Politica - 15 giugno 2023, 18:24

Chiarotti: “I cassoni spostati da Pra’? Il merito è dei cittadini e della minoranza”

L’ex presidente del Municipio e capogruppo del Partito Democratico interviene sulla questione dopo la scelta di Vado: “Se fosse stato per Rixi, Bucci, Toti e Signorini ce li troveremmo sotto casa, non facciamo confusione”

“Il viceministro Edoardo Rixi non ha alcun merito sulla vicenda dei cassoni della diga foranea di Genova spostati a Vado Ligure. Anzi”. Dopo qualche giorno di riflessione, sul tema che più ha animato il Ponente genovese nelle ultime settimane, interviene il capogruppo del Partito Democratico al Municipio VII Ponente, ed ex presidente del Municipio stesso, Claudio Chiarotti, “per sfatare alcune errate narrazioni che stanno circolando”.

L’annuncio è dei giorni scorsi: i cassoni per la nuova diga, che dovevano essere fabbricati a Pra’, al sesto modulo, con la creazione di una nuova piattaforma, saranno invece fabbricati a Vado, dove già esiste un sito per la produzione di cassoni. “Ma se fosse stato per Rixi, Bucci, Toti e Signorini, tutto questo non sarebbe successo - è il parere di Chiarotti - I cassoni non si fanno a Pra’, com’era giusto e sacrosanto che fosse, perché è stata la cittadinanza a impedirlo e a far sentire la propria voce di protesta. I cassoni non si fanno a Pra’ perché lo scorso 25 marzo cinquemila persone sono scese in strada. I cassoni non si fanno a Pra’ per l’impegno dei comitati del Ponente e della minoranza in Consiglio Municipale, che ha assunto una posizione netta, chiara e coerente sin dall’inizio, posizione alla quale la maggioranza si è allineata solo successivamente, ma non certo in occasione del Consiglio di gennaio”.

Chiarotti ricorda tutta la storia: “Lo scorso anno i cassoni previsti a Pra’ erano la totalità del progetto: 97. Poi lo scorso gennaio Autorità Portuale è arrivata con i 39. Il centrodestra in Municipio ha votato un documento dove chiedeva le compensazioni, ma non esprimeva netta contrarietà a questa ennesima servitù. Noi non ce ne siamo stati e ad aprile siamo tornati sul tema. Al secondo tentativo, è passato un documento unitario. Ma, lo ripeto, se fosse rimasta la posizione morbida di partenza, e senza le persone scese in piazza, questo centrodestra che governa sia Municipio che Comune sarebbe il diretto responsabile della nuova servitù a Pra’. Non è successo, ma oggi chi si prende i meriti di questa scelta farebbe meglio a stare zitto. E, comunque, rimane la forte preoccupazione per quei 15 cassoni ‘piccoli’ annunciati da Signorini. Inoltre, siamo in attesa della convocazione di una Commissione Municipale urgente per capire cosa sta succedendo sul sesto modulo”.

Chiarotti non perde occasione di attaccare il suo successore, Guido Barbazza: “Lui lo sa benissimo come la penso. Se non scendi in piazza, vuol dire che non ci credi. Si dimostra da quale parte si sta nel momento in cui ci si schiera. Poi ha provato a recuperare terreno, quando ha visto l’entità della protesta, ma ha dimostrato anche in questo caso l’inadeguatezza rispetto al suo ruolo. Niente di personale, ci mancherebbe, ma non si può essere di lotta e di governo”. Chiarotti lo dice in replica all’intervista che Guido Barbazza ha concesso la settimana scorsa a ‘La Voce di Genova’ (https://www.lavocedigenova.it/2023/06/05/leggi-notizia/argomenti/attualita-4/articolo/guido-barbazza-niente-cassoni-a-pra-una-vittoria-da-parte-di-tutti.html): “Questa maggioranza ha ridotto il Municipio, che dovrebbe essere l’ente più prossimo sul territorio, a un mero passacarte del Comune. E allora lo dico senza troppi giri di parole: per andare avanti così, non ha neppure senso che i Municipi ci siano ancora. Si risparmiano diecimila euro al mese di gestione che possono andar utilizzati, ad esempio, nelle manutenzioni. Così non ha senso: non si convocano le commissioni, quando si convocano, come nel caso della più recente, non è presente alcun rappresentante della Giunta. Molti lavori pubblici sono fermi e il Municipio non controlla, non c’è alcun monitoraggio. Un esempio? La passeggiata a mare di Pegli e il nuovo collettore fognario: il cantiere è in ritardo di oltre un anno e nessuno ne riesce a sapere nulla. In compenso, il lungomare non è stato chiuso come si deve e le persone camminano in mezzo alla strada”.

Ma la lista di Chiarotti è lunga: “Il diserbo fuori controllo, il mancato coinvolgimento dei cittadini alla vita istituzionale. Ma come? Vengono per due volte Bucci e Signorini in Municipio e non viene mai considerata l’ipotesi di utilizzare il Teatro del Ponente? Non ci siamo”.

Il capogruppo del Pd raccomanda: “Riparta la discussione sul piano regolatore portuale. Riparta con i consiglieri e nelle sedi istituzionali. Va benissimo che Barbazza incontri i comitati, su questi e su altri fronti, ma non dimentichi il suo mandato istituzionale. Se penso che gli stessi che volevano mettere i cassoni a Pra’ sono quelli che hanno in mano il piano regolatore portuale, sinceramente un po’ di ansia mi viene. Serve una nuova intesa con tutti, per lavorare nella maniera corretta. Noi ci siamo e restiamo a disposizione”.


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