Se l'impatto scenografico è stato quasi da Champions League, quello di campo per il Genoa è stato decisamente duro, tutto di muso contro una Fiorentina cinicamente spietata a cui basta un solo tempo di gioco per fare sua la gara di esordio nel torrido Ferraris di metà agosto, vicino al tutto esaurito con 33mila presenze sugli spalti e una coreografia da grande palcoscenico.
I rossoblù, messi in campo da mister Gilardino nel segno della continuità tattica al fischio d'inizio del signor Ayroldi, faticano però come non mai nell'ultimo anno a costruire azioni pericolose finendo per essere quasi vittima sacrificale della squadra di Italiano, certamente costruita per ben altri obbiettivi e con un'idea di gioco molto più collaudata ed efficace, non solo negli interpreti ma anche in palleggio, pressing e rapidità d'esecuzione.
La partenza è decisamente un inferno al contrario però per i ragazzi di Gilardino, con gli ospiti nel ruolo dei veri padroni del campo del Ferraris. Bastano infatti due tiri alla Viola per trovare altrettanti gol dopo poco più di dieci giri d'orologio: prima la serpentina di Biraghi in area con siluro finale di destro (non proprio il piede forte del capitano viola) sotto l'incrocio del primo palo (5'), poi con Bonaventura a ribadire in rete l'altro mancino insidioso di Gonzalez respinto dal palo (11') con Martinez in ritardo.
La certificazione di una prima frazione completamente da dimenticare, con un Genoa nemmeno lontano parente di quello visto nelle sta nella rete del 3-0 con cui i ragazzi di Italiano vanno al riposo: Dragusin non trova l'intesa con Bani e serve un assist a Nzola, Biraschi chiude l'azione in angolo ma dalla bandierina Biraghi pesca Nico Gonzalez completamente isolato nel cuore dell'area di rigore genoana che insacca di testa (40').
Nel mentre il Grifone non riesce nemmeno a provare a tirare fuori gli artigli, fatto salvo un tentativo di Badelj con tiro di prima intenzione fuori non di molto sugli sviluppi di una punizione (24'). Gudmundsson si sacrifica ed è ovunque, lasciando di contro Retegui a predicare nel deserto dell'attacco rossoblù.
Dagli spogliatoi il tecnico biellese non cambia nulla, così come non varia il tema nella prima azione veramente convinta dei fiorentini a cui, in una serata perfetta, non può mancare il più classico dei gol dell'ex con Mandragora che si imbuca ancora una volta di testa tutto solo tra i difensori genoani (56') e in particolare dal lato di Biraschi, che poco dopo trovo il personale riscatto accorciando le distanze su una mischia in area avversaria (58').
Il resto dell'incontro ha poco da raccontare, se non il cambio di schieramento di mister Gilardino che passa a un'inedita linea difensiva a quattro con un tridente in cui il più pericoloso resta comunque Retegui, bravo a ritagliarsi lo spazio per colpire di testa su corner e trovare però una risposta alla medesima altezza di Terracciano (84'). Prova a rispondergli l'altro attaccante appena arrivato dalla Liga Argentina Beltran, all'esordio, stavolta però Martinez c'è (90')
IL TABELLINO
GENOA-FIORENTINA 1-4
Reti: 5' Biraghi (F), 11' Bonaventura (F), 40' Gonzalez (F), 56' Mandragora (F), 58' Biraschi (G)
Genoa (3-5-2): Martinez; Biraschi, Bani, Dragusin; Hefti (59' Vasquez), Frendrup, Badelj (59' Jagiello), Thorsby, Martin (59' Ekuban); Gudmundsson, Retegui.
A disposizione: Leali, Sommariva; De Winter, Coda, Aramu, Puscas.
Allenatore: A. Gilardino
Fiorentina (4-2-3-1): Terracciano; Kayode (81' Dodo), Milenkovic, Ranieri, Biraghi; Mandragora (81' Duncan), Arthur; Gonzalez (72' Sottil), Bonaventura (88' Infantino), Brekalo; Nzola (82' Beltran).
A disposizione: Martinelli, Christensen; Jovic, Sabiri, Martinez Quarta, Amrabat, Comuzzo, Parisi, Kokorin.
Allenatore: V. Italiano