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Attualità | 14 giugno 2023, 18:10

AGEDO Genova e Rainbow Lab: fare rete per dare forza alle associazioni (video)

Donatella Siringo, presidente di AGEDO Genova, racconta l’importanza del Rainbow Lab e la necessità di fare rete per portare avanti le tante iniziative

AGEDO Genova e Rainbow Lab: fare rete per dare forza alle associazioni (video)

Fare rete tra associazioni per creare una realtà di inclusione aperta a tutti, capace di accogliere in modo universale.

Tra le tante realtà che hanno trovato casa all’interno degli spazi del Rainbow Lab di vico Gibello, nel cuore del centro storico, c’è anche AGEDO, l’associazione di genitori, parenti, anche e amici di persone LGBTQIA+.

AGEDO, fondata nel 1993, ha tra i suoi obiettivi, quello di intervenire nel sociale per ridurre e abbattere stereotipi, pregiudizi e paure relativi all’orientamento sessuale.

A proposito, Donatella Siringo, presidente di AGEDO Genova, racconta l’importanza di fare rete e di ritrovarsi all’interno di spazi condivisi che offrono spunti di incontro e di confronto: “Essere qui insieme ad altre associazioni è sicuramente un valore aggiunto. Non è solo uno spazio fisico, questo direi che è proprio uno spazio politico dove poter interagire e, soprattutto, fare rete, cosa che come AGEDO, anche a livello nazionale, è uno dei principi che guidano la nostra attività.

Siamo l’associazione dei genitori, partenti, amiche e amici di persone LGBT+ e proprio questo nostro essere ci configura come un’associazione ponte tra il movimento e gli ‘altri’.

Diamo un grande valore al lavoro di rete, all’intersezionalità e da quando abbiamo iniziato a ristrutturare la sede, abbiamo potuto costruire relazioni e interessi comuni, trasversali, quindi riuscire ad avere non solo maggiore visibilità per ciascuna associazione o evento, ma dare molta più forza a tutto quello che facciamo”.

Il fatto di essere radicati all’interno di un quartiere - prosegue ancora Siringo - il fatto di essere un pian terreno così visibili è sicuramente qualcosa che ci aiuta nella relazione con le persone.

La gente passa, vede, si incuriosisce. E’ stato così mentre lavoravamo a preparare la sede, durante il Covid. Devo dire che ha stupito un po’ tutti il fatto che tante tante persone, le più diverse tra loro, si fermassero, constatando l’avanzamento dei lavori, i colori, commentando e lasciando feedback, tutto con un approccio assolutamente amichevole e di grande solidarietà. Forse questo è anche un po’ la caratteristica del centro storico: io ci abito e non abiterei da nessun’altra parte al mondo. Questo è qualcosa che ci ha aiutato molto e continua ad aiutarci, perché sentire di essere inseriti in un contesto che non è nemico, anzi, al contrario dimostra interesse, curiosità e solidarietà verso le nostre attività, sicuramente è qualcosa di cui abbiamo bisogno, in particolare in questo momento”.

Isabella Rizzitano

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