Attualità - 18 settembre 2023, 17:53

Palazzo Ducale, la direttrice Serena Bertolucci: “Non mi ricandido, proposta non adatta a me”

Con un lungo post sui social, la direttrice di Palazzo Ducale ha fatto sapere che non si ricandiderà per la direzione: “È stato un privilegio poter sperimentare così tanto affetto”

Cari tutte e tutti, queste righe per comunicare che non ho presentato il mio cv per il prossimo mandato a direttore di Palazzo Ducale”.

Si apre così il post su Facebook con cui Serena Bertolucci, direttrice in carica, ha fatto sapere che non parteciperà al concorso per la nomina del nuovo direttore.

Nel comunicare le sue scelte, Bertolucci ha proseguito: “Desidero però ringraziare tutti e tutte coloro che mi hanno sostenuto, sperando comprendano la mia scelta. È stato un privilegio poter sperimentare così tanto affetto”.

Guardando all’etimologia della parola - ha proseguito la direttrice in carica - dal latino ‘essere in mezzo’, ‘interesse’ ha il significato di partecipazione e condivisione; riflettendo, ho compreso che la proposta per il futuro triennio di lavoro presso Palazzo Ducale non fosse tale da suscitare il mio interesse proprio in questo senso. Non sto dicendo che sia giusta o sbagliata, semplicemente non adatta a me. Lo spostamento dell’interesse dal pubblico di prossimità verso altro, la sostituzione della valorizzazione del patrimonio architettonico con quella del patrimonio immobiliare, il focus intorno all’azione di marketing rispetto a quella culturale sono tutti compiti che sono certa qualcun altro farà meglio di me. In tutto ciò spero che l’occasione di accessibilità del PNRR non vada perduta e che il progetto tanto complesso quanto avvincente del recupero della torre Grimaldina venga portato a termine”.

Per Bertolucci, inoltre, l’ammissione, tra i criteri di selezione, della laurea triennale per la direzione della fondazione, non è rispettosa dei giovani e delle giovani che aspirano a posizioni analoghe: “Aggiungo poi una questione meramente tecnica, a cui tengo. L’ammissibilità della laurea triennale per la direzione di una fondazione culturale credo non sia rispettosa nei confronti delle giovani e dei giovani che per aspirare a tali posizioni nel nostro settore non solo studiano fino alla magistrale, ma dedicano un ulteriore biennio di studi alla specializzazione. Derubricare questo percorso impegnativo, lungo e faticoso a punto opzionale credo sia ingiusto e lo scrivo pensando ai miei allievi all’università per i quali nutro ammirazione e rispetto. Molti giovani mi chiedono come possano lavorare nel mondo della cultura; spesso rispondo che tocca a noi più esperti creare le condizioni per loro, prima di tutto rimarcando l’importanza delle competenze. Con questo gesto spero di fare un piccolo passo verso quella direzione. La cultura ha bisogno di particolari competenze che vanno rispettate. E che non si improvvisano”.

L’incarico della direttrice cesserà a gennaio. “Ci sarà tempo per salutarci; per i prossimi mesi sarò presente, come sempre, al mio posto di lavoro che cercherò di onorare al meglio delle mie capacità. Desidero però ringraziare tutti e tutte coloro che mi hanno sostenuto, sperando comprendano la mia scelta. È stato un privilegio poter sperimentare così tanto affetto; se avessi dovuto accettare tutte le offerte di caffè in questo ultimo periodo, non avrei più dormito per i prossimi 100 anni. Mi sono sentita figlia, sorella, amica di molti e molte di voi: questo significa che la cultura unisce e crea legami profondi. Che bello”.

La decisione di non rinnovare il contratto a Bertolucci era arrivata alla fine di luglio come un fulmine a ciel sereno. A comunicarlo era stato il Consiglio direttivo del Ducale deliberando un nuovo bando per l’assegnazione della posizione.

Da più parti, alla notizia, non sono mancate le polemiche per la mancata proroga che sarebbe potuta essere assegnata, soprattutto viste le questioni aperte legate ai finanziamenti e alle celebrazioni per Genova capitale italiana del Libro.

Luca Bizzarri, ex presidente della Fondazione che fortemente aveva voluto Serena Bertolucci alla direzione, all’indomani della notizia aveva così commentato: "Sento già la litania dell' 'atto dovuto'. Tutte balle", aveva commentato l'ex presidente. "Il fatto è che Serena ha portato fama e milioni nelle casse del Ducale pensando solo all’Istituzione e mai ai pesci pilota che le nuotavano intorno. Serena, per dirla col poeta, non aveva amici. E non ne voleva, di quegli amici lì. Né a destra, né tantomeno a sinistra”.

Un lungo silenzio aveva caratterizzato la scelta di stile della direttrice, interrotto solo dopo le parole di Vittorio Sgarbi a cui Bertolucci aveva scelto di rispondere.

Il sottosegretario, in una lunga intervista al Secolo XIX, aveva affermato: “C'è un nuovo presidente [Beppe Costa n.d.r.] e la trasparenza vuole che ci sia finalmente un concorso”.

Parole che non erano andate giù alla direttrice: “Nella mia recente vicenda ho visto accadere di tutto. Ho rispettato il pensiero e il parere di tutti, non ho commentato, non ho manifestato pretese. E non intendo farlo. Sono ancora una tra i pochi che credono che le partite si giochino sul campo (Giulio altrimenti si arrabbierebbe moltissimo) e sui fatti. E che le istituzioni e le cariche vadano rispettate e onorate con un comportamento congruo.

Per questo trovo una cosa intollerabile. Che per sostenere una situazione (assolutamente legittima, anche se forse non nei modi) si manipoli a tal punto la realtà da capovolgerla. Oggi il sottosegretario Sgarbi sul secolo XIX dichiara che nei grandi musei dello stato si fanno concorsi per trasparenza. Ecco, magari no. Tutti i direttori in carica dei grandi musei citati sono stato riconfermati (e giustamente, alla luce dei risultati) al loro secondo mandato in continuità, senza concorso. È stato normato che non è possibile un terzo mandato, ma un secondo si. È questo quello che ha stabilito il Ministero della Cultura. Che ha riconfermato al secondo mandato tutti i direttori in scadenza. E così è avvenuto proprio perché è stato riconosciuto che il lavoro culturale si fa su tempi lunghi e non brevi. La cultura, checché ne dicano, non è come il petrolio, che si trova; la cultura si costruisce, nel tempo. E necessita di tempi più lunghi per essere efficace ed operare dei cambiamenti nella società. Così, per la precisione. E per evitare che a forza di sentir ripetere determinati concetti, poi magari si finisca per pensare che siano veri”.

E se da una parte impazza il toto nomi su chi sarà il successore di Bertolucci alla guida di Palazzo Ducale, dall’altra si contano le candidature, cento, arrivate da tutta Italia. L’ultima parola spetterà al Consiglio.