La Procura di Padova ha impugnato l'atto di una bambina, figlia di due mamme, registrata all'anagrafe nel 2017. E da quell'anno in poi altri 33 bimbi sono stati registrati in quel modo e che in questo momento rischiano di subire la stessa sorte.
I bambini sono infatti figli di due donne conviventi, una delle quali è la madre biologica e nel diritto italiano non esiste la "seconda mamma" e neanche la possibilità per la mamma biologica di poter assegnare al figlio il cognome della compagna. Da lì la decisione della Procura di notificare ed impugnare l'atto definendolo "illegittimo".
Impugnazione che potrebbe giungere a breve anche per l'altro figlio della coppia (bimbo che in questo caso è il figlio biologico dell'altra mamma).
A Savona il sindaco Marco Russo lo scorso 28 marzo aveva deciso di registrare, il primo in Liguria, la nascita di un bambino nato a Savona il 18 marzo e figlio di una mamma biologica e di una mamma intenzionale, concepito a Barcellona con la fecondazione assistita.
"Il Sindaco si trova in frontiera, direttamente a contatto con le persone, i loro bisogni, le loro domande, le loro speranze, le loro paure. Il nostro agire è stretto tra i volti dei cittadini e i vincoli e le lacune delle norme vigenti e dalle possibilità, spesso limitate, di cui le nostre amministrazioni dispongono: vale per la casa, il lavoro, le povertà, la disabilità. Vale anche per i diritti civili" aveva detto il primo cittadino savonese motivando la sua scelta che però va contro la legge attualmente in vigore in quanto il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, tramite una circolare aveva stoppato le registrazioni che si stanno verificando in Italia.
Palazzo Sisto aveva poi informato la Prefettura la quale aveva trasmesso l'atto al Procuratore della Repubblica di Savona Ubaldo Pelosi.
"Come di dovere sono state fatte le segnalazioni di nostra competenza. E' un atto che, alla luce del quadro e delle circolari vigenti, non poteva essere assunto. Sotto il profilo del diritto positivo, svolgiamo tutte le azioni necessarie senza entrare ovviamente nel merito delle discussioni che riguardano gli attori politici e la discussione nella società civile. C'è un dibattito de iure condendo e, nei limiti delle nostre funzioni, rispettiamo i passaggi che sono dovuti" avevano fatto sapere dal Palazzo del Governo savonese.
"Non abbiamo ancora ritenuto di procedere" la risposta del Procuratore Ubaldo Pelosi.