#ILBELLOCISALVERÀ - 03 settembre 2023, 13:50

Faro di Capo Mele, 3 lampi bianchi ogni 15 secondi: uno squarcio di luce, speranza e salvezza per i naviganti

Con la torre alta 25 metri, sorge nello splendido promontorio che divide Laigueglia da Andora dal 1856, costruito dal Genio Civile

Tappa ad Andora questa settimana per la rubrica #ILBELLOCISALVERÀ, per raccontare la storia di un luogo davvero affascinante: il Faro di Capo Mele, situato sul promontorio che divide Laigueglia e Andora, il punto costiero più occidentale osservabile da Genova, nelle meravigliose giornate limpide che ci regala la nostra Liguria.

Nelle notti buie, quando le acque del mare possono svelarsi come entità sconosciute, un raggio di luce squarcia l'oscurità, guidando i marinai smarriti verso la salvezza. Un faro è molto più di una semplice struttura di cemento e acciaio: è un baluardo di sicurezza e un simbolo di speranza per coloro che navigano in mare aperto. In tutto il mondo, i fari hanno svolto un ruolo fondamentale nella navigazione marittima, illuminando le rotte degli esploratori, proteggendo le navi dalle pericolose coste e raccontando storie di avventure e coraggio. Ancora oggi svolgono un ruolo cruciale nella navigazione moderna.

Importante punto di riferimento per la “gente di mare”, dai pescatori agli skipper, ma anche per le navi in transito, il Faro di Capo Mele, situato in una zona di straordinaria bellezza, è uno degli unici tre in Liguria presidiati da un guardiano. Gli altri sono Punta Verde, ad Arma di Taggia, e la Lanterna di Genova.

Resiste dal 1856, anno della sua inaugurazione, ma i lavori di costruzione iniziarono nel 1852, ad opera del Genio Civile. Quattro anni di lavoro per realizzare questo edificio simbolo che, per i geografi, è considerato il limite ovest del golfo di Genova.

La struttura sorge a 93 metri sul livello del mare, con la torre a pianta circolare in muratura alta 25 metri, composta dalla sala della lanterna, dalla camera della guardia, dai depositi per il carburante e dall’officina per le riparazioni. Sulla sommità si trova la lanterna originale dodecagonale a tre corsi di vetri piani, raggiungibile tramite una scala di 74 gradini. Adiacente alla torre, il fabbricato in muratura di tre piani che ospita i faristi.

Nel tempo, ha cambiato il colore dell’intonacatura, passando dal giallo al rosso, le tecnologie utilizzate si sono evolute, ma la sua architettura non è stata pressoché modificata rispetto a quella originaria della metà dell'Ottocento.

Come molti altri fari italiani, anche questo ha subito, durante il secondo conflitto mondiale, ingenti danni, riparati tra il 1947 e il 1948. Nel 1949, la sua elettrificazione e la conseguente classificazione di Faro aeromarittimo.

Tre lampi bianchi ogni 15 secondi e una portata di 24 miglia nautiche. Fino al 1909, la lampada ha funzionato a petrolio, poi si è passato all'alimentazione ad acetilene a produzione diretta con tre gruppi di luci. Nel 1936 si passò poi da impianto a produzione diretta a impianto ad acetilene disciolto.

Di certo, tutto ha il suo tempo, ma lui è sempre in attività, malgrado internet, i satelliti, i gps negli smartphone e, ancora oggi, sotto il coordinamento del Comando di Zona Fari della Marina Militare con sede a La Spezia, gestisce un servizio telemonitorato di altissima sicurezza e precisione.

Bello ammirarlo ogni volta che da Laigueglia si va ad Andora. Guardi in su e fantastichi: chissà quante storie affascinanti, se potesse parlare!
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