Politica - 19 giugno 2023, 14:57

Piano di bacino, Pd contrario al nuovo regolamento: “A rischio un territorio già fragile” (Video)

La risposta dalla lista Toti: “Quelli del Pd sono gli stessi delle mancate allerte, gli stessi che in Liguria hanno fatto costruire a tre metri dai corsi d'acqua più pericolosi”

Continua lo scontro politico sul nuovo piano di gestione del rischio alluvione. Già a fine maggio la giunta regionale ha presentato il nuovo documento che lo stesso Toti ha definito puramente tecnico e quindi con pochi elementi politici su cui discutere. 

Non la pensano allo stesso modo però le opposizioni e le associazioni ambientaliste che chiedono alla giunta Toti di ritirare la delibera che consente di edificare anche in aree a rischio inondazione.

Oggi il gruppo del Partito Democratico in consiglio Regionale che sottolinea come le scelte della Giunta non tengano in conto i cambiamenti climatici mettendo a rischio un territorio già fragile.

Non si capisce per quale ragione in una regione così fragile come la nostra si inventino delle aree di minore pericolosità ma poi si dica che le scuole e gli asili non ci possono stare perché c’è un principio di precauzione e comunque cosa si farà in queste aree lo decidono i comuni. La Regione se ne lava le mani - dice il consigliere regionale e capogruppo del Partito Democratico Luca Garibaldi - È un documento che confonde le competenze tra comuni e regioni, crea blocchi e confusione nell’attuazione e dà molta preoccupazione rispetto alla crisi climatica e al cambiamento climatico.

Nei prossimi trent’anni dovremo ripensare molte cose, avremmo bisogno di leggi per il dissesto, per il consumo di suolo e per la rigenerazione urbana. Mappare il territorio e non mettere in campo investimenti per metterlo in sicurezza significa lavarsene le mani. Chiediamo che questo documento venga stralciato e venga riscritto in una maniera tale da rispondere alle esigenze della nostra regione che sono esigenze di sicurezza dal punto di vista ambientale e di certezza dei percorsi”.

Il consigliere regionale Davide Natale (Pd) sottolinea come i compiti da parte della giunta siano stati svolti in maniera approssimativa. A conferma della sua tesi ci mostra la mappatura del golfo della Spezia con il piano di bacino vigente e la nuova mappatura che contrassegna molte più aree in rosso cioè a pericolosità da alluvione elevata.

“Oggi le zone in rosso sono triplicate - dice Natale - Soltanto poche zone sono passate da rosse a verde, vuol dire che in poche zone gli enti sono intervenuti per migliorare e mettere in sicurezza il territorio. Noi non vogliamo bloccare gli interventi ma vogliamo creare un’economia che guarda al futuro, vogliamo creare le condizioni per lo sviluppo sostenibile ma soprattutto vogliamo che le risorse della regione non vengano utilizzate per cause di scarsa utilità me per mettere in sicurezza il territorio”.

La lista Toti rimanda al mittente le critiche sostenendo come lo stesso Partito Democratico in passato abbiamo favorito una cementificazione selvaggia permettendo la costruzione di edifici in aree esondabili:

“Il Pd ha la faccia di sollevare obiezioni sul Piano di Bacino? Ma quelli del Pd sono gli stessi delle mancate allerte? Gli stessi che in Liguria hanno fatto costruire a tre metri dai corsi d'acqua più pericolosi? - scrive in una nota la lista Toti - Lezioni da loro, francamente è difficile prenderne. Ma soprattutto vorremmo ricordare a chi evidentemente di questa materia continua a conoscere ben poco, che il Piano è stato emanato da un organismo governativo come l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale. La Regione adotta un Regolamento per rendere operative e più facilmente applicabili queste norme.

Come hanno già avuto modo di ribadire più volte il presidente Giovanni Toti e l'assessore Giacomo Giampedrone, “il Regolamento stabilisce una disciplina rigorosa, chiara e univoca e basa su criteri scientifici e oggettivi non interpretabili, ovvero su studi idraulici dettagliati e validati, la definizione della pericolosità delle aree e i conseguenti divieti, vincoli e criteri da seguire all’interno delle stesse in campo urbanistico e infrastrutturale. I punti principali sono la piena aderenza alla disciplina di Distretto e la massima precauzione, ad esempio sui divieti che riguardano i servizi essenziali come scuole, ospedali e centri di Protezione civile”.

Vale la pena ricordare ai cattivi maestri che ancora vorrebbero salire in cattedra, come il Regolamento preveda alcuni vincoli maggiori rispetto alla disciplina precedente, oltre ad alcune migliori interpretazioni delle zone inondabili che vengono definite con maggiore precisione. Le analisi sono state fatte tenendo conto di dati aggiornati agli anni più recenti. Questo non significa permettere di costruire in aree inondabili, ma aver aumentato la conoscenza del nostro territorio. Nelle zone interessate dai corsi d'acqua principali, quelli realmente pericolosi, nulla cambia”.


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