, quindi la metropolitana della Valpolcevera e verso Levante fino a Piazza Martinez, poi abbiamo la stazione di Piazza Corvetto che era stata pensata nel disegno della metropolitana delle Colombiadi ma che non era mai stata costruita e sarà pronta entro il 2025. Poi abbiamo già finanziato anche lo Skymetro che non è altro che un prolungamento della metropolitana verso la Val Bisagno che arriverà, col primo lotto, fino a Molassana. Poi l’intenzione è quello di chiedere il finanziamento dell’ulteriore lotto fino a Prato. Questi sono già finanziati. Da finanziare, invece, sono il prolungamento della metropolitana alla Fiumara. Questi progetti poi verranno presentati alla prossima “call” del ministero. Il ministero di 2 anni pubblica dei bandi attraverso i quali poi finanzia le opere. Quindi nella “call” del ’24 andiamo a presentare altri progetti”.

Quindi le prossime tappe in via di realizzazione sono in Val Polcevera e in piazza Martinez giusto? 

“Le prossime tappe sono quelle e sono particolarmente importanti. Anche perché parallelamente ricordiamo che ci sono le opere delle ferrovie, il sestuplicamento, il terzo valico che permetteranno di liberare tutto il fascio di binari a mare, separando i flussi merci dai flussi passeggeri. Questo farà sì che nella direttiva da Voltri a Nervi. Potremmo avere anche frequenze di 5-6 minuti, quindi anche le ferrovie funzioneranno come una vera e propria metropolitana tanto che il sindaco anche coniato il nome: la metro mare, come c’è anche in altre città d’Italia. Quindi avremo la metropolitana che conosciamo ma avremo anche un sistema ferroviario, un servizio ferroviario che funzionerà di fatto come una metropolitana con frequenze molto basse”.

Quali sono i tempi di realizzazione per quanto riguarda le due stazioni, Piazza Martinez e Valpolcevera?  

"Per quanto riguarda la Valpolcevera chiuderemo sicuramente entro il 24 e a seguire nel 25 Piazza Martinez. Sono opere che impegnano un'unica impresa, quindi l'affidamento riguarda un unico lotto e, oltre alle opere civili, abbiamo anche la costruzione dei treni. Attualmente i treni sono già in costruzione in fabbrica e nel finanziamento della metropolitana abbiamo anche una quota di 70 milioni di euro che è destinata alla costruzione di 14 treni che avremo nel momento in cui le metropolitane saranno pronte, avremo i treni che potranno entrare in funzione”. 

Per quanto riguarda la stazione di Brin ci sono lavori anche nella vicina linea ferroviaria. Ci sono state anche un po' di proteste di alcuni comitati, di alcuni residenti. Com'è la situazione lì? Riuscite a parlare con ferrovie? Riuscita a gestirla?

“In quel tratto Brin-Canepari abbiamo diversi cantieri: i cantieri della metropolitana, ma abbiamo anche i cantieri delle ferrovie. In particolar modo noi abbiamo costituito un gruppo che quotidianamente si relaziona con alcuni comitati che sono presenti, penso al comitato “liberi cittadini di Certosa” e altri, in modo tale che nel momento in cui abbiamo dei problemi, ne abbiamo avuto qualcuno, noi siamo in grado di intervenire subito intervenendo sull’azienda. Quest'estate, ad esempio, negli ultimi giorni di scuola, abbiamo portato tutti i bambini della scuola di Certosa con un pullman fino a Villa Serra, perché quelle giornate avevamo delle lavorazioni più rumorose. I cantieri creano disagio e problemi ma dobbiamo cercare di attenuarli. Dobbiamo soprattutto cercare di rispettare i tempi e siamo assolutamente nei tempi. La concomitanza poi dei cantieri ferroviari è evidente che somma i problemi. Ma sono sacrifici che poi porteranno per quanto riguarda la metropolitana un servizio che in pochi minuti porterà direttamente in centro. Il dialogo coi cittadini è fondamentale su questo”.

Questa estate la metropolitana è stata chiusa per lavori di manutenzione, Ora è tutto funzionante, tutto riaperto. Ci arrivano alcune segnalazioni su malfunzionamenti delle scale mobili, sono ancora ferme in diverse stazioni. Sa dirci più o meno quando potrebbero ripartire?

“Tutte le stazioni e tutte le scale mobili che sono ferme generalmente sono ferme perché vengono fatti dei lavori e delle verifiche che vengono effettuate ogni tot anni. Quindi sono quasi sempre diciamo interventi di collaudo, così come è stato fatto il collaudo della metropolitana con Ansfisa qualche mese fa. Le scale mobili sappiamo un po' in genere, leggiamo anche le notizie in giro per l'Italia, sono impianti che sono alcune volte soggetti a guasti. Però devo dire che i numeri ci dicono che nelle percentuali che abbiamo ogni anno sui giorni di guasto sono numeri assolutamente sotto la media nazionale e questo è un elemento importante. Dobbiamo fare un passo in più, ad esempio, nell’impreziosire e abbellire anche le stazioni della metropolitana. Faremo degli interventi di pulizia sulla stazione di Brin, avevamo un problema per la presenza dei piccioni nell’impalcato, quindi abbiamo in previsione anche delle opere di abbellimento e di maggiore attenzione alla pulizia”.

Passiamo allo Skymetro, lei prima lo ha citato, sono circa 7 km di linea con 8 fermate perché il comune punta sullo Skymetro e non, ad esempio, sullo sviluppo della rete tranviaria?

“La storia del trasporto pubblico della Valbisagno è una storia molto lunga. Come sappiamo, come abbiamo detto già diverse volte, lo schema è un pi greco rovesciato con le due valli. Nella Val Polcevera abbiamo la metropolitana e abbiamo un sistema ferroviario importante. Nella Val Bisagno abbiamo sempre avuto il trasporto su gomma. La storia degli ultimi anni ci dice che quasi tutti i progetti che sono stati presentati, anche i progetti che riguardavano il tram, sono falliti tutti per vari motivi, per l'opposizione delle persone. Però ogni progetto che è stato presentato non è mai arrivato alla luce. Sulla base anche di queste considerazioni noi abbiamo ritenuto, anche con l’avallo del ministero, in particolare del ministro Giovannini che era il ministro del ministero dei trasporti e delle mobilità sostenibili, questo era il nome del suo dicastero, è sicuramente persona molto attenta all'aspetto ambientale, è uno anche dei fondatori di ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) abbiamo deciso di optare per la metropolitana. Poi gli possiamo dare il nome Skymetro però in realtà noi facciamo un prolungamento della metropolitana. E scegliamo un mezzo e scegliamo un'infrastruttura che non occupa il sedime stradale ma che viaggia sull’argine fondamentalmente senza toccare in alcun modo il greto del Bisagno e in 11 minuti ci porta direttamente a Molassana. Noi abbiamo ritenuto che questa fosse la soluzione tecnicamente migliore. E’ un sistema sostenibile perché totalmente elettrico, sarà ricoperto sul tetto per 6 km e mezzo da un grande impianto fotovoltaico che diventerà una vera e propria comunità energetica. E’ stata fatta questa scelta, una scelta che poi è stata avallata, come spesso ricordo, dal ministero. Quindi ci sono stati dei passaggi e il ministero ha ritenuto questo progetto un progetto valido. Dopodiché il tram di cui si parla spesso avrebbe comportato innanzitutto la sottrazione di due corsie. Avrebbe comportato anche lavori importanti che andavano a occupare anche il sedime stradale e quindi abbiamo scelto, così come abbiamo scelto il filobus sui quattro assi, abbiamo scelto questo mezzo perché poi la metropolitana è il trasporto pubblico più veloce e che funziona meglio, perché non ha interferenza col traffico”. 

Lei prima diceva che appunto verrà realizzato vicino al fiume, non nel fiume. C’è stata un po' di confusione anche vista la notizia dell’emendamento regionale che permette di costruire più vicino al fiume. Quindi possiamo dire che non viene costruito nel fiume? 

“All'inizio questo progetto, il primo progetto aveva delle determinate caratteristiche. Poi, come tutti i progetti, andando avanti, vengono affinati. Vengono affinati sulla base di ulteriori approfondimenti, quindi anche una serie di  slide che sono girate, effettivamente riguardavano il primo progetto, ma sono slide che poi sono aspetti e sezioni cambiate nel tempo. Oggi noi possiamo dire che a ottobre andremo a completare il piano di fattibilità tecnico-economico, quindi un progetto che ormai vicino al definitivo e il progetto prevede delle pile che non possono e non devono toccare in alcun modo l’argine. Non devono interferire con l'assetto idraulico del Bisagno, aldilà del fatto che poi verrà fatto lo scolmatore, quindi cambieranno anche le dinamiche del Bisagno per quanto concerne l’afflusso dell’acqua. Però questo sistema diciamo sarà un sistema che avrà delle fermate, saranno fermate molto agili, si sta cercando di fare un sistema molto agile anche dal punto di vista visivo. Cambio delle frequenze su 5-6 minuti, quindi sarà importante mantenere le frequenze. Non verrà tagliato nessun albero per cui all’inizio si è detto: si passerà da Corso Galliera. Effettivamente all'inizio, nel progetto preliminare, non era ancora stato scelto esattamente il percorso della metro. Si è scelto di non passare da Corso Galliera. Per me la scelta già fatta, nel senso che conoscendo la città, era impossibile passare da Corso Galliera senza tagliare la sessantina di alberi presenti. Quindi possiamo dire che ci sarà una continuità per cui potrò salire sulla metro a Canepari, a Certosa, e con lo stesso mezzo potrò arrivare fino a Molassana. L’altro elemento che è cambiato rispetto ad alcuni progetti precedenti è quello della continuità senza rottura di carico”.  

Parliamo di bus e dell'elettrificazione dei bus, quanti sono i bus che ora sono elettrici e attivi a Genova e, da qui alla fine dell'anno, avete intenzione di incrementare il parco mezzi elettrici?

“Sì è in atto un’azione di svecchiamento del parco mezzi in un'ottica totalmente elettrica, possiamo dire che tra 3 anni avremo la flotta totalmente elettrica. Più o meno saranno 600-700 mezzi che potranno essere di diverse pezzature, diciamo dai 12 ai 18 metri. Già oggi abbiamo una percentuale superiore al 20%. Andando a confrontare la nostra percentuale con le altre città, siamo una delle città con le percentuali più alte di veicoli elettrici. E’ uscita la gara proprio quest'estate attraverso il quale andremo a comprare i 18 metri. Abbiamo grossomodo 120 milioni del progetto 4 assi da dedicare all’acquisto degli autobus elettrici a cui aggiungiamo poi anche il Pnrr. Abbiamo una cifra superiore ai 200 milioni di euro da investire. Andremo ad acquistare degli autobus elettrici, alcuni ce li abbiamo già, alcuni saranno con una tecnologia su quattro assi che è definita il motion charging, cioè saranno dei filobus che per il 30-40% del percorso avranno il bifilare e per la restante parte viaggeranno senza bifilare. Poi avremo questa grande novità che è l’asse della Valbisagno dove avremo il più lungo tratto di sistema di trasporto pubblico col sistema opportunity charging o flash charging. Cioè senza bifilare ma gli autobus, ogni 4-5 fermate, quando si fermano alla fermata, avranno un pantografo che si appoggia sul tetto darà una scarica  e quindi mentre vanno, lungo il percorso, avranno una ricarica del 15-20%. Questo permetterà un gran vantaggio cioè che al capolinea si fermeranno di meno. Questo sistema è stato autorizzato dal ministero che ha deciso di utilizzarlo su questa tratta essendo comunque una tecnologia presente ma non così sviluppata in Italia”. 

Quindi ad oggi circa il 20% di mezzi elettrici, da qui all'anno prossimo la percentuale di quanto può aumentare?

“Arriveremo sicuramente al 35%. Nel 2025-26 arriveremo ad avere un parco mezzi totalmente elettrico, quindi ci saranno solo mezzi non a combustione, ma con trazione elettrica". 

Invece per quanto riguarda la nuova rimessa a Staglieno a che punto siamo? 

“Il progetto dei 4 assi è complesso. Oggi i lavori sono partiti alla rimessa delle Gavette dove avremo una rimessa per l'alimentazione di circa 70-80 mezzi elettrici. Ci sarà poi una copertura con degli impianti sportivi a servizio della scuola soprastante. Questo sarà il primo intervento. Terminata la riqualificazione delle Gavette si attaccherà sull’antica rimessa di Staglieno. Si inizieranno i lavori lì e sarà prevista la riqualificazione della rimessa e poi la costruzione di due piani non più tre piani dove prevediamo un grande parcheggio interscambio. Si è deciso di abbassare di un piano la rimessa proprio per diminuire l'impatto, anche su richiesta dei cittadini. Questo sarà il parcheggio di interscambio di Genova Est”.  

Invece per quanto riguarda la gratuità di alcuni mezzi, è stata confermata appunto la gratuità anche per l'anno prossimo, le chiedo se ha intenzione il comune e anche Amt di se ha intenzione il comune e anche Amt di fasce di popolazione?

“La gratuità è stata un’innovazione importante che è stata vista anche come una cosa un po’ anomala e strana ma che aveva una sua logica. Amt ha deciso di attuare la gratuità e questo ha permesso di fare una serie di analisi di numeri soprattutto perché la gratuità ha dimostrato l'aumento comunque dei  passeggeri sopra il 25% sulla metropolitana ma anche un effetto su quelle fasce che non erano gratuite. Gli impianti verticale hanno avuto un incremento del 30% quindi impianti verticali intendendosi per impianti verticali ascensori e funicolari. Vi è l’intenzione di confermare queste gratuità ma si stanno valutando anche delle opzioni ulteriori sulle quali non abbiamo ancora preso decisione perché stiamo guardando i numeri e si vogliono fare interventi che abbiano una logica e che siano sostenibili. Tutti gli interventi che Amt ha fatto sono interventi sostenibili dal punto di vista economico proprio in queste settimane, prima dell'anno, abbiamo in corso una serie di riunioni tecniche per verificare in che termini è possibile fare altre azioni”.

Sulle piste ciclabili invece quali sono i prossimi cantieri pronti a partire? La Fiumara, Pontedecimo? 

“Sì, il cantiere più  importante è quello della ciclabile della Valpolcevera, quella  che veniva definita dall'Associazione che l'ha promossa il collegamento ciclabile e sostenibile di tutta la Valpolcevera, la “Su per la valle” era chiamata questa pista. Nasce da un'iniziativa da parte di associazioni, aziende della Valpolcevera e professionisti. E’ stata affidata la progettazione quindi nel 24,  nella primavera, potremo iniziare anche la realizzazione e permetterà di migliorare la ciclabilità che oggi ha sponde a sinistra risponderà anche sulla sponda destra, anche col collegamento con l’Istituto Italiano della Tecnologia. Oggi noi dobbiamo ampliare le ciclabili e dobbiamo raggiungere il Ponente, raggiungere il Levante e anche su questo abbiamo ottenuto dei finanziamenti dal ministero per il finanziamento delle piste a servizio dell’università”. 

Avete già un progetto sui percorsi? 

“Abbiamo un progetto sulla Valpolcevera, il progetto lo abbiamo già ed è il progetto che abbiamo presentato con le associazioni. Cerchiamo di portare avanti queste iniziative Fiab, con Genova ciclabile e le altre associazioni e la Consulta e abbiamo anche dei progetti che si stanno sviluppando soprattutto sul Ponente e l'obiettivo è quello di riservare anche una parte per le bici che possa collegare Cornigliano a Sestri perché attualmente abbiamo questo buco che rende difficile comunque il collegamento tra l’estremo Ponente e il centro città”. 

Per quanto riguarda invece pedonalizzazione e ZTL nel centro storico, state valutando insomma questo  indirizzo, le chiedo se può dirci qualcosa di più. 

“Inizieremo sicuramente dalla zona di Piazza Fontane Marose, via XXV aprile e via Roma. Stiamo decidendo quando partire, probabilmente ad ottobre con una ZTL che riguarderà alcuni giorni. Vogliamo fare una sperimentazione in accordo con le attività commerciali, accompagnata anche da una serie di iniziative che farà il commercio e che possono anche trainare questa iniziativa. Questo è sicuramente il primo obiettivo. Poi apriremo una discussione su via XX Settembre anche sulla conformazione della via. I lavori su via XX partiranno tra un anno per quanto riguarda l'asse di centro e in questo periodo, stiamo predisponendo diverse soluzioni, diversi layout che proporremo ai residenti e alle attività. Abbiamo l'intenzione di rendere via XX Settembre molto più bella: verranno riportate le lastre come erano una volta quindi verrà tolto tutto quell’asfalto che si è accumulato nel tempo. La sovrintendenza ci chiede quello. Abbiamo l'intenzione di rendere più bella via XX Settembre e più fruibile da tutti, questo è un obiettivo importante a cui poi mettiamo in parallelo anche l'obiettivo di trovare nuove zone di parcheggio nelle zone intorno a Piazza Colombo, intorno a via Cesarea, via Fiasella perché anche questo può aiutare le persone ad arrivare con la macchina un po’ più lontano e poi fruire del nostro centro a piedi”. 

State pensando questa sperimentazione nel weekend oppure durante i giorni feriali? 

“L’ipotesi è proprio quella di utilizzare il weekend. Sarebbe una ZTL che comunque permetterebbe lo scarico merci nelle ore in cui già comunque lo permettiamo e quindi sarebbe un approccio basato su alcuni giorni”. 

Questo da ottobre? 

“Questo dovrebbe essere da ottobre. Non abbiamo ancora stabilito la data ma stiamo ragionando anche con i civ per individuare una data che sia corretta in maniera tale che si possa fare anche un'adeguata comunicazione”.

Parliamo di rifiuti: l'impianto di Scarpino si fa oppure no? Anche perché lì ci sono problemi strutturali della piattaforma, quindi sa dirci qualcosa di più su questo?

“Allora, come noto, Iren si era proposta ad Amiu per costruire l’impianto di trattamento meccanico biologico come previsto dal piano regionale e dal piano della Città Metropolitana, ci sono state alcune questioni di natura tecnica che riguardano la discarica. E’ possibile costruire l'impianto. Attualmente Iren sta approfondendo la parte tecnica di fondazione, farà fondazioni più profonde e in poco tempo fornirà ad Amiu e quindi poi al comune quelle che sono le loro conclusioni in merito agli interventi da fare. L’impianto può essere costruito. Quindi vi è intenzione di andare avanti e di ricostruirlo. Siamo sicuramente in ritardo e su questo riteniamo che anche Iren abbia una sua responsabilità e proprio per questo abbiamo avuto incontri e abbiamo con vigore fatto presente questo perché c'erano degli impegni. Possiamo dire che questo però non peserà sulla tari e non peserà sul costo del trattamento dei rifiuti”.

Entro quanto tempo potrà essere pronto questo impianto?

“18-24 mesi, aspettando poi la revisione del progetto che Iren ci porterà. Di fatto si tratta di rafforzare quelle che sono le fondazioni. Ma io credo che sia un termine congruo, naturalmente ritengo anche che chi si è proposto per fare questo impianto debba comunque poi riconoscere in qualche maniera ad Amiu che è la proprietaria di Scarpino, i giusti ristori. Soprattutto è necessario che questo ritardo non debba assolutamente pesare sui cittadini genovesi né sul comune perché né il comune né i cittadini genovesi hanno responsabilità nell'aver progettato questo impianto e magari non avere considerato alcuni aspetti di natura tecnica”. 

Invece sulla realizzazione dell'ulteriore forno crematorio a Staglieno qual è la posizione dell’amministrazione? Anche lì ci sono un po' di preoccupazione dei residenti su possibile inquinamento ulteriore dell’aria.

 “Io non l'ho seguito in prima persona. L’ho seguito forse all'inizio, dal 2018 quando per circa due anni ho seguito i servizi funerari e Asef. Non ci sono problemi dal punto di vista ambientale. Questo è un impianto che è stato autorizzato. Genova ha necessità di avere un altro forno crematorio e quindi vi era una necessità di avere un servizio che potesse fornire più cremazione. In questo caso è  stato presentato un progetto che poi ha seguito il suo iter. Un iter che è stato lungo ma che poi sta superando tutte quelle che sono le autorizzazioni che devono essere date dai diversi eventi che intervengo”. 

Quindi è realizzabile, i tempi? 

“Non seguendo io il progetto direttamente non sono a conoscenza dei tempi, posso dire che potranno essere 18 mesi però devo confrontarmi con la collega Brusoni che ha seguito il progetto”. 

L’ultima domanda: nei mesi scorsi il sindaco Bucci ha lanciato questa idea di realizzare un possibile dissalatore a Genova, secondo lei è un progetto fattibile? Ci state pensando? Avete già un progetto concreto su questo? 

“Il sindaco è stato molto chiaro, il comune di Genova vuole dotarsi di un dissalatore. Noi siamo convinti che questa sia una scelta giusta ma non per noi, non solo per la città di Genova che ad oggi non ha problemi di siccità. Fortunatamente abbiamo il sistema degli invasi sugli Appennini pensato dalla Duchessa di Galliera, quindi che risalgono gli invasi ai primi del 900. Abbiamo un sistema molto efficiente che molte altre città non hanno e che ci permette, anche nei periodi grande siccità, ricordo la siccità del 2017 dove non è piovuto fino a dicembre, di non razionare l’acqua. Noi come Genova siamo sicuramente tutelati, però dobbiamo pensare anche agli altri territori anche oltre Appennino dove ci sono problemi di acqua e non sappiamo poi quelle che saranno le dinamiche climatiche. Quindi oggi il comune di Genova ha già avuto interlocuzione col Governo per pensare alla costruzione di un dissalatore in città. Abbiamo pensato e stiamo anche andando avanti per quanto concerne l'utilizzo di tutte quelle acque che vengono trattate dai depuratori. Il nuovo depuratore d’area centrale, il DAC di Cornigliano avrà questa possibilità. Sarà un sistema nuovo, sarà pronto nel '24 e permetterà di riutilizzare l'acqua naturalmente ai fini irrigui e non sarà acqua potabile. Tecnicamente forse lo sarebbe anche ma non è possibile utilizzarla come acqua potabile, ma per altri usi. Quindi già l'anno prossimo partire. L’anno prossimo potremmo avere una definizione di quello che è il progetto. Dopodiché poi occorrerà avviare i bandi ma contiamo anche su questo di avere una finanziamento da parte del governo, essendo un impianto che ha una valenza strategica per il Paese”.

Francesco Li Noce, Marco Garibaldi


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