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Attualità | 20 luglio 2023, 17:32

Moving Soundscapes, arte e scienza insieme per migliorare le città del futuro

Il progetto del sound designer Andrea Cera è stato presentato questa mattina a Casa Paganini e rientra nell’ambito di ReSilence

Moving Soundscapes, arte e scienza insieme per migliorare le città del futuro

Unire tecnologia e pratica artistica per rispondere alle necessità sociali, economiche e ambientali del futuro.

Con questo intento ha preso il via il progetto “ReSilence”, inserito all’interno di S+T+ARTS, una piattaforma lanciata dalla Comunità Europea nell’abito di Horizon 2020, che si propone di sviluppare sistemi per migliorare l’esperienza urbana sfruttando le tecnologie innovative basate su Intelligenza artificiale e realtà aumentata grazie all’incontro tra artisti, scienziati, ingegneri e ricercatori.

Tra i progetti selezionati, presentati questa mattina a Casa Paganini, il centro di ricerca internazionale dell’Università di Genova c’è anche ‘Moving Soundscapes’ di Andrea Cera.

Il progetto di Cera parte dai suoni che caratterizzano le città e la vita quotidiana.

Quanti di questi sono fastidiosi e quanti sono invadenti? E’ possibile mitigarli? Come?

Il progetto - racconta il sound designer - si basa su una serie di caratteristiche negative che ha il suono urbano. Gli studi nell’ambito sono iniziati in modo scientifico negli anni ’70-’80 e la disciplina si è allargata tantissimo rendendo lo studio estremamente vasto. 

Questo ha portato a comprendere che ci sono suoni che fanno sobbalzare, gli starting effects, suoni invadenti (intrusiveness), cioè suoni che infastidiscono appena li senti, e suoni fastidiosi (annoying) cioè l’effetto di fastidio dato dallo stare sempre in una situazione di continue aggressioni sonore. L’intento è quello di misurare questi suoni in relazione al movimento. Ieri abbiamo fatto brainstorming per capire quali siano i migliori movimenti da utilizzare per capire come il suono influenza la fluidità o meno dei gesti e questa è una prospettiva del tutto nuova”.

Uno studio che si fonda su basi già scientificamente comprovate, come ricorda lo stesso Cera: “Si sa che i suoni intrusivi provocano un irrigidimento muscolare, che è stato già misurato con captori di tensione. Noi vogliamo misurarli in un movimento. Si lavorerà sull’equilibrio e sul mantenimento di una posizione con diversi stimoli sonori: dai rumori ‘pacifici’ della campagna fino ai suoni del traffico capendo come, anche in maniera impercettibile, il corpo reagisce a questi stimoli”.

Saranno predisposti anche esperimenti che misureranno le risposte fisiche o le capacità di relazionarsi in gruppo. Il computer sarà in grado di individuare le caratteristiche fisiche e ‘risponderà’ alle posture e alle rigidità generando diversi suoni creando un corrispettivo panorama sonoro urbano.

Sarà una sorta di gioco, per ora siamo agli inizi e questa è la parte meno sviluppata”.

Ma come si tradurrà, nella vita quotidiana, questo tipo di studio?

Cera non ha dubbi: “Saranno delle ‘contromisure’ che studierò e di cui farò prototipi, piccoli modelli tecnologici che si potranno avere in casa. Se si vive vicino a una strada trafficata, sarà possibile avere un sistema che interagisce con questi rumori. Si potrà applicare anche a sale di ospedale che sono piene di suoni intrusivi; queste sale potranno essere equipaggiate con apparecchiature che aumentano il panorama sonoro con piccoli elementi che abbassano l’intrusività. Ci sono già applicazioni simili, per esempio alcuni uffici hanno sistemi che genano un finto rumore di aria condizionata capace di mascherare le voci di chi sta lavorando trasmettendo così una sensazione di calma. Spesso si pensa che per contrastare suoni fastidiosi non sia necessario aggiungere suoni, ma questo non è vero: alcune modalità di aggiunta sono in grado di abbassare la percezione del rumore”.

Un secondo filone riguarderà la divulgazione con i più giovani perché “capiscano che questa disumanità che c’è nel suono urbano è fatta da umani e ognuno è responsabile di questa cosa”.

La prima call di partecipazione al progetto ReSilence ha avuto un ottimo riscontro con 131 progetti provenienti da 35 paesi differenti. Questa mattina nel centro di eccellenza a Casa Paganini si è svolta la prima fase di presentazione delle cinque proposte finora selezionate: oltre al progetto ‘Moving Soundscapes’, la commissione ha scelto ‘Theatre of Memory’, un laboratorio in cui i cardini sono luci e suoni che generano un ambiente immersivo di sculture che interagiscono con lo spazio e agiscono sui processi neuronali (progetto di Tim Otto Roth); ‘Sonic Drift CDA’, una cartografia sonora che permette di esplorare come costruire in un contesto di riqualificazione urbana (Caroline Claus); ‘Soft’, uno “spazio indossabile” (Alfonso Severino e Lukia Tsafoulia) capace di rispondere alle sfide delle persone neurodivergenti e 'Haptic ReSilence of the Wild Blue’, l’acustica tattile capace di “passare” tramite i VR che diventano impulsi sensoriali (Gustavo Maggio, Wendy Chua e Joyce Beetuan Koh).

Per saperne di più

https://resilence.eu/artists-in-resindence/

https://casapaganini.unige.it

Isabella Rizzitano

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