“E’ bello vedere un sito archeologico in un momento in cui è chiuso al pubblico”.
Lo racconta con gioia ed emozione Vittorio De Forcade, uno degli studenti del Liceo Colombo che negli scorsi mesi è stato impegnato nel percorso alla scoperta della storia e dell’architettura di Loggia Banchi.
Una proposta nata all’interno del PCTO del liceo, ossia il percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento, e che ha portato i ragazzi coinvolti a misurarsi con gli scavi archeologici, con la storia e con la divulgazione, pensata per i compagni delle classi precedenti.
Alessandro Castelnovi, coordinatore della classe 4B, racconta: “Il progetto fa parte del corso PCTO della classe di quest’anno e ha preso spunto dagli scavi che sono avvenuti nella Loggia di piazza Banchi e che hanno portato alla luce una parte medievale della nostra città”.
Tutto è partito da un lavoro di ricerca per poi diventare un percorso pensato proprio dai ragazzi, come continua Castelnovi: “Non c’è stata una lezione frontale, che poteva risultare noiosa, ma attività legate a cinque aree tematiche: Genova e il commercio, l’importanza dell’acqua, merci e prodotti, urbanistica e società medievale. Abbiamo diviso la classe in quattro gruppi che, a turno, hanno visitato tutte queste aree tematiche per concludere poi il percorso alla loggia”.
“E’ stata un’occasione unica - spiega la professoressa Eleonora Santonocito, insegnante di Storia dell’Arte - Quando ci è stato proposto questo evento finale con l’apertura di loggia banchi, subito siamo stati investiti di una grande responsabilità. Sicuramente abbiamo accolto la proposta con molto entusiasmo. I ragazzi sono stati subito contenti di mettersi all’opera ed è stato un percorso che ci ha impegnato per molti mesi.
Ho guidato i ragazzi in questo percorso di ricerca che si è svolta in varie tappe. Una parte è stata condotta a scuola, ovviamente attraverso materiale bibliografico o anche web, dopodiché si è lavorato molto sul campo. Sono state condotte delle uscite sul territorio alla scoperta della città, una città che forse è ancora piuttosto nascosta”.
Ancora: “Sicuramente non posso negare che dal punto di vista dei ragazzi c’erano molte preoccupazioni, preoccupazioni che riguardavano soprattutto le fasi di lavoro, in quanto dovevano affrontare delle tempistiche diverse, dei compiti diversi che generalmente non sono soliti affrontare a scuola ma sicuramente li ho visti crescere in questo percorso e riuscire anche a risolvere quelle piccole problematiche che emergono poi durante le varie fasi di lavoro. Devo dire che hanno dato una grande prova di sé stessi e sono molto molto soddisfatta del risultato. Anche loro sicuramente lo sono, visto l’entusiasmo mostrato”.
A incuriosire i ragazzi sono stati gli scavi archeologici, conclusi a fine maggio, che hanno portato alla luce uno spaccato della Genova medievale.
Una scoperta inattesa che ha ridisegnato le sorti del Museo della Città che sarebbe dovuto nascere proprio in Loggia Banchi.
Partendo dunque da quanto visibile e da quanto resterà visitabile, gli studenti sono stati coinvolti in un percorso affrontato con la collaborazione della Soprintendenza imparando a conoscere il patrimonio storico di Genova .
Tra le altre cose, Vittorio si è occupato della ricostruzione digitale di una porzione degli scavi: “Ho creato una ricostruzione 3D di una parte degli scavi, prima ho scansionato un’area poi l'ho ricostruita ipotizzando come poteva essere. Sono stato in molti siti archeologici, molti musei ma mai in un sito in cui gli scavi erano in corso. Certamente questa è una cosa interessante proprio perché durante questo processo abbiamo visto anche evolversi il cantiere ed è una cosa interessante. La stratificazione cambia, si vedono le differenze”.
Entusiasti anche Antonio Dal Negro e Bianca Spagliardi che sono stati le “guide” per i compagni.
“Abbiamo avuto il privilegio di occuparci di questa fantastica loggia in età medievale - spiega Antonio - Per noi è stato un privilegio, lavoriamo a questo progetto ormai da marzo; ciò che mi è piaciuto di più è stato il gruppo”.
Il lavoro dei ragazzi è partito da una ricognizione per capire quanto i compagni più piccoli sapessero circa l’età medievale e Genova. “Grazie anche all’aiuto degli altri gruppi tematici - continua Antonio - le capacità dei ragazzi sono migliorate, si è visto anche nel test-gioco finale in cui sono state fatte delle domande più specifiche riguardo a che cosa hanno affrontato i ragazzi in questa giornata e devo dire è stato proprio un bel lavoro, finito in maniera perfetta. Siamo molto soddisfatti sia del ruolo di narratori e penso siano soddisfatti anche tutti gli altri ragazzi che hanno partecipato ai gruppi tematici”.
Bianca continua: “E’ stato estremamente interessante. Abbiamo avuto l’opportunità di vedere in anteprima la loggia due volte, abbiamo cercato di captare il più possibile le informazioni necessarie e grazie all’aiuto dei prof, della dottoressa Mairani e del dottor Trigona abbiamo avuto l’opportunità di spiegare anche il nostro punto di vista e come abbiamo percepito noi ciò che ci è rimasto più impresso. Un po’ d’ansia c’è stata anche perché è la prima esperienza che abbiamo ‘dall’altra parte’, non siamo molto abituati a presentarci, a parlare con un gruppo classe dall’altra prospettiva, quella di un professore o di una guida o chiunque altro. E’ stata un’esperienza molto positiva, penso sia andato tutto bene, l’ansia, col parlare, è passata”.
Il percorso, pensato in sinergia con la Soprintendenza, ha portato i ragazzi a scoprire numerosi elementi “a cielo aperto” che rimangono a testimonianza della storia di Genova e che sono ancora oggi vissuti quotidianamente, a proposito Bianca prosegue: “Sono rimasta colpita proprio dalla loggia in sé, non mi aspettavo di trovare un qualcosa di così particolare, di così inaspettato all’interno di un palazzo a cui passiamo accanto tutti i giorni. Francamente, passando in piazza Banchi mai mi sarei aspettata di trovare un capolavoro del genere. Anche un po’ lo scoprire al di là del quotidiano tutto ciò che è nascosto da cosa è stato costruito dopo. Girare per Genova e rendermi conto di quanto tutte queste logge si trovino anche più esposte, magari in punti in cui passiamo abitualmente e non siamo abituati a notare. Per esempio piazza San Matteo che è in pratica totalmente loggiata, non l’avrei mai notata prima di questo PCTO”.
Fondamentale è stata la collaborazione della Soprintendenza, a proposito Angelita Mairani, assistente tecnico chimico del laboratorio di restauro della Soprintendenza, aggiunge: “L’attività della Soprintendenza è variegata, non tocca direttamente e completamente gli aspetti legati alla formazione ma bisogna dire che è un tema a cui siamo molto molto legati e che nel corso degli ultimi anni abbiamo cercato di potenziare attraverso una serie di iniziative che hanno coinvolto studenti di varie fasce d’età, dalle elementari arrivando anche alle università.E’ una cosa in cui crediamo molto, che stiamo cercando di svolgere sempre di più e di cui questo evento, con il liceo Colombo all’interno della loggia rappresenta un fulgido esempio”.