Il granchio blu è arrivato anche in Liguria. Il crostaceo originario delle coste atlantiche dell’America è una specie aliena per il Mediterraneo ma i cambiamenti climatici e l’aumento delle temperature hanno permesso l’arrivo di questo granchio anche nei nostri mari.
Il suo arrivo preoccupa perché crea diversi problemi alla pesca locale: riesce a spezzare le reti dei pescatori ma soprattutto, non avendo predatori, divora tutto quello che trova.
Da “Degustazione Ligure”, il locale di street food tra Sottoripa e Ponte Reale inaugurato lo scorso maggio, arriva l’idea: perché non portare il granchio blu nei piatti della nostra cucina?
“Bisogna eliminarlo e non c’è soluzione migliore che mangiarlo - ci spiega il titolare Alessandro Bariletti - In America addirittura oggi è una specie protetta perché ne hanno mangiati troppi.
Proviamo a mangiarlo anche noi, oltretutto costa poco e magari diamo una mano allo ‘smaltimento’.
Come tutte le cose buone meno si tratta e meglio è. Noi lo prendiamo crudo, lo facciamo o cuocere a vapore o bollire con due erbe oppure ancora lo buttiamo nell’olio bollente”.
Il granchio blu, una volta cotto, perde il colore caratteristico.
“Come quasi tutti i crostacei da blu diventa rosso - dice Bariletti - Come l’astice o le aragoste. È buonissimo perché mangia benissimo, si mangia le vongole che dovremmo mangiare noi.
Assaggiandolo si sente un gusto di mare unico perché non è allevato, non è congelato, non è conservato: in 24 si fa tutto, passa dal mare ai nostri piatti”.