La Sezione A.N.P.I. di Sestri Ponente ha diffuso una nota in cui "fa proprie le rimostranze e l’indignazione di molti sestrini, e non solo, per la decisione di sostituire sulla palazzina Coppedè di via Manara l’insegna 'San Giorgio' con quella del nuovo proprietario GIOBAGNARA".
La palazzina in questione è soggetta a vincoli della Soprintendenza “sicuramente per le pregevoli linee architettoniche, per il movimento operaio genovese e per i sestrini rappresenta anche uno dei momenti più tragici per i lavoratori che da quelle mura il 16 giugno 1944 furono deportati verso i campi di concentramento tedeschi” spiegano i rappresentanti.
All’interno della fabbrica, infatti, si trovano due lapidi che raccolgono i nomi e i volti dei lavoratori caduti nella guerra di liberazione e il successivo attestato da parte del Comune di Genova.
Secondo l’A.N.P.I., infatti, “il nome 'San Giorgio' pertanto è indissolubile da quella memoria che ci ricorda il prezzo che i lavoratori genovesi e della 'San Giorgio' pagarono nella lotta per la Democrazia e per la salvaguardia degli apparati industriali della città.
La sostituzione di quell’insegna offende pertanto la sensibilità di chi ancora oggi ha memoria di cosa accadde a padri, nonni, amici, ridotti in schiavitù dall’occupante tedesco”.
La Voce di Genova ha contattato Andrea Viari, il presidente della sezione di Sestri Ponente di A.N.P.I., che ci spiega: “Quello che chiediamo è di mantenere il legame storico con la comunità per tutti, sia per gli abitanti di Sestri Ponente sia per i genovesi in generale, per che le deportazioni riguardano tutti i cittadini.
Non vogliamo entrare nel merito del cambio di proprietà, che è legittimo, ma chiediamo solo di non rimuovere l’insegna”.
La richiesta che viene fatta all’amministrazione (la nota è stata inviata anche al Sindaco di Genova Marco Bucci, al Soprintendente per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia arch. Cristina Bartolini, al Presidente di Municipio VI Cristina Pozzi e alla direzione aziendale della ‘Giobagnara’) è quella di dialogare per trovare una soluzione. “Siamo certi che i diversi uffici interessati troveranno una soluzione, riposizionando la storica scritta 'San Giorgio' dove stava, con una soluzione diversa e altrettanto efficace dell’insegna della nuova proprietà.
In un Municipio dove risultano vincolati su edifici simboli divisivi come il fascio littorio, rappresenterebbe un vero atto di spregio alla storia e alla memoria non ridare centralità all’edificio 'San Giorgio' con tutto ciò che ha rappresentato”.