Addio alle vecchie cabine telefoniche. In seguito alla delibera dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), le sedicimila postazioni telefoniche pubbliche presenti nelle strade italiane verranno dismesse e rimosse progressivamente.
In questi giorni per le vie genovesi sono apparsi dei cartelli adesivi sugli impianti telefonici ancora in funzione su cui viene indicata la data di rimozione degli stessi. La motivazione appare chiara: con l’arrivo della telefonia mobile sono sempre meno le persone che utilizzano le cabine per telefonare, e quindi Tim non è più obbligata a garantire il funzionamento di tale servizio.
TIM, in applicazione della nuova regolamentazione, potrà dismettere gli impianti stradali e dovrà mantenere le postazioni presenti all’interno dei luoghi di rilevanza sociale, come caserme dove non è presente copertura di telefonia mobile, nelle carceri e negli ospedali.
Resteranno attive anche le postazioni all’interno dei rifugi di montagna, dove la copertura della linea non sempre può essere garantita e le comunicazioni quindi diventare impossibili attraverso l’utilizzo del proprio cellulare.
A contribuire al progressivo diminuire della fruizione delle postazioni di telefonia pubblica è anche la diffusione degli internet point e dei phone center per i cittadini stranieri.
“Alla luce di questi nuovi modelli di comportamento e di utilizzo dei servizi di telefonia nel Paese, a maggio 2023 l’Autorità di settore, a conclusione della sua verifica, ha stabilito con la Delibera 98/23/CONS che non è necessario continuare a garantire la disponibilità del servizio di telefonia pubblica stradale, nell’ambito degli obblighi del Servizio Universale. La Delibera dell’AGCOM fa seguito a quanto indicato dal Codice delle Comunicazioni elettroniche in recepimento alla Direttiva Europea 2018/1972” si legge nella nota esplicativa riguardante la telefonia pubblica Tim.
Ma che fine faranno tutte le cabine dismesse? “A seguito della recente Delibera, TIM sta definendo lo scenario di evoluzione del parco impianti stradali di telefonia pubblica, che vedrà concorrere importanti attività di dismissione con selezionate opportunità di valorizzazione”. Lo smantellamento sarà un processo graduale: verranno rimosse al massimo trentamila cabine all'anno, di cui diecimila impianti stradali.
Un po' di storia
La prima cabina telefonica italiana venne installata nel 1952 in piazza San Babila a Milano: una struttura di vetro metallo a cui si ispirarono anche le successive postazioni. È però a partire dagli anni ’70 che le cabine telefoniche sono diventate parte integrante del paesaggio urbano. Nel 1971 in Italia, erano installate circa 2.500 cabine, mentre alla fine del decennio, le cabine ammontavano a 33.000. Il telefono pubblico era ormai largamente diffuso per le strade.
Le schede telefoniche, che per molti diventarono oggetti da collezione, risalgono al 1976, quando vennero introdotte in via sperimentale, per essere definitivamente dismesse 42 anni dopo, nel 2018. Prima di loro, il metodo di pagamento era il gettone telefonico, che venne dismesso nel 2001 con l’avvento dell’euro: all’epoca il suo valore era di 200 lire.
Uno degli slogan pubblicitari più celebri degli anni ’90, interpretato da Massimo Lopez, affermava che ‘Una telefonata allunga la vita’. Il potere di avvicinare persone attraverso l’uso di un dispositivo telefonico viene effettivamente dimenticato troppo spesso da chi ormai con lo smartphone fa tutto, tranne comunicare. Ma questa è un’altra storia.