Combattere l'inquinamento marino come priorità per la salvaguardia dell’ambiente.
Questo alla base di PROMPT, PReparedness for Operational Monitoring and Prediction of contaminant Transport in the Sea, un progetto europeo che vede tra i vari partner anche l’Università di Genova.
Tra il 2014 e il 2020 gli Stati membri dell’Unione Europea hanno segnato oltre 22mila incidenti marittimi, eventi che possono portare alla fuoriuscita di petrolio e sostanze chimiche, quelle che in gergo tecnico vengono chiamavate Hazardous - Noxious -Substances (HNS), sostanze che causano la contaminazione del mare e che possono rilasciare parti volatili pericolose con conseguente dispersione dell’atmosfera.
Il progetto dell’Unione Europea vuole aggiornare ed estendere il Decision Support Sysstem, un sistema sviluppato nell’ambito del progetto Be-Ready per migliorare la risposta al contrasto dell’inquinamento idrico e della dispersione atmosferica della parte volatile del petrolio e delle fuoriuscite di HNS.
“Il progetto PROMPT - spiega il professor Giovanni Besio, associato del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale - ha lo scopo di sviluppare pratiche e strumenti per la gestione dell’inquinamento in aree portuali sia in acqua che in atmosfera, generato da sversamento accidentale. E’ un progetto di trasferimento di buone pratiche con l’altra sponda del Mediterraneo, sono coinvolti partner dalla Giordania e dal Libano e avremo anche, come focus il Porto di Genova per quanto riguarda la dispersione di inquinanti in mare”.
Il professor Besio poi continua: “Le realtà sono molto simili, sono tutte e tre realtà con porti commerciali importanti, vicino ai quali vi sono delle aree marine protette quindi aree, da un punto di vista ambientale, molto preziose. Il fatto di sviluppare degli strumenti per l’eventuale gestione di emergenza in caso di sversamento è un contributo alla lotta all’inquinamento. Per quanto riguarda la tutela della qualità ambientale delle acque marine, si possono fare diverse attività sia in prevenzione, quindi cercare di limitare le emissioni e controllare le diverse attività che possono incorrere invece negli eventi incidentali che è l’altro aspetto. Qui bisogna intervenire direttamente e per una migliore gestione degli eventi accidentali bisogna lavorare sulla preparazione e sulla prontezza di reazione”.
Un progetto che viene raccontato anche tramite gli eventi proposti sul territorio, un’attenzione sempre crescente come racconta Giulia Ruffino, project manager dell’European Research Institute: “L’attività di divulgazione è un’attività che sta diventando sempre più centrale per il nostro ente perché abbiamo capito come i progetti a carattere scientifico di sviluppo di software e di app abbiano un valore enorme che poi spesso non viene comunicato alle comunità locali, non viene comunicato ai cittadini e quindi vanno in parte a perdere quel valore perché non viene percepito.
La disseminazione, quindi, sta diventando non solo per il nostro ente ma anche per le politiche europee, un aspetto assolutamente centrale che ha l’obiettivo di coinvolgere le comunità locali e i cittadini all’interno di questi progetti a carattere scientifico”.
Diversi i canali per raggiungere la popolazione: “L’approccio - continua - è un approccio misto che si rivolge sia ai media tradizionali con comunicati stampa o coinvolgendo i media locali come giornali e telegiornali, sia adottando i media digitali con i social network dove cerchiamo di postare il più possibile informazioni attinenti al progetto ma anche i siti web oppure, nello specifico, la piattaforma messa a disposizione dalla commissione europea per questa tipologia di progetti. Un approccio decisamente misto. Un aspetto importante è quello degli eventi che stiamo organizzando per coinvolgere le comunità locali”.
Paolo Brotto, amministratore delegato di PM Ten S.rl., uno dei partner del progetto, aggiunge: "Affrontare questo argomento oggi vuol dire poterlo fare con tecniche che sono in continuo sviluppo e quindi farlo non più limitandosi a un determinato aspetto ma cercando un approccio sinergico includendo anche diverse matrici ambientali. Nel progetto prompt si mette insieme la parte di dispersione in acqua e in aria.
In caso di rilascio accidentale l’aiuto al decisore nell’evento è qualcosa che parte dalla capacità di prevedere dove andrà a impattare il rilascio ma, ovviamente, trattandosi di materiali che poi hanno la loro volatilità ed emette in atmosfera, bisogna considerare l’impatto in ciò che respiriamo. Qui parte il tentativo di integrare con simulazioni modellistiche sia la parte di dispersione in acqua che quella di dispersione in atmosfera. Questo si riesce a fare, negli anni, in maniera sempre più precisa.
Quello che mettiamo in campo nel progetto è uno strumento a supporto del decisore. Qualsiasi tipo di decisione che vada in direzione della mitigazione, soprattutto in interventi con eventi accidentali, deve farlo nella maniera più circoscritta e rapida possibile. Si cerca quindi di avere uno strumento che dia informazioni veloci e precise sapendo dove è necessario agire”.