L’area esterna all’ex cinema Eden di Pegli è definitivamente passata di mano e oggi si chiude in via ufficiale la procedura fallimentare. Questo significa che il cantiere per la costruzione dei contestatissimi box (aperto nel 2012) potrà ripartire e, come tutti sperano questa volta, anche essere concluso, sia con la consegna dei garage ai rispettivi acquirenti sia con la messa in sicurezza della copertura, che dovrebbe rimanere di pubblica utilità.
Dell’argomento si è parlato oggi pomeriggio in Consiglio Comunale, con l’interrogazione a risposta immediata proposta dal consigliere comunale di Vince Genova, Paolo Gozzi, alla quale ha risposto l’assessore all’Urbanistica, Mario Mascia.
Secondo Mascia, “a conclusione della procedura fallimentare, gli atti, con i quali il bene oggetto del fallimento sarà assegnato alle società Isabella Reoco e Spice Spv (entrambe con sede a Tavagnacco, in provincia di Udine), saranno stipulati oggi pomeriggio preso il notaio Scilabra di Torino. Successivamente le società dovranno riprendere le interlocuzioni con l’amministrazione comunale e, a conclusione del rogito, si avvierà la fase effettiva per l’esecuzione delle ulteriori opere: sarà nostra cura informare il Consiglio”.
Quella dei parcheggi all’ex cinema Eden è una vicenda lunghissima, che parte almeno undici anni fa. Adesso, se saranno rispettati i tempi, entro breve potranno quindi ripartire (finalmente) i lavori. C’è già l’ipotesi di ripristinare l’arena cinematografica estiva, mentre per la sala al chiuso dell’Eden il fronte è completamente differente e dipende dalla proprietà della struttura, ovvero i Frati di Finalpia.
Già a luglio di un anno fa, rispondendo alla consigliera Cristina Lodi del Partito Democratico in Consiglio Comunale, Mascia aveva ricordato i passaggi assai tormentati di questa vicenda: “Nel 2010 era stato rilasciato un permesso di costruire per la realizzazione di un parcheggio privato interrato per oltre cinquanta box e la ricostruzione del cinema Eden all’aperto a Pegli in via Pavia, in un’area destinata a servizi pubblici, più in particolare a servizi religiosi. Il complesso appartiene ai Padri Benedettini di Finale Ligure. I lavori iniziarono solo dopo alcuni anni, a seguito di conteziosi che videro alla fine vincitrice la società che intendeva realizzare l’intervento. Dal 2018 iniziarono a palesarsi le prime difficoltà e il titolo edilizio, dopo varie proroghe, perse efficacia senza che i lavori fossero conclusi. In particolare nei termini dell’originario provvedimento fu ultimato il volume interrato dei box mentre non venne avviata alcuna delle opere pubbliche di superficie: ricostruzione del cinema Eden e sistemazione di una rotatoria. Nel 2020 è stato rilasciato un nuovo titolo edilizio per l’ultimazione delle opere previa presentazione di un cronoprogramma con il quale il richiedente si impegnava a realizzare le opere di interesse pubblico secondo la tempistica ivi indicata. Le opere previste in questo secondo provvedimento non sono mai state avviate”.
Ecco perché il Comune di Genova ha chiesto l’escussione parziale della fidejussione, ma ne è nato un contenzioso amministrativo. L’unico progresso è stato lo smontaggio della gru che ormai stazionava in mezzo ai palazzi senza alcun tipo di utilizzo e che è stata restituita all’azienda legittima proprietaria, la ditta Facchin.
Mascia osservava: “In occasione dei contatti finalizzati alla rimozione della gru, la Curatela ha rappresentato che stava valutando di avviare la procedura di vendita del diritto di superficie dell’area in esame. Ciò è di notevole interesse per il Comune di Genova, in quanto all’acquisto del diritto di superficie sarebbe seguita l’automatica assunzione degli obblighi di cui alla convenzione urbanistica. Si manifesta così la possibilità per l’ente civico di avere un nuovo interlocutore privato, in bonis, in grado di garantire l’esecuzione delle opere di urbanizzazione rimaste ineseguite, con la conseguente possibilità di ottenere il riordino della sistemazione della superficie dell’area, in un tempo sicuramente più contenuto rispetto a quello necessario per la definizione del giudizio avente ad oggetto l’escussione della fideiussione. A tal fine, dunque, il Comune, attraverso le direzioni competenti, Urbanistica e Avvocatura, nei mesi successivi si è reso disponibile a coadiuvare, per quanto possibile e nell’interesse della collettività, la curatela fallimentare nella predisposizione della procedura volta all’individuazione del soggetto acquirente del diritto di superficie”. Pare proprio che questa storiaccia si possa avviare verso la chiusura. Da oggi c’è un nuovo proprietario, e con pieni poteri.