Questo pomeriggio alle ore 16.30 al Centro Civico Buranello si riuniranno in consiglio municipale congiunto i Municipi Centro Est e Centro Ovest per discutere del progetto della Funivia del Lagaccio, che secondo il calendario stimato dall’amministrazione comunale avrebbe dovuto vedere l’inizio dei lavori proprio nel periodo estivo, nel mese di luglio.
La realizzazione dell’opera è stata fortemente contestata dai cittadini del comitato cittadino 'Con i piedi per terra’, che ha presentato insieme a Legambiente un ricorso al Tar contro il provvedimento di non assoggettamento alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del progetto della funivia.
“Secondo i legali dell’Associazione, il progetto sarebbe infatti dovuto passare al vaglio di una Valutazione di Impatto Ambientale vera e propria per verificare in modo puntuale tutte le conseguenze che la costruzione di un impianto di tale portata può avere sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Il ricorso contesta in primis le carenze e le lacune della documentazione di progetto presentata dal Comune, in particolare il rapporto preliminare ambientale: dati numerici e cartografici mancanti o palesemente incongruenti, aspetti trattati in modo superficiale o totalmente ignorati come i dati meteo-climatici”.
Inoltre, durante la Commissione regionale dello scorso 6 luglio dedicata all’opera, sono emersi ulteriori dubbi sulla “bontà e la reale necessità dell’opera”, come evidenziato dai consiglieri dell’opposizione Selena Candia (Lista Sansa), Sergio Rossetti e Armando Sanna (Partito Democratico), Paolo Ugolini (Movimento 5 Stelle) e Gianni Pastorino (Linea Condivisa).
“Il Comune di Genova continua a dire che i lavori partiranno in estate e che è già stato tutto predisposto, ma non è così – avevano sottolineato i consiglieri in una nota -. La Sovraintendenza, che non ha mai visto un progetto esecutivo dell'opera, esprimerà un suo parere in sede di Conferenza dei servizi e questo significa che da quel momento dovranno passare 90 giorni. E occorre ricordare che i 90 giorni sono subordinati alla presentazione del progetto definitivo dell'opera, per permettere alla Sovraintendenza, e a tutti gli altri enti preposti, di potersi esprimere”.
“La Sovraintendenza oggi ha manifestato anche il suo stupore per non essere stata coinvolta nemmeno per un parere nella fase di 'scoping', ancor prima della decisione di non assoggettare l'opera alla Via – aggiungono i consiglieri di minoranza -. Eppure le criticità emerse sono parecchie: a livello paesaggistico per il posizionamento dei piloni, a livello storico artistico con l'area di Villa Doria – Pamphili e anche a livello archeologico con uno studio commissionato dal Comune che però Tursi non ha mai reso disponibile”.
Dal punto di vista trasportistico, la Sovraintendenza in Commissione ha fatto sapere di non essere mai stata coinvolta per valutare opzioni alternative alla funivia per collegare l'area della Darsena con il sistema dei forti genovesi. “L'assenza dell'assessore Sartori e le considerazioni della Sovraintendenza hanno confermato quello che già avevamo intuito: quest'opera è stata pensata esclusivamente per spostare i turisti e non avrà alcuna funzione di trasporto pubblico per i genovesi” scrivevano i consiglieri al termine dell’incontro.
Il ricorso al Tar da parte dei cittadini e dei residenti della zona è solo l’ultimo passo di una mobilitazione che dura da mesi: come ha spiegato a La Voce di Genova Raffaele Oprandi del comitato Con i piedi per terra - “Quello della funivia è un problema che riguarda tutta la città. In particolare toccherà il Lagaccio che sarà il quartiere devastato dalla sua costruzione ma interessa un po’ tutta la città: i soldi che potrebbero servire per fare un bellissimo progetto sulla ristrutturazione dei forti saranno in parte impiegati sulla funivia. Esiste già un contatto tra i vari comitati che hanno diverse problematiche in città. Tutti questi gruppi di cittadini, cittadini che si interessano della propria città, hanno una cosa in comune: non sono ascoltati da chi regola le istituzioni cittadine e allora, in nome di questo fattore comune, cerchiamo di tenere dei contatti”.