Attualità - 09 agosto 2023, 17:00

Ponente, sui cassoni i comitati non si fidano più: “Ci faremo nuovamente sentire”. Pronta la manifestazione

A metà settembre si tornerà in strada, come alla fine di marzo, contro la prospettiva di costruire i cassoni “di piccole dimensioni” della nuova diga foranea al Sesto Modulo del Porto di Pra’: “Non vogliamo nessuna servitù alternativa”

Non si fidano delle rassicurazioni da parte del viceministro ai Trasporti, Edoardo Rixi, e neppure della versione fornita all’ultimo incontro dal presidente del Municipio VII Ponente, Guido Barbazza. Non si fidano e continuano a tenere la guardia altissima, i comitati del Ponente che si battono contro la prospettiva di realizzazione di ogni tipo di cassone per la nuova diga foranea di Genova al Sesto Modulo del Porto di Pra’.

L’allerta, come noto, è tornata massima nei giorni scorsi, a seguito di una risposta fornita in Consiglio Comunale a Genova a un’interrogazione da parte della consigliera Rita Bruzzone, del Partito Democratico. L’insolita e assai intensa attività sul cosiddetto ‘dentino’ del Sesto Modulo, secondo l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale (che include sia Genova che Savona), è propedeutica anche alla realizzazione dei cassoni di piccole dimensioni in quel di Pra’

Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Authority, lo aveva detto chiaro sin da subito, nonostante le versioni divergenti da parte di Rixi, così come del sindaco Marco Bucci e del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Nei giorni successivi a questo ‘incidente’ in Sala Rossa a Palazzo Tursi, in tanti si sono prodigati di ‘correggere’ quella dichiarazione (fornita dall’assessora Francesca Corso, in assenza del titolare delle deleghe, Francesco Maresca): Barbazza ha parlato di “errore tecnico”, Rixi ha ribadito che “ogni cassone sarà costruito a Vado Ligure”, è persino venuto fuori che il documento di Autorità Portuale letto in aula fosse vecchio (e allora non sarebbe stato meglio controllare prima, oppure non calendarizzare questa interrogazione mancando l’assessore competente?).

Fatto sta che ora i comitati non si fidano più, che le chiacchiere stanno a zero e che si prepara un’altra grande manifestazione per la metà di settembre, simile a quella di fine marzo nella quale scesero in strada cinquemila persone. Oggi i comitati del Ponente (che sono Pegli Bene Comune, Pegli Lido, Noi per Pra’, Palmaro, Multedo e Val Varenna) hanno diffuso una nota per dire che “avuta conferma, nel Consiglio Comunale del 1° agosto 2023, delle notizie negative sulla sorte della zona a mare tra Pegli e Pra’, occupata dal tristemente famoso ‘dentino’ e dal porto, abbiamo inviato una mail a tutte le autorità competenti, sia quelle che hanno minacciato da subito il territorio sia quelle che hanno fatto discorsi di salvaguardia, a quanto pare finiti al vento”.

Il concetto è chiaro: “Non vogliamo servitù alternative ai cassoni grandi: il Ponente non vuole più servitù, inquinamento e sfruttamento del territorio. È inutile che porto e amministrazione continuino a non ascoltarci: noi ci faremo sentire e forte. ll 6 luglio 2023 abbiamo appreso dal Municipio che non esistono risposte scritte di salvaguardia per il nostro Ponente e noi non ci fidiamo. Per questo intraprenderemo nuove azioni perché noi amiamo la nostra Liguria, il nostro Ponente, i nostri figli. I comitati dicono sì alla salvaguardia del mare, del territorio, della salute e alla riqualificazione tramite opere ecologicamente sostenibili. Non ci arrenderemo insieme a tutti i cittadini che amano il proprio territorio”. 

“Vedremo a Ponente come la prenderanno”, aveva dichiarato Rita Bruzzone in Sala Rossa. Ecco come l’hanno presa. Quando si gioca con le persone, può finire così e anche molto, molto peggio.