Attualità - 23 agosto 2023, 14:15

“Ciao Toto Cutugno”, il ricordo di Franco Fasano: “Non lo dimenticherò. L’italiano inno d’Italia del Pop”

“Non finirò mai di ringraziarlo. Se non fosse stato per lui, la mia canzone ‘Io amo’ non sarebbe mai stata cantata da Leali”

Foto di Silvio Fasano

Ciao Toto, sappi che qui, in tutto il mondo, ci penseranno le tue canzoni a continuare a cantare di te e per te! E grazie ancora per essere stato, il ‘F’AUTORE’ di ‘Io amo’, una delle più importanti canzoni della mia carriera d’autore! Non lo dimenticherò mai”.

Con queste parole dense di emozionato sentimento e gratitudine, il cantautore alassino, romano di adozione, Franco Fasano saluta su Facebook il suo amico Toto Cutugno, scomparso a Milano ieri, 22 agosto, all’età di 80 anni, dopo una lunga malattia.

Ci ha lasciati quindi l’”Italiano vero”, simbolo della melodia italiana all’estero, uno dei cantanti più amati in Italia. Questo il ricordo di Franco Fasano ai microfoni di Savonanews: “È stata una grande fortuna incontrarlo, quando ero poco più che ventenne, nell’ufficio in cui mi ero recato per far ascoltare la bozza di quello che è diventata ‘Io amo’. Mi ricevette nel suo ufficio personale. Il testo della canzone divenuta un grande successo, era stato scritto con Italo Ianne. Inizialmente Cutugno decise di portarla personalmente al Festival di Sanremo – spiega -, poi ci ripensò e dopo 4 anni la canzone finì nelle magnifiche corde vocali di Fausto Leali. Un incontro che mi ha cambiato la vita, grazie a lui se ha preso la forma che conosciamo tutti. Soprattutto, fu lui a riscoprire Fausto Leali, che da qualche tempo non stava incidendo dischi. Ho voluto raccontare questa esperienza che ancora mi emoziona in un capitolo del mio libro ‘Io amo’”.

Toscano di nascita, ma cresciuto a La Spezia, Cutugno vanta quindici partecipazioni al festival di Sanremo, ma solo un brano vincitore, “Solo noi”, lanciato nel 1980. “È stato poco compreso da un certo tipo di critica, ma Cutugno era perfetto per il Festival della canzone italiana – prosegue Fasano -. Lui era una costola di Modugno, che con ‘Nel blu dipinto di blu” ha portato il festival dall’altra parte del mondo. Cutugno, come autore, rappresenta il festival degli anni ’80, il re delle canzoni ‘Made in Italy’ cantate in tutto il mondo. Fortunatamente anche io ho avuto la predisposizione di scrivere canzoni che piacevano più alla gente che a un certo settore della critica”.

Fasano racconta la storia del brano più celebre, “L’italiano” fu scritta in collaborazione con Minellono, il primo vero produttore di Toto, per Celentano, ma quest’ultimo non la sentì ‘sua’. Il ‘molleggiato’ voleva restare focalizzato sull’Italia, ritenendola, a ragione, più centrata per gli italiani all’estero – spiega -. Proprio Celentano, non volendo uscire dai confini italiani, lasciò un grande vuoto in Russia, spazio però recuperato da Cutugno, in quanto autore delle canzoni dell’Adriano nazionale, divenendo popolarissimo. Prova ne è che riuscì a portare L’Amata Rossa a un Festival di Sanremo. Io ero tra il pubblico – ricorda - ed è stata un’emozione fortissima perché, dopo tanti anni l’’Italiano’ ha dimostrato di essere il vero inno d’Italia del Pop”.

Non finirò mai di ringraziarlo. Se non fosse stato per lui – conclude -, questa canzone non sarebbe mai stata cantata da Leali”.

Con oltre 100 milioni di copie vendute, si stima tra gli artisti musicali italiani di maggior successo, Toto Cutugno fu autore di hit indimenticabili anche e soprattutto all'estero: oltra a L’italiano, Il tempo se ne va, La mia musica, Solo noi, per citarne alcune.

I funerali di Toto Cutugno saranno celebrati giovedì 24 agosto alle 11 a Milano, nella Basilica dei Santi Nereo e Achilleo.