Duecento euro per aver bivaccato per strada: questo l’importo della multa che è stata emessa nei confronti di una donna di sessant’anni senza fissa dimora, accusata di aver stazionato in via XX Settembre con i suoi cartoni e i suoi giornali.
La multa arriva in un momento molto difficile: Olga, questo il nome della donna, era stata da poco sottoposta a un intervento ginecologico, e aveva cercato riparo all’ombra sotto i portici della principale via commerciale di Genova. A raccontare la sua storia è il consigliere municipale della Bassa Val Bisagno Emanuele Giacobbe, che ha anche attivato una raccolta fondi per il pagamento della sanzione.
In un post sui social che presto è diventato virale, scrive: “Questa Signora dolcissima e perbenissimo si chiama Olga, ha 60 ed è costretta a vivere per strada vittima di una storia di violenza e ingiustizia. Qualche giorno fa, mentre si riposava tentando di ripararsi dal sole cocente all’ombra dei portici di via XX Settembre, e dopo essersi sottoposta poche ore prima ad un raschiamento ginecologico, è stata avvicinata da una pattuglia della Polizia locale che l’ha multata con un verbale di 200 euro per stare bivaccando in un luogo non consono in seguito al decreto approvato dal Comune, l’ultima di una lunga serie a Genova a cui viene contestata la condizione di totale povertà”.
Tutto ciò mi mette tristezza e rabbia, vivere in una città dove non solo gli ultimi non si aiutano ma si contrastano e si umiliano mi fa vergognare, una città che investe poco o nulla sui servizi sociali ma che in compenso ha un assessore alla Sicurezza (di Fratelli d’Italia) che si accanisce di continuo contro i più deboli. Io naturalmente ho già contribuito, chiunque voglia fare altrettanto con una piccolissima offerta per pagare la multa di Olga mi scriva un messaggio in privato, una volta raggiunta la cifra gliela andremo a consegnare insieme e se la supereremo faremo un fondo a disposizione di chi subirà lo stesso trattamento. Chiaramente sto preparando una mozione, che presenterò al prossimo Consiglio per chiedere al Comune di tornare umani e di cancellare questa folle e disgustosa barbarie” conclude Giacobbe.