Dallo scorso 13 giugno, e quindi da più di tre mesi, via San Carlo di Cese, sulle alture di Pegli, è parzialmente interdetta all’altezza del civico 26. Il che comporta una restrizione della carreggiata, un senso unico alternato, un danno da riparare e l’impossibilità di transitare per i mezzi superiori a un certo tonnellaggio, compresa la corriera numero 71 che raggiunge il centro dell’abitato di San Carlo, partendo da piazza Rapisardi a Pegli.
Il problema, appena verificatasi la voragine stradale che ha provocato questa situazione, è stato ovviato sin da subito con una navetta di Amt che fa la spola prima e dopo il restringimento, ma l’autobus di linea contiene più di cinquanta persone, mentre la navetta ne contiene appena otto, quindi i disagi e le persone che restano a piedi sono all’ordine del giorno e il quadro è diventato ancora più complicato con l’avvio dell’anno scolastico. Intanto, la strada è ancora rotta, il buco è sempre aperto, sono passati tre mesi, si va avanti mettendo le toppe e una risoluzione definitiva e strutturale della criticità pare ancora di là da venire.
“È un lavoro di mezza giornata, non capiamo perché ci mettano così tanto”, tuonano i residenti di San Carlo. Laddove c’è la voragine, ora ci sono delle lastre a coprire, che non supportano più di un certo peso. Sotto, però, la situazione non è così semplice: pare che non sia proprio sufficiente mezza giornata di lavoro, perché il danno è molto peggiore. Sotto al livello della strada passa un rivo (da queste parti lo chiamano ‘beo’) che a furia di scavare la roccia, l’ha indebolita, quindi occorre un’opera di rafforzamento molto più importante, e di qui si spiega la dilatazione dei tempi.
Ma ancora non è chiaro come operare, il tempo passa e gli abitanti, giustamente, si lamentano: “La corriera arriva sino al curvone, più sotto. Lì c’è il capolinea provvisorio. Peraltro, nessuno si è prodigato di mettere una pensilina, di potenziare un minimo l’illuminazione. A ogni corsa della corriera, corrisponde una corsa della navetta, che è decisamente sottodimensionata rispetto al bus che parte da Pegli”. Il risultato? “Spesso nelle ore di punta, il rapporto è di cinquanta passeggeri a otto. E allora si finisce per fare le corse e anche per sgomitare, per riuscire a prendere posto sulla navetta. Sembrano scene fantozziane che francamente non ci meritiamo”. E chi non riesce a salire? “Deve aspettare per un’ora l’altra navetta. E, nel frattempo, arriva l’altra corriera con altre persone ancora”. Quindi l’imbuto è praticamente a tutte le ore del giorno. “Con la partenza della scuola - raccontano i cittadini - ora la navetta è stata finalmente raddoppiata. Ma non basta comunque e, oltretutto, il raddoppio è solamente negli orari di entrata e di uscita da scuola”.
La navetta costa parecchi soldi ad Amt, anche perché è in funzione per diciassette ore al giorno, e allora i residenti si chiedono: “Ma non sarebbe più economico mettere a posto la strada una volta per tutte? Si era parlato di somma urgenza, di intervento immediato. Sono passati tre mesi e non si è detto più nulla”.
Mauro Avvenente, assessore comunale alle Manutenzioni, osserva: “Il progetto è in Regione Liguria per l’autorizzazione idraulica in quanto il tombino rotto sulla strada è significativo per il Piano di Bacino. Stiamo lavorando per trovare una soluzione efficace e in tempi brevi perché la viabilità della zona è fondamentale per le famiglie residenti. La situazione su cui ci troviamo a intervenire presenta deficit originari che vogliamo sanare in via definitiva”.